Jolanda
3 Novembre 2015
Continuano le testimonianze degli ex clienti del broker di Jolanda a processo per truffa

Processo Mazzoni, “diceva di bruciare documenti della banca”

di Daniele Oppo | 2 min

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processo MazzoniJolanda. “Mediolanum mandava delle lettere sull’andamento degli investimenti. Io facevo vedere i documenti a Mazzoni che a volte li strappava e diceva di non buttarli nella spazzatura ma di bruciarli”. È il racconto di una delle cliente del broker di Jolanda di Savoia Raffaele Mazzoni, a processo con l’accusa di aver dato vita a una truffa da quasi 11,5 milioni di euro a danno di ignari risparmiatori.

La donna, residente a Ostellato, aveva investito circa 260mila euro insieme al marito dal 1997, tramite Mazzoni: “Prendevo i soldi dal conto corrente Carife e li mettevo in Mediolanum”. Il broker in varie occasioni aveva permesso alla famiglia di disinvestire alcune somme ma, una volta scomparso, “quando ho telefonato a Mediolanum mi dicono che erano rimasti 2.400 euro”.

È una delle tante storie di cui si compone la truffa. Un’altra famiglia – moglie e marito – ha raccontato durante l’udienza di lunedì di aver investito a più riprese un totale di 130mila euro, a cui vanno aggiunti i 60mila investiti dalla madre di lei e anche qui è rimasto ben poco.

Un’intera famiglia aveva cercato di investire dei risparmi, altri 130mila euro oltre un investimento per la figlia, dal 2000 in poi. “I rendiconti arrivavano, quando non accadeva chiamavamo subito Mazzoni – racconta la testimone -. Ma non trovavamo gli interessi che doveva darci Mediolanum, non c’erano mai a differenza di quello che ci mostrava Mazzoni nei suoi fogli”. “Lui – continua il racconto – diceva che gli interessi non figuravano, ma il capitale c’è sempre stato”. Ma poi – anche per via di alcune comunicazioni della banca che, anziché interessi attivi parlavano di minusvalenze – è nato il sospetto: “Negli ultimi tempi ci era venuta voglia di chiamare la banca, ma non l’abbiamo fatto per una questione di rispetto della persona, sbagliando”.

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