Freud and the City
24 Dicembre 2015

Auguri alla famiglia normale

di Giorgia Belletato | 2 min

Famiglia normale: ecco che abbiamo trovato il posto più rassicurante sotto la campana di Gauss! Ma siamo proprio sicuri?

Conti alla mano anche statisticamente la famiglia non è più come continuiamo ad immaginarcela: padre e madre sposati in chiesa, che vivono sotto lo stesso tetto, magari con due figli biologici, possibilmente uno maschio e l’altro femmina… Per non parlare dei pregiudizi che abbiamo sulla durata delle relazioni: un matrimonio finisce infatti all’incirca dopo 15 anni, con un boom di separazioni tra gli ultrasessantenni!

E nel frattempo ci accorgiamo che lungo lo stivale scorrono altri patti: oltre 7 milioni infatti le famiglie allargate, scomposte, riunite. Sia chiaro, non è certo mia intenzione censurare con i numeri eventuali difficoltà e dissensi ad accettare pensieri e percorsi diversi.

Il mio intento è invece quello di sollecitare riflessioni oneste che possono aiutare a capire che se la norma non è la frequenza, allora cos’è? Corrisponde forse a ciò che è ideale? E per qualcuno l’ideale coincide con il trasmettere il cognome paterno nelle famiglie perbene? Beh qui ci si confonde un po’ con il conformismo…

Centomila infatti i minori con almeno un genitore gay. Attenzione anche qui però, perché, nel fare gli auguri anche a loro, non dobbiamo dimenticare che troppa empatia produce un ingorgo emotivo spesso difficile da gestire. E poi perché ci sono anche tante altre costellazioni da contemplare: i figli venuti dal freddo ed i bambini nati in vitro con la fecondazione omologa o eterologa. Ed ancora, le famiglie adottive, i figli in affido, le coppie di fatto, i genitori single, i padri e le madri vedove. I matrimoni multiculturali e quelli multietnici. E poi sarà Natale anche per le famiglie senza figli e per gli amanti: patti imperfetti o forse un po’ troppo ambiziosi?

Queste famiglie multitasking sono una sfida, sono scommesse di cambiamento che qualche volta si possono anche perdere, ma l’importante è non dimenticare che le faccende d’amore sono davvero faccende altrui. Anche se un’avvertenza di fine anno la voglio proprio dare: non dite in giro che la vostra realtà è migliore delle altre, perché crescere nel mito, questa sì, è una vera tragedia familiare!

P.s. Non è mia abitudine evadere le domande, semmai rispondere a scoppio ritardato. Con quanti grammi di pazzia misuro la mia sfida? Con la dose massima giornaliera consentita per un uso strettamente personale…Buone feste. Col cuore.

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