Politica
24 Dicembre 2015
Il quotidiano di Belpietro: "Famiglia legata a doppio filo con la banca". Il ministro: "Anche le mie azioni sono state azzerate"

Carife, Libero attacca Franceschini: “Conflitto di interesse, come il caso Boschi”

di Ruggero Veronese | 3 min

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unnamed“Dovrei dimettermi o direttamente costituirmi?”. Così termina la risposta ‘semi-seria’ del ministro Dario Franceschini a Maurizio Belpietro, direttore del quotidiano Libero che questa mattina lanciava la notizia a caratteri cubitali su “un altro ministro nello scandalo banche”. Franceschini, per l’appunto, tirato in ballo in quanto “azionista di quella Carife che aveva visto tra i suoi amministratori papà e nonno”, e che “si è speso per il piano di salvataggio dell’istituto, che però non è andato in porto”.

L’articolo di Franco Bechis ha una tesi ben precisa: un presunto parallelismo tra il caso che ha investito il ministro Boschi (il cui padre è stato vicepresidente di Popolare Etruria) e la situazione di Franceschini, la cui famiglia è decenni è azionista e correntista della Cassa di Risparmio di Ferrara. “Le due storie sono davvero parallele – si legge su Libero -, e il miscuglio di interessi nel governo Renzi si amplia anche grazie alla vicenda Franceschini”. Ma di che interessi parliamo? Probabilmente non quelli economici, visto che il valore delle 300 azioni Carife nel portafoglio del ministro è stato azzerato il giorno del decreto salva-banche. Ed è difficile pensare anche a interessi di tipo elettorale nei giorni in cui, secondo sondaggi come quelli di Euromedia Research, il governo Renzi ha toccato il proprio record negativo in termini di gradimento proprio a causa della vicenda delle quattro banche dissestate.

D’altra parte l’articolo di Libero, nonostante il titolo roboante, non si spinge molto oltre la storia dei rapporti tra Carife e la famiglia Franceschini. Che parte addirittura dal 1928 quando il nonno di Dario, Luigi, fu tra i liquidatori del Piccolo Credito di Ferrara e poi “continuò a essere uno dei massimi esperti di procedure del credito. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale divenne per molti anni consigliere di amministrazione di Carife” Si passa poi al padre Giorgio, scomparso nel 2012 e che “era stato a lungo consigliere di amministrazione della cassa e della fondazione bancaria che la possedeva. Di più. Dal 1957 fino al giorno della morte era stato anche socio della Fondazione, strettamente legato (Bechis non specifica in quali termini, ndr) a uno degli uomini simbolo della storia anche recente sia della fondazione che della cassa di risparmio, entrambe guidate a lungo: Alfredo Santini”. Una serie di legami e conoscenze che secondo Libero bastano per affermare che “se ad Arezzo l’Etruria era considerata la banca dei Boschi, a Ferrara quella cassa era stata la banca dei Franceschini”.

Si arriva quindi ai frenetici mesi precedenti al decreto salva-banche, durante i quali “il ministro è stato referente del comitato piccoli azionisti della cassa” e si tenne l’assemblea Carife in cui diversi risparmiatori auspicarono un intervento diretto del ministro ai beni culturali nel salvataggio di Carife. Che se si fosse davvero verificato, visto l’ambito del suo dicastero, sarebbe forse stato un motivo ben più convincente per parlare di conflitto di interesse. Ma il quotidiano di Belpietro opta per il ragionamento opposto: l’azzeramento delle azioni è “un finale che oggi rende furiosi i piccoli azionisti con Franceschini”, ‘colpevole’ anche di essere stato designato come consigliere in Fondazione per conto del Comune durante il suo operato nell’amministrazione, tra il ’92 e il 2001, almeno otto anni prima delle avvisaglie di crisi in Carife.

Di seguito potete leggere la risposta di Franceschini, che non sembra prendere molto sul serio “questa straordinaria prova di giornalismo d’inchiesta, le cui fonti sono le mie pubbliche dichiarazioni patrimoniali e Wikipedia”.

La mia lettera a Belpietro.Caro Direttore,leggendo Libero di questa mattina sono stato per un po’ indeciso se farmi…

Posted by Dario Franceschini – pagina ufficiale on Mercoledì 23 dicembre 2015

 

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