Eventi e cultura
16 Settembre 2015
Sabato la presentazione del documentario di Marco Marighelli su un tesoro storico e urbanistico troppo spesso dimenticato

Viaggio a Tresigallo, la città dell’utopia di Rossoni

di Ruggero Veronese | 3 min

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Alzi la mano chi conosce la vera storia di Tresigallo, uno degli esperimenti urbanistici italiani più ambiziosi e allo stesso tempo meno conosciuti del Novecento. Se ci trovassimo di fronte a una classe del liceo, tutte le braccia rimarrebbero appoggiate sui banchi, ma anche rivolgendo la domanda alle generazioni più attempate si apprenderebbe ben poco.

Non sono in molti infatti a conoscere i vecchi fasti del comune ferrarese dove nel 1884 nacque il futuro ministro dell’agricoltura fascista Edmondo Rossoni. A quel tempo, Tresigallo non era niente più di una piccola borgata. Ma alla fine degli anni ’30 quel gruppo di casolari si era trasformato nell’utopia del suo più illustre cittadino, che nella campagna ferrarese voleva portare a compimento il sogno di un uomo che voleva mettere insieme le cause per le quali aveva lottato per tutta una vita: i diritti dei lavoratori, gli ideali socialisti.

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Da qui, il sogno di “una città unica, corporativa, industriale e funzionale”, dove “l’attività economica e sociale si dovrà basare sul lavoro e sul capitale. Non in lotta tra loro, ma in collaborazione per il raggiungimento di obiettivi superiori: paese, patria e natura”. A riprendere le parole dell’ex ministro, da alcuni  considerato il “braccio sinistro di Mussolini” (a destra, ricordiamo, c’era l’altro storico ferrarese Italo Balbo), è Marco Marighelli, autore del documentario “Tresigallo, la città di Edmondo Rossoni”, che verrà presentato sabato alle ore 17 nella Sala Conferenze della Camera di Commercio di Ferrara.

Il documentario di Marighelli, corredato da un ricco book fotografico, è un lavoro che colpisce per la cura e la passione con cui è realizzato. L’autore ci guida – letteralmente parlando – in sella alla propria Lambretta (una capra del 1953) dalla Torre di Tieni fino al centro del paese, mostrandone sia gli angoli meno conosciuti, sia quei particolari urbanistici in bella mostra ma allo stesso tempo sconosciuti anche ai cittadini di Tresigallo: dall’arco del campo sportivo alla caratteristica forma della piazza centrale circondata da case popolari, passando per quella zona industriale il cui impianto richiama quello della più celebre dell’Addizione Erculea ferrarese.

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Proprio quella zona industriale rappresentava il sogno di Rossoni, interrotto sul più bello dall’alleanza con la Germania nazista e dall’entrata in guerra. Marighelli non esprime giudizi politici. Ma il senso della riflessione, in realtà, è proprio questo: non occorre caricarsi un’ideologia sulle spalle per poter studiare e osservare l’opera di un personaggio come Rossoni, tra i più atipici tra tutti i gerarchi fascisti. Di certo uno tra i più attenti – memore dei trascorsi da sindacalista – delle istanze dei lavoratori, tanto da sviluppare una visione politica ed economica molto personale, in cui capitale e lavoro devono unire le forze per favorire gli obiettivi dell’intera comunità.

Della grande zona industriale di Tresigallo e dei suoi enormi e utopici stabilimenti degli anni ’30, oggi abbandonati,  raramente ne ha parlato qualcuno, fino al documentario di Marighelli. Un oblio forse dovuto alla posizione isolata del paese, o forse anche a quel peculiare senso di vergogna che si è sviluppato in Italia nel ricordare tutto ciò che ha avuto a che fare col fascismo. Ma “Tresigallo, la città di Edmondo Rossoni”, è anche un appello alle istituzioni e alla popolazione, affinchè non si lasci nell’abbandono un tesoro di archeologia industriale che aspetta solo di essere sfruttato e valorizzato, soprattutto grazie ai mille itinerari turistici che collegano la città estense ai suoi tesori sparsi nella provincia.

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