Economia e Lavoro
18 Dicembre 2015
L'ad della banca, Giovanni Capitanio, illustra i passi compiuti dal 23 novembre a oggi

Nuova Carife alla riconquista del territorio

di Mauro Alvoni | 4 min

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carife capitanio 1La Nuova Carife è totalmente concentrata sul processo di riconquista del territorio con un occhio alle tesorerie degli enti pubblici e un altro alle associazioni di categoria, senza dimenticare gli “obbligazionisti traditi” per i quali “stiamo facendo tutto ciò che è possibile”.

A riferirlo è l’ad della ‘good bank’, Giovanni Capitanio, che ha snocciolato dati e numeri dell’attività intrapresa dalla nascita di Nuova Carife (23 novembre) al 16 dicembre, premettendo che l’istituto di credito “ha capitale e liquidità per rispondere alle esigenze del mercato locale”. In questo periodo sono stati erogati 139 milioni di euro di linee di credito per 807 nominativi, di cui 39 milioni riguardano nuove linee di credito (432 nominativi), mentre 21 pratiche per 12 milioni non sono state deliberate, “segno – dice Capitanio – che l’analisi è stata fatta”. Crediti, questi, concessi in gran parte a piccole e medie imprese presenti sul territorio e soprattutto nella provincia.

In questi mesi, inoltre, Carife ha regolarmente partecipato alle gare in corso per l’assegnazione delle tesorerie di vari enti e istituzioni (scuole, Comuni, etc.) con proprie proposte. “Ad oggi – riferisce Capitanio – abbiamo 49 tesorerie, delle quali 47 in provincia di Ferrara. Di queste, 17 sono state aggiudicate negli ultimi mesi. Tutti i rinnovi sono stati portati a casa meno uno. Lunedì scorso siamo stati aggiudicatari per la tesoreria del Comune di Ferrara, dove eravamo in competizione diretta con Unicredit. Il 21 dicembre ci sarà poi l’apertura delle buste per la Provincia di Ferrara. Si tratta di un passo importante, che serve non solo per acquisire i flussi dell’attività pubblica, ma anche dipendenti e fornitori, così da proseguire la presenza Carife sul territorio”.

La Nuova Carife si è poi mossa andando a presentarsi presso gli “opinion leader”, iniziando con le associazioni di categoria di Ferrara e provincia, incontri che proseguiranno e si concluderanno entro il 24 dicembre. “Parliamo – spiega l’ad della banca – di un bacino di 33mila iscritti su cui Carife vuole sviluppare attività creditizie. Proponiamo un plafond di finanziamento per massa superiore a 100 milioni di euro. Il contenuto degli accordo però non lo scriveremo noi, ma deriverà da un tavolo tecnico tra la banca e ogni singola associazione, con contenuti che andranno direttamente incontro ai bisogni degli iscritti”.

L'ad di Nuova Carife Giovanni Capitanio

L’ad di Nuova Carife Giovanni Capitanio

Si tratta, insomma, di “numeri incrementali”, dati che testimoniano della costante crescita della Nuova Carife, che, prendendo in prestito una terminologia sportiva, Capitanio intende fare avanzare a passo da maratoneta, dove “non è la velocità ma il passo che conta”. “La banca – aggiunge l’ad – è stata per un lungo periodo, minimo 5 anni, con il freno a mano tirato per quanto riguarda gli impieghi e per vari motivi si era staccata dal territorio. L’obiettivo che ci è stato dato ora è il margine, cioé rimettere in profitto Carife in tempi brevi”. Tutto questo anche in vista di una futura vendita dell’istituto di credito, dato che “chi arriverà dovrà avere la certezza di un rientro del proprio investimento”.

Chi invece non ha più certezza del proprio investimento è il folto gruppo di azionisti e risparmiatori che avevano acquistato obbligazioni subordinate. Su questo problema Capitanio innanzitutto spezza una lancia a favore dei dipendenti, accusati da più parti di aver piazzato con eccessiva leggerezza i titoli: “Su un totale di oltre 900 dipendenti erano titolari di azioni Carife 326 dipendenti, 167 dipendenti in pensione e 176 familiari di dipendenti (669 in totale), mentre come titolari di obbligazioni subordinate troviamo 25 dipendenti, 47 dipendenti pensionati e 35 familiari (per un totale di 107 persone). A fronte di queste cifre ognuno poi faccia le proprie considerazioni”. Capitanio sostiene di voler fare tutto ciò che è possibile per gli obbligazionisti e di averli già contattati uno ad uno: “Abbiamo completato il primo giro e iniziato il secondo”, facendo intendere che si stanno studiando soluzioni per riacquisire la loro fiducia nella banca. Nulla trapela invece sull’entità dell'”esodo” di clienti verso altri istituti sull’onda delle vicende che hanno coinvolto Carife, dati che in questo caso non vengono dettagliati, con Capitanio che preferisce trincerarsi dietro un lapidario “è fisiologico”.

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