Freud and the City
7 Novembre 2015

L’importanza di essere amiche

di Giorgia Belletato | 4 min

Nel parlare di amiche voglio usare tutti i vecchi cliché, anche se qualcuno non funziona più…

Voglio infatti tradire qualche persona e generalizzare: amiamo gli uomini, tutti, nessuno escluso. Gira che ti rigira è sempre di loro che parliamo quando ci ritroviamo sedute al bancone di un locale, continuamente a chiederci: “ma per fare un uomo e una donna ci vuole una coppia?” Ci divertiamo a prenderli in giro, soprattutto guardando le conquiste di cui sono stati capaci negli ultimi anni: baby-sitter, attenti al fisico, chef tra pentole, ingredienti e fornelli, non più rudi e muti come un tempo… forse più fragili, per colpa nostra, ma un po’ più autentici. Sarebbe meglio la nostra vita senza di loro? Ce lo chiediamo da sempre e da sempre sappiamo la risposta. C’è chi preferisce il cascamorto, chi il narciso, chi l’intellettuale e chi più ne ha più ne metta… a volte ce li scegliamo pure come migliori amici, salvo poi rischiare di fare la fine di “Harry ti presento Sally”.

Le amiche si scelgono per affinità, simpatia, osmosi… stanno ore al telefono, riempiono tutti i silenzi, discutono inutilmente sulle scarpe che fanno pendant con il cappotto, hanno l’incredibile capacità di farti sentire in colpa se hai la brutta abitudine di mangiare ed hai il metabolismo troppo pigro, sono oneste e sincere, anche quando non vorresti! Non passano il tempo a guardare 11+11 uomini in mutande inseguire un pallone, ma fanno code chilometriche al bagno dell’autogrill, si affidano agli oroscopi e sono contraddittorie. Capaci infatti di affermare quanto fa male ai figli usare l’iPad, per ritrovarsi poco dopo alla ricerca di un qualsiasi touchscreen da rifilare alla prole, per non far aspettare l’amica con l’urgenza di una confidenza. Ed infatti le amiche hanno un linguaggio comune e privato, fatto di frasi sentite e ripetute infinite volte, è il loro latino, il vocabolario dei ricordi andati.

Il linguaggio maschile è diverso da quello femminile, parla di competizioni e risultati, è più tribale, esplicito e centrato su di sé: “io sono…io faccio…”. Il linguaggio femminile parla invece di sensazioni e sentimenti, è più orientato alla relazione con gli altri: “io sono figlia di…, moglie di…, madre di…”. Attenzione però a non farsi trarre in inganno perché si può imparare il linguaggio dell’altro. Ed infatti il maschile è un linguaggio che parla fluentemente anche la donna! Solo gli incubi degli uomini e delle donne non si confondono mai: il nostro è lo specchio, il loro la dèbàcle…

Dopo liti e ripicche, trionfi professionali e sconfitte sentimentali le amiche si ritrovano solidali e ricettive, quelle più in gamba addirittura autoironiche… Spesso per loro è labile il confine tra evidenza ed apparenza ma sanno essere coraggiose, fragili, sensibili e soprattutto indipendenti!

Le donne sono le migliori amiche delle donne, capaci di districarsi, con carambole emotive, nelle situazioni più improbabili. Con la loro dose di caparbietà e coraggio si proteggono reciprocamente. La loro armonia supera ogni ricerca individuale di vantaggio personale ed è per questo che hanno rituali di perdono, lealtà e comprensione. Talvolta sono talmente complici da far pensare che se loro non esistessero forse non avrebbero inventato nemmeno i segreti!

E’ vero, le donne sono creature molto complicate: sanno farsi anche molto male quando, invece di usare il gran dono femminile dell’empatia, che include e ospita le differenze, usano maldestramente i giudizi che dividono ed escludono. Sanno essere cattive quando, invece del loro X Factor, propongono quell’insana competizione tra chi ha il figlio più educato e il marito più amorevole. In questi frangenti le si riconoscono ad occhio nudo, guardano solo quando sanno che l’altra non sta guardando, si scrutano, prendono le distanze e ripetono come un mantra la formula magica: “è la dose che fa il veleno”!

Niente a che vedere con la vicinanza e l’intimità di cui l’amica invece è capace, quando, scevra da pregiudizi, invidie e colpi bassi, dimostra il suo vero talento: la capacità di prendersi cura delle relazioni con il suo modo dolce di consolarti quando ti senti uno straccio, perché in fondo lo sai che quella volta hai sbagliato quasi tutto!

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