Sport
27 Maggio 2015
Il comandante della polizia penitenziaria: “Il nostro carcere ha fatto il salto di qualità”

Vicittà, quando lo sport corre dietro le sbarre

di Elisa Fornasini | 4 min

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OLYMPUS DIGITAL CAMERA“L’istituto penitenziario di Ferrara è uno dei più aperti verso l’esterno di tutta Italia e ha fatto questo salto di qualità grazie al progetto ‘Le porte aperte’, promosso dal comitato ferrarese Uisp sotto l’attento controllo del personale della polizia penitenziaria”. Il comandante della polizia penitenziaria Paolo Teducci, affiancato dalla vice comandante Annalisa Gadaleta, commenta così le numerose iniziative sportive di diverse discipline, dal calcio alla pallavolo, dal basket al pugilato, che si tengono all’interno della casa circondariale di via Arginone.

L’attività motoria in carcere della Uisp ha infatti una tradizione trentennale: i primi rapporti del comitato ferrarese con la casa circondariale risalgono agli anni ’80. Dal 1992 l’attività è diventata continuativa e si è svolta ininterrottamente fino ad oggi grazie all’impegno costante della commissione sportiva, composta dal referente Uisp Davide Guietti, dalle educatrici e dai rappresentanti dei detenuti. Nel 2003 è sceso in campo anche il Comune di Ferrara, stipulando una convenzione rinnovata ogni tre anni fino al 2017.

In questo contesto si inserisce “Vivicittà”, un’iniziativa di rilevanza sia sportiva che sociale. La corsa podistica nazionale, ormai tra gli appuntamenti fissi del calendario sportivo della città estense, festeggia la 21esima edizione anche dietro le sbarre. Questa mattina si sono sfidati undici detenuti e un gruppo di atleti esterni in un percorso di quasi 3 km, pari a tre giri della cinta muraria, che il primo arrivato ha compiuto in 8 minuti e 18 secondi. Tutti i partecipanti sono stati premiati con una maglietta e i primi tre hanno ricevuto anche un cappellino, in più il vincitore è tornano in cella con uno zainetto. Regali simbolici che significano molto per chi ha perso il regalo più importante: la libertà.

carcere3In realtà le richieste di partecipazione erano molte di più: delle 80 richieste pervenute, Uisp ne ha selezionate 25 che avevano i requisiti richiesti, ovvero il certificato medico e non essere collaboratori di giustizia, protetti o in alta sicurezza. Alla partenza però si sono presentati solo in undici, tutti gli altri erano probabilmente impegnati in colloqui o attività lavorative. Il minor numero di partecipanti detenuti rispetto allo scorso anno è stato ‘supplito’ dal maggior numero di atleti esterni di Passione Running, Polisportiva Quadrilatero, Argine Berra e Ferrariola. A indossare le scarpe da corsa anche il consigliere regionale Paolo Calvano e il presidente di Corri Ferrara Massimo Corà.

“L’aspetto più importante di questa piccola maratona – fa gli onori di casa il direttore della casa circondariale Paolo Malato – è quello della risocializzazione: alla manifestazione hanno partecipato detenuti dai 20 agli 80 anni che hanno potuto così riallacciare i rapporti tra di loro e con la comunità esterna. I principi di umanizzazione della pena e di rieducazione, sanciti dalla Costituzione, sono quindi pienamente soddisfatti nel nostro istituto penitenziario”. “Queste iniziative dalla forte finalità rieducativa – aggiunge l’educatrice Loredana Onofri – servono tantissimo sia ai detenuti, che possono così sviluppare le proprie capacità di autodeterminazione e fare attività motoria, che a noi educatori come strumenti di osservazione”.

“La vocazione per lo sport sociale è il nostro tratto distintivo – commenta Carlo Balestri, vicepresidente regionale Uisp – perché fa parte del nostro dna promuovere lo sport per tutti, nessuno escluso, per trasformare il disagio in agio”. L’importanza di queste politiche educative è sottolineata anche dalle parole del presidente Uisp Ferrara Enrico Balestra, secondo cui lo sport è “parte integrante di questo sistema di welfare di riabilitazione e rieducazione”, e dell’istruttore Michele Testoni, secondo il quale il “rispetto delle regole dell’attività rappresenta un primo passo verso l’accettazione delle più ampie regole sociali”.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA“Queste belle iniziative ci danno il segnale di una comunità che riesce a essere coesa e a lavorare insieme – dichiara a sua volta il consigliere regionale Paolo Calvano – perché la forza dello sport è una forza enorme di un settore che, fatto come si deve, tiene insieme la comunità”. Un’apertura verso l’esterno sottolineata anche e soprattutto dall’assessore allo Sport Simone Merli: “Il carcere non è fuori la città ma è un quartiere della città che si distingue per un recinto dove dentro ci sono delle persone, ci potrebbero essere i nostri figli, è un pezzo di vita della nostra comunità che piaccia o meno. L’istituto penitenziario è una realtà positiva della città che rivaluta lo sport come un pezzo delle politiche sociali che per troppo tempo è stato sottovalutato ma che è utile alla comunità. Per questi motivi lancio un appello al mondo sportivo ferrarese di essere attento all’idea di ‘dare’ perché si può fare di più, magari espandendo il programma delle iniziative in carcere con altre discipline sportive”.

A rispondere all’appello è l’asd Pugilistica Padana Ferrara che, per la prima volta in Italia, entrerà con una manifestazione di pugilato all’interno di una casa circondariale. Il radino pugilistico, a cui prenderanno parte i fratelli Duran, si terrà venerdì 12 giugno nel campo sportivo del carcere di via Arginone.

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