Eventi e cultura
11 Settembre 2015
Il grande architetto ferrarese assieme a sindaco e ministro racconta i sogni e i progetti per la città

Una nuova ‘Addizione Erculea’ per Bassi, Tagliani e Franceschini

di Ruggero Veronese | 5 min

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unnamed (3)Impossibile trovare un posto a sedere in Biblioteca Ariostea per l’incontro con il grande architetto Carlo Bassi che, affiancato dal sindaco Tiziano Tagliani e dal ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini, ha presentato il suo nuovo libro “Ferrara Rara”. Un testo che, oltre a rappresentare un accurato e inedito studio sui mille tesori architettonici e urbanistici della città, rappresenta un messaggio d’amore dell’intellettuale ferrarese – 93 anni tra pochi giorni – per la propria città in cui è stato anche assessore all’urbanistica. E questo sentimento non passa certo inosservato durante il suo intervento in pubblico, dove rende omaggio alla storia di Ferrara e rivela i suoi sogni per i progetti da portare avanti in futuro. Suggerendo assieme a Franceschini la strada da percorrere al sindaco Tagliani: una nuova ‘addizione’ per la città per recuperare l’area che va dall’ex ospedale in corso Giovecca alla caserma di Pozzuolo del Friuli.

Un’idea che viene lanciata direttamente dal ministro ai beni culturali, che ricorda come “Il parco urbano fu un’idea di Carlo quando lavorava come assessore, che chiamo quell’area la ‘Addizione Verde’ della città. Un nome che dà l’idea di come Ferrara sia stata costruita per addizioni, da quella Ercluea alla Addizione Contini per la zona dell’Acquedotto. A Tiziano auguro che anche la zona dell’ex ospedale e della ex caserma possa crescere in questo modo. Se poi verrà chiamata ‘Addizione Taglianea’, lo decideranno i posteri”. Un messaggio ripreso al volo dallo stesso Bassi, secondo cui “occorre immaginare un presidio sanitario di prima necessità, senza dover andare in mezzo alla nebbia a Cona. Forse sarebbe saggio e urgente, ma tutta l’area è da ripensare, studiare e immaginare come addizione nuova per la città”.

Attualità a parte, tanta attenzione per le ‘addizioni’ ferraresi non è un caso: al di là dei palazzi e delle opere più note, secondo Bassi il vero tesoro di Ferrara sta proprio nel suo insieme, e quindi nei grandi progetti urbanistici che generazione dopo generazione hanno dato alla città la struttura e la forma che oggi conosciamo. Tra le novità del nuovo testo di Bassi vi è anche un omaggio a una figura spesso trascurata: Pellegrino Presciani, la cui importanza per l’addizione erculea sarebbe stata addirittura maggiore rispetto a Biagio Rossetti. “Sono convinto – afferma Bassi – che l’addizione erculea sia una sua invenzione. Rossetti è stato un grande architetto che lavorava per fare di quei luoghi dei contenitori di arte e qualità. Ma la concezione dell’addizione nel suo insieme è da attribuire certamente a Pellegrino Presciani. C’è un deposito dei suoi scritti e chissà se qualche fondazione, istituto o ministero (e il suo sguardo passa per un attimo dal pubblico a Franceschini, ndr) non se la senta di leggere e valorizzare quei testi, dove sono contenute notizie sulla costruzione di Ferrara che potrebbero essere rivoluzionarie”.

unnamed (12)Testi che parlano di un tempo in cui davvero l’urbanistica poteva nascere dalla fantasia e dall’intelligenza di un singolo uomo. Molto diversa, secondo Tagliani, la situazione attuale: “Rispetto a qualche anno fa – afferma il sindaco – le sollecitazioni ci raggiungono in maniera più complessa. Un tempo si chiedeva agli urbanisti di immaginare mentre oggi è impossibile avviare un progetto senza una grande partecipazione popolare. Nella zona dell’ex Sant’Anna abbiamo un piano particolareggiato redatto con i cittadini, che prevede parchi, giardini e parcheggi sotterranei. Tu nel libro – afferma rivolgendosi a Bassi – spieghi che dopo mille litigi i ferraresi presero un veneto per fargli progettare l’Addizione Erculea, mentre oggi sono in grado di progettare il proprio futuro. Il problema è che finchè la Regione, che è il committente, non si doterà di un organo immobiliare sarà impossibile avviare il progetto, soprattutto in un momento in cui abbiamo decine di importanti contenitori da riempire. Nel frattempo ci sono gli ambulatori delle medicine di gruppo, ma non si può fare un pronto soccorso senza che dietro ci sia anche una chirurgia e una medicina di urgenza”.

Tra le proposte di Bassi vi è anche quella di una maggiore valorizzazione dell’asse fluviale del Po di Volano, che percorre Ferrara da nord a sud. Il sindaco appoggia l’idea “di recuperare anche quel turismo fluviale pensando a investimenti importanti”, mentre riguardo all’ex Teatro Verdi punta a un progetto diverso da un semplice restauro: “La soluzione non è trovare 10 milioni di euro per un altro teatro – afferma il sindaco -, ma qualcosa che si sposi maggiormente con le vocazioni della città, ad esempio servizi per mobilità ‘lenta’ e capace di attirare turismo: dagli itinerari in centro alla bicicletta, che unisce sport, movimento, trasporto e interesse peri turisti”.

L’ultimo giro di interventi riguarda i ‘punti di orgoglio’ come amministratori pubblici dei tre protagonisti della conferenza: Bassi ricorda “con grande piacere ed entusiasmo” l’esperienza da assessore: “C’era un’atmosfera di grande apertura e in quegli anni sono state fatte cose fondamentali, come lo spostamento del Museo del Duomo nella nuova sede. È stata un’avventura in cui l’amministrazione e la curia hanno trovato una convergenza e oggi credo che il museo sia uno dei tesori più preziosi della città”. Franceschini, come ministro, cita come operazione più importante “quella che in realtà sembra la più leggera: la prima domenica del mese gratis nei musei. Mese dopo mese abbiamo visto come i cittadini abbiano ricominciato a frequentare le esposizioni e il picco di visite è stato raggiunto a gennaio e febbraio, proprio quando ci sono meno turisti. È un progetto con un importante valore pedagogico”. E Tagliani, dal canto suo, conclude affermando che “la mia più grande ambizione e quella di non lasciare eredità, visto che io ne ho avute di importanti e spero di non lasciarne a chi mi seguirà. In questi dieci anni abbiamo dovuto aprire un ospedale deciso vent’anni, una statale ferma da dodoci anni, riaprire col Meis il vecchio carcere, cercare soluzioni per l’ex Mof e tanto altro. Potendo scegliere, avrei preferito cominciare da zero, quindi se il mio successore sarà in grado di definire una politica per la città senza pensare a cosa c’è stato prima sarà già una grande cosa. Oltre a questo, spero di lasciare centro storico ancora più riqualificato”.

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