Lite tra contradaioli. Uno finisce al Sant’Anna
Un diverbio tra contrade storicamente rivali finisce con un uomo colpito all'orecchio che ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell'ospedale Sant'Anna di Cona
Un diverbio tra contrade storicamente rivali finisce con un uomo colpito all'orecchio che ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell'ospedale Sant'Anna di Cona
Era arrivato fino a Codigoro con la moglie per una tranquilla giornata di pesca. Rossano Bondioli, 74enne residente a Malalbergo in provincia di Bologna, è deceduto dopo che, lanciando la lenza, ha toccato con la canna da pesca il filo di un traliccio dell'alta tensione venendo fatalmente attraversato dalla scossa
Quasi duemila operatori impegnati durante l'arco di tutta la stagione calcistica. Al termine del Campionato di Calcio di serie C per la stagione 2024/2025, conclusosi il 17 maggio con la vittoria nella partita per i playout della Spal sul Milan Futuro, la Questura di Ferrara traccia un resoconto delle attività svolte
La scuola di Viale K in via Mura di Porta Po ha ospitato la presentazione del libro "Per un comunismo della cura" di Gian Andrea Franchi
Gli studenti saranno impegnati in un percorso di otto lezioni da 2 ore ciascuna in cui analizzeranno l’inquadramento normativo relativo all’uso di droghe pesanti, le conseguenze dello spaccio e dell’utilizzo di sostanze stupefacenti
Rinnovamento tecnologico della medicina nucleare del Sant’Anna per rendere il nuovo reparto di terapia radiometabolica dell’ospedale di Cona, un polo di riferimento nazionale. L’acquisizione di strumenti all’avanguardia e l’apertura della nuova degenza con due stanze da due posti letto ciascuna sono i cavalli di battaglia del nuovo reparto del settore 2, corpo C, del primo piano, presentato oggi alla stampa in occasione del primo anniversario. È trascorso esattamente un anno, infatti, dal trasferimento, ultimo in ordine di tempo, della medicina nucleare dal vecchio Sant’Anna di corso Giovecca al nuovo di Cona, avvenuto a maggio 2014. Questo trasferimento non è stato un semplice trasloco ma un rinnovamento completo del reparto e con esso dei servizi offerti ai pazienti.
“È un reparto di dimensioni contenute ma dotato degli strumenti migliori attualmente in commercio a livello internazionale” spiega durante il tour Luciano Feggi, direttore del nuovo reparto di terapia radiometabolica, indicando la spect-tac e la pet-tac. “La vecchia spect di corso Giovecca era obsoleta e non è stata trasferita – specifica Feggi – ma sostituita da un apparecchio di ultimissima generazione così come per le indagini pet, le cui apparecchiature su mezzo mobile (utilizzate dal 2004 al 2014) sono state sostituite dalla prima pet-tac ‘flow motion’ installata in Italia e seconda in Europa. All’avanguardia anche le nuove attrezzature per la produzione dei farmaci radioattivi, prodotte dall’azienda ferrarese MecMurphil con cui stiamo mettendo insieme un lavoro comune per rendere Ferrara un polo di riferimento nazionale per questo tipo di strumentazioni”.
“La nuova pet ha consentito di eseguire oltre 420 indagini dall’inizio dell’anno – prosegue il direttore del reparto – con un incremento di oltre il 40% rispetto all’analogo periodo dello scorso anno. L’aumento delle prestazioni, già destinato ad incrementare quando il reparto funzionerà a pieno regime, permette di assorbire la ‘migrazione’ dei pazienti che prima dovevano recarsi fuori provincia (Bologna) o fuori regione (Rovigo) per ricevere questi trattamenti, tant’è che il 50% dei pazienti trattati al Sant’Orsola veniva da Ferrara”. Adesso la situazione sembra pronta a ribaltarsi con il nuovo centro di degenza: “Dei 35 pazienti curati da gennaio fino ad oggi – nota Feggi – il 20% proviene da fuori provincia o fuori regione, confermando il nostro nuovo reparto di terapia radioattiva come un punto di riferimento nazionale”.
Il nuovo reparto di degenza, definito dai medici “accogliente, funzionale e soprattutto sicuro”, è dedicato alla cura di tumori per i quali è necessaria la somministrazione di farmaci con una quota di radioattività che rende necessario il ricovero da due a quattro giorni in ambiente cosiddetto ‘protetto’ al fine di evitare il rischio di irradiazione sia alle persone che all’ambiente. “La terapia con isotopi radioattivi – conclude il direttore sanitario del Sant’Anna Eugenio Di Ruscio – è una terapia promettente, che verrà ulteriormente indagata e sviluppata e per la quale ci stiamo attrezzando. L’obiettivo del nostro ospedale è offrire l’intero spettro di prestazioni diagnostiche e terapeutiche con continuità della cura, mettendo al centro il paziente e l’umanizzazione dei servizi. Molto è stato fatto per il rinnovamento tecnologico ma anche dal punto di vista umano con un corso di formazione dedicato al personale per migliorare il rapporto fra operatori e pazienti”.
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