
Carlo Giovanardi (foto di Vincenzo Iaconianni, licenza CC BY-SA 3.0)
“Chiedere scusa alla madre di Aldrovandi? In tutta questa vicenda non ho da scusarmi di nulla”. Sarebbe più semplice muovere una montagna piuttosto che le granitiche certezze di Carlo Giovanardi, che anche dopo la decisione di Patrizia Moretti di ritirare la querela per diffamazione a suo carico continua a non arretrare di un millimetro dalle proprie posizioni (ampiamente smentite in tribunale in sede di udienza preliminare) riguardo al caso Aldrovandi.
“La madre di Aldrovandi ha fatto la querela, la madre di Aldrovandi ha ritirato la querela. Ne prendo atto. Non ho nulla da commentare”. Il senatore del Nuovo Centrodestra taglia corto di fronte alle richieste dei giornalisti di Repubblica e del Fatto Quotidiano di esprimere un’opinione sulla scelta della Moretti, limitandosi ai semplici dati processuali. Senza la querela cade anche la richiesta al Senato del gip Monica Bighetti per poter processare il parlamentare, che nel frattempo sembra più intenzionato che mai a mettersi alle spalle tutta la vicenda. Le risposte ai giornalisti sono quindi secche e poco diplomatiche, in particolare di fronte all’invito a scusarsi per le falsità sostenute durante il programma La Zanzara di Radio 24, quando Giovanardi sostenne che lo ‘sfondo’ rosso dietro la testa di Federico, nella foto scattata all’obitorio, non fosse il sangue de ragazzo ma soltanto un cuscino.
Parole che secondo il gip di Ferrara non potevano che essere dettate dalla mala fede, con dichiarazioni “contrarie al vero – scriveva il magistrato -, in maniera consapevole e volontaria o comunque senza verificare la fondatezza delle proprie affermazioni (così volontariamente accettando il rischio di riferire circostanze false)”. Un atteggiamento (assieme a quello di Franco Maccari e Paolo Forlani, verso cui erano indirizzate le altre querele per diffamazione) da cui scaturiva l’amara riflessione con cui la Moretti motivava la propria scelta: “Sono convinta che una sentenza di condanna non potrebbe cambiare persone che – da quanto capisco – costruiscono la loro carriera sull’aggressività e sul rancore”.
Ma anche in questo caso Giovanardi non ha molto da dire: “Non so a chi si rivolge, sicuramente non a me”, afferma mentre cerca di smarcarsi dalle domande dei giornalisti. Ribattendo solo a chi gli parla apertamente delle “falsità” pronunciate in diretta a Radio 24. “Dite cose totalmente infondate e false – sono le parole di Giovanardi -. Non è stato provato. Ho messo qui in giunta le risultanze dei periti su quello che è successo, ma non c’entra niente col caso Aldrovandi. Sono cose successive di qualche giorno”. Per non parlare dell’invito a scusarsi con la madre del ragazzo ucciso: “Non ho da scusarmi di nulla”, sono le ultime parole del senatore prima di allontanarsi dalle domande poco compiacenti della stampa.
Nel frattempo si è chiuso in mattinata il processo a carico di Paolo Forlani, uno dei quattro poliziotti condannati per la morte di Federico e querelato dalla Moretti per un’offesa apparsa sulla pagina facebook della associazione Prima Difesa. Di fronte alla remissione di tutte le querele, il giudice Marini non ha potuto far altro che prendere atto della decisione della donna, estinguendo il reato per Forlani.