
Mattia Griggio intervistato da Le Iene
Sui quotidiani del Veneto era già noto da tempo come “il re delle truffe”, soprattutto dopo la sua piena confessione davanti alle telecamere del programma Le Iene. E ieri Mattia Griggio ha concluso anche il proprio processo a Ferrara, dopo essere stato denunciato da tre donne a cui aveva promesso l’erogazione di finanziamenti in cambio di sostanziosi anticipi.
Finanziamenti (per una cifra complessiva di circa 90mila euro) che ovviamente non sono mai arrivati, e che sono valsi al 36enne padovano una condanna a un anno di reclusione.
“Nome? Mattia Griggio. Professione? Mediatore creditizio… e truffatore”. Una confessione che l’imputato non ha reso di fronte a giudice e pm, ma agli inviati di Italia Uno quando, nel 2013, scoprirono decine di truffe da lui perpetrate in territorio veneto. Durante quell’intervista Griggio vuotava il sacco in maniera talmente singolare da far pensare un vero pentimento: racconta alle Iene di aver cominciato le truffe nel 2008, “quando con la crisi economica le cose sono cominciate a calare. Non ho voluto scendere di tenore di vita, avevo bisogno di maggiori entrate”. Il 36enne descrive il proprio modus operandi: “promettevo finanziamenti che di fatto non potevano essere erogati e mi facevo dare dei soldi. Non seguivo alcuno criterio, cercavo solo di non creare danni irreparabili. Ne avete scoperti meno della metà”.
Al termine dell’intervista del 2013, Griggio prometteva all’inviato de Le Iene di chiudere con le truffe e restituire (“parola d’onore”) il maltolto alle sue vittime. Ma un anno dopo gli inviati di Italia Uno sono tornati alla carica con un nuovo servizio, che mostrava come i buoni propositi del padovano non avessero avuto alcun seguito: non solo le promesse di risarcimento erano cadute nel vuoto, ma nuove vittime raccontavano le loro storie di fronte alle telecamere.
Truffe attuate con tecniche consolidate e che Griggio ha messo a segno anche con tre donne ferraresi, che lo hanno denunciato dando il via alla nuova inchiesta. Il truffatore si era fatto pubblicità (utilizzando anche l’alias di Mattia Martini) attraverso annunci su internet e in una televisione locale, promettendo alle tre nuove vittime 30mila, 60mila e 600 euro, e chiedendo in cambio anticipi rispettivamente di 6mila, 10mila e 180 euro. Casi che per la magistratura non è stato difficile ricostruire e accertare, con la vpo Elisa Bovi che ha chiesto una condanna a tre anni di reclusione visti anche i precedenti penali dell’imputato. Una richiesta accolta solo in parte dal tribunale, che ha inflitto a Griggio una condanna a un anno.
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