Negri: “Gay? Li giudicavano anomalia. Dovrebbero ricordarlo”
Il vescovo: "Ora che l'omosessualità ottiene riconoscimento sociale pensano di essere il meglio del meglio"
“Le sfide che il presente ci sta lanciando sono evidenti, a partire dall’attacco alla famiglia naturale”. Il vescovo Luigi Negri, intervistato venerdì scorso da Il Giornale di Vicenza, chiarisce ancora una volta le proprie priorità etiche e lo fa dal raduno del movimento ‘Regina dell’Amore’, a Poleo di Schio. Alla vigilia della manifestazione contro l’omofobia organizzata da Arcigay, MaiMa, Agedo, Starfish e Circolo Tondelli, che sabato ha diviso la piccola frazione veneta in due ‘fazioni’: da una parte i partecipanti al meeting dell’associazione filo-cattolica (che in zona sta contribuendo alla costruzione di una scuola paritaria), dall’altra i circa 200 manifestanti per i diritti omosessuali che hanno sfilato a poche decine di metri di distanza, con un notevole dispiegamento di forze dell’ordine ma senza che si registrassero particolari tensioni.
Ma per Negri, intervistato il giorno precedente, l’organizzazione di una sfilata è già sufficiente per tacciare gli attivisti per i diritti lgbt di “intolleranza” e “ignoranza”. Alla domanda sulla sua opinione riguardo la manifestazione, il vescovo risponde lapidario: “Queste persone che si sentono discriminate, alla fine sono la prime a discriminare chi non la pensa come loro. Ed è per questo che dico che l’intolleranza nasconde l’ignoranza. Ora che l’omosessualità sta ottenendo un riconoscimento sociale pensano di essere il meglio del meglio. Ma fino a poco tempo fa l’omosessualità era considerata un’anomalia”. “E quindi?”, chiede l’intervistatrice di fronte alla inconsueta argomentazione ‘storica’. “Quindi dovrebbero ricordarlo”, è la secca risposta dell’arcivescovo di Ferrara e Comacchio, secondo cui occorre “ripartire dalla lealtà nei confronti di se stessi e delle proprie convinzioni. Se una persona non è impegnata nei confronti della propria umanità, non può accostarsi all’incontro con Cristo”.
Del tutto diverso, secondo Negri, è il punto di vista cattolico che viene insegnato nelle scuole paritarie, come quella in costruzione a Schio: “Nella sua particolarità, questo progetto è una grande testimonianza di persone che si impegnano per la salvaguardia dei valori in cui credono e che oggi hanno sempre meno cittadinanza nelle istituzioni pubbliche. L’educazione intelligente, anche se improntata sulla dottrina cattolica, arriva sempre a far incontrare la diversità. Ma a partire dalla propria identità, che non deve mai essere dimenticata”.