Freud and the City
9 Dicembre 2015

Mai risparmiarsi sul lettino

di Giorgia Belletato | 3 min

Woody Allen è stato quello che più di tutti ha parlato in modo irriverente della psicoanalisi, diventandone in questo modo forse il suo più grande sostenitore. Tra le sue battute più esilaranti ne ricordo due in particolare: “la psicoanalisi è un mito tenuto in vita dall’industria dei divani” e “lo psichiatra è un tizio che vi fa un sacco di domande che vostra moglie vi fa gratis”.

Woody Allen, non c’è alcun dubbio, riesce a far riflettere mentre fa ridere. Ma chissà per quale strano motivo mi viene in mente quell’altro genio di Oscar Wilde. Sono sicura che per questa associazione si potrebbero sprecare mille interpretazioni, ma forse la più semplice è che entrambi, muovendosi tra disincanto ed intuizione, ci hanno insegnato qualcosa, a meno che non apparteniamo a quel gruppo di persone, a cui si riferiva Oscar Wilde, che pensano di sapere tutto e “purtroppo è tutto quello che sanno”.

In psicoterapia, si sa, definirsi con chiarezza paga sempre e sono sicura che Woody Allen e Oscar Wilde sul lettino non si sarebbero risparmiati. Non lo hanno fatto nemmeno pubblicamente con i loro pensieri sulle religioni, la sessualità, la fine della vita e la politica.

A proposito della morte per esempio Woody Allen dichiara: “ho dentro di me qualcosa che spinge ad aggrapparmi all’esistenza, a non lasciarla andare”. Sarà anche per questo che ironizza: “non è che ho paura di morire è che non vorrei essere lì quando questo succede”. Eh già perché “grazie a Dio sono ateo” è una delle sue più celebri affermazioni, ma poi tentenna e asserisce: “io non so se Dio esiste. Ma se esiste spero che abbia una buona scusa”. Dal canto suo Oscar Wilde, su questo argomento, sostiene che “il Libro dei Libri inizia con un uomo e una donna in Paradiso e finisce con l’Apocalisse”!

Le differenze saranno sempre una ricchezza solo se le si sanno usare. Ecco perché forse bisogna riflettere quando l’ebreo newyorkese più famoso di tutti ci invita a confrontarci con lui quando afferma che crescendo si è convertito al narcisismo. Su questo argomento anche Oscar Wilde ci ha lasciato un’eredità ben precisa, per lui infatti “l’egoismo non consiste nel vivere come ci pare, ma nell’esigere che gli altri vivano come pare a noi”, da non confondere con l’amare se stessi perché questo sì che “è l’inizio di un idillio che dura tutta una vita”.

Woody Allen, che in questi giorni ha festeggiato i suoi primi 80 anni, afferma che “purtroppo i nostri politici sono incompetenti o corrotti e talvolta tutt’è due le cose nello stesso giorno”. A tal proposito Oscar Wilde, vissuto invece alla fine dell’800, scriveva: “adoro i partiti politici: sono gli unici luoghi dove la gente non parla di politica”, anche se era profondamente convinto che “lo Stato deve fare le cose utili e l’individuo le cose belle”.

Il maestro del cinema dalle 4 statuette la sa lunga anche sull’amore ed infatti sostiene: “io non voglio mai sposarmi: io voglio solo divorziare”. Sullo stesso argomento lo scrittore irlandese metteva nero su bianco: “che sciocchezza parlare di matrimoni felici, un uomo può essere felice con qualsiasi donna purché non la ami veramente”.

Un’ultima corrispondenza di intuiti lo scorgo quando il regista della Grande Mela afferma: “il vantaggio di essere intelligente è che si può sempre fare l’imbecille, mentre il contrario è del tutto impossibile”. A sua volta l’autore del celeberrimo “Ritratto di Dorian Gray” ci ha insegnato che “a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio”.

E se lo dicono loro…

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