Freud and the City
7 Ottobre 2015

Siate curiosi

di Giorgia Belletato | 3 min

“Stay hungry, stay foolish”… così parlava Steve Jobs nel suo discorso ai giovani laureandi della Stanford University. Sono passati dieci anni da allora ed ancora quelle parole me le ricordo e non smettono di lasciarmi in pace. Per quanto infatti la sicurezza delle cose, intorno e dentro di noi, abbia un suo fascino, perché rappresenta la nostra coperta di Linus, c’è in realtà in ognuno di noi anche una sana follia.

Spesso è la nostra parte più creativa che tendiamo a minimizzare o ancor peggio a negare, perché è quella più in contatto con la nostra emotività, con la nostra storia, con quella dei nostri genitori. Questa parte di noi ha in qualche modo a che fare con la valigia che ci portiamo sempre dietro, piena zeppa di cose utili, talvolta dolorose, ma soprattutto colma di cose che non fanno per noi ma che non riusciamo ad abbandonare. Per cui ci appelliamo alla razionalizzazione che ci convince di più perché abita i confini di ciò che conosciamo, del compiacere, del non scontrarsi con il giudizio altrui.

La razionalizzazione infatti niente ha a che vedere con il coraggio della trasgressione, con il cambiamento, con il chiudere una fase per aprirne una diversa, con la curiosità, con l’ambizione. Scelte un po’ azzardate mi rendo conto, che chiamano in causa il desiderio e la sfida. Dove per sfida non intendo né la competizione né tantomeno l’attacco all’altro. Anzi proprio queste modalità spesso camuffano una richiesta di vicinanza o semplicemente una nostra paura.

Solo chi ha paura infatti attacca e la paura più frequente è quella di pensarci fragili. Per cui spesso per evitare questa vulnerabilità andiamo di fretta, ci riempiamo di cose da fare che nella stragrande maggior parte delle volte non sono niente d’importante.

Siete sicuri che sia meglio continuare così? La sfida a cui penso io è quella di essere folli. Una sfida sicuramente più rischiosa perché ha a che fare con noi stessi, con la curiosità, che poi è l’unica cosa che vale davvero la pena imparare, così quando saremo nei guai troveremo anche sempre il modo per uscirne.

L’essere folli come lo intendo io è il cercare di andare verso noi stessi, che poi significa crescere e per crescere non bisogna solo aggiungere esperienze, riconoscimenti, titoli ma anche e soprattutto sottrarre, togliere, scegliere, restringere. In questo modo può persino succedere di non piacere a tutti, di risultare antipatico a qualcuno e scomodo a qualcun altro.

Certo…se ne può fare a meno! Ed infatti la maggior parte della gente non ci pensa nemmeno e preferisce correre il rischio di trovarsi una vita di contrabbando. Ed invece io in questa mia riflessione a voce alta vi invito a pensare e a sentire in modo diverso…ovviamente senza crederci troppo!

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