Si allarga a macchia d’olio, e con risvolti clamorosi, l’inchiesta “Dirty soccer” partita dalla Procura della Repubblica di Catanzaro e che nella sola giornata di martedì ha portato al fermo di oltre una cinquantina tra presidenti, allenatori, calciatori, dirigenti, semplici addetti ai lavori (tra cui anche magazzinieri) di Lega Pro e Serie D, ma anche imprenditori e professionisti italiani e stranieri.
Un vero e proprio scandalo che irrompe nel mondo del calcio e delle leghe minori, a scoperchiare una fitta rete di partite truccate che porta all’accusa gravissima di associazione per delinquere finalizzata alla frode calcistica e a cui si aggiunge l’ombra scura del coinvolgimento di organizzazioni di stampo mafioso come la ndrangheta.
Già la prima serie di arresti e l’elenco delle partite incriminate aveva toccato diversi tesserati di Lega Pro e anche alcune gare che vedono coinvolte direttamente o indirettamente compagini del girone B, quello della Spal, conclusosi due settimane addietro.
Se per il match di coppa Lega Pro Pisa-Torres, da quanto emerso, è la posizione della compagine sarda ad essere compromessa e non quella dei nerazzurri toscani, ben diversa la situazione del Santarcangelo e dell’Aquila. Sono entrambe accusate di aver ‘accomodato’ il risultato dei due confronti diretti di campionato (andata e ritorno); per i romagnoli poi sono sotto indagine la gara contro il Prato e il match contro il Grosseto; le accuse di ‘alterazione del risultato’ per gli abruzzesi si estendono invece alle sfide con Tuttocuoio e Savona.
Ma non è – purtroppo – tutto. Come temuto, si tratta unicamente della punta dell’iceberg che rischia di investire e mettere in forte dubbio la regolarità di diversi campionati: e nella giornata di mercoledì sono infatti emersi i nomi di altre squadre coinvolte ed ulteriori dettagli che non faranno certamente bene alla credibilità di uno sport già martoriato, nel recente passato, da vicende simili.
Ad essere sospettate sono altre cinque gare e coinvolgerebbero nomi di squadre “big” di Lega Pro: la Salernitana (del presidente Lotito, già massimo dirigente della Lazio) neo promossa in serie B, il Benevento e soprattutto l’Ascoli, che ha terminato la stagione al secondo posto nel girone B, lo stesso della Spal, dietro il Teramo e davanti alla Reggiana terza e proprio ai biancazzurri quarti.
Se ne saprà maggiormente nelle prossime ore, ma il calcio e più dettagliatamente la Lega Pro stanno pericolosamente barcollando. E si annuncia una estate ‘caldissima’ che sarà inevitabilmente influenzata dall’inchiesta di questi ultimi giorni e dovrà anche fare i conti con l’ormai consueta lista di mancate iscrizioni ai campionati.
Quanto sta accadendo non può lasciare indifferente il Presidente spallino Walter Mattioli, che della Lega Pro è anche componente del Consiglio. Ma è soprattutto massimo dirigente di una squadra che ha sfiorato il sogno di partecipare ai playoff in cui oggi sono (e sono state; ndr) impegnate squadre coinvolte nell’inchiesta. «Che cosa posso dirvi? – commenta, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione nella serata di mercoledì -. Siamo semplicemente sconvolti, amareggiati, scioccati. Queste sono le parole migliori per rappresentare il nostro stato d’animo in queste ore. Perchè è vero, non si tratta purtroppo dei primi casi simili nel mondo del calcio, ma quando questi brutti episodi vanno a toccare una realtà così vicina e soprattutto a minare la regolarità di un campionato, si rimane assolutamente senza parole. E molto arrabbiati».
Domanda scontata: cosa potrà succedere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi? E come si muoverà, eventualmente, la Spal per tutelarsi rispetto all’irregolarità dei campionati? «Me l’hanno chiesto in tanti in queste ore. Faremo qualcosa? Non lo so, francamente non ne ho idea. Se penso che siamo andati ad un passo dal giocarci gli spareggi promozione e che chi ci è finito davanti in classifica, o in altri gironi ha vinto addirittura il campionato, lo ha fatto attraverso modi non leciti, la rabbia è davvero tanta. Non posso sapere cosa accadrà da qui in avanti, come si evolverà la situazione dei campionati, se le classifiche verranno stravolte. Mi hanno chiamato dalla Federazione nelle scorse ore ci sarà a brevissimo un Consiglio Federale straordinario o una riunione per capire come si evolverà la situazione. Purtroppo la Lega è essa stessa vittima di questa vicenda e presumibilmente chi deciderà le sorti di chi è e sarà coinvolto nell’indagine potrà essere la Procura Federale attraverso il Procuratore Palazzi. Quindi con punti di penalizzazione, squalifiche, multe, magari da scontare nel prossimo campionato. Però lo ribadisco: in questo momento non so cosa potremo aspettarci e quali decisioni verranno prese».
I pensieri di Mattioli sono anche per alcuni colleghi Presidenti ‘vittime’ del sistema emerso dalle indagini. «Assolutamente. Penso ad esempio alla dirigenza del Santarcangelo, che conosco personalmente. Si tratta di professionisti seri, di persone in gamba che hanno sempre lavorato con il massimo impegno, la più totale trasparenza e dedizione per la loro società. Sono colleghi e amici, non posso nemmeno immaginare la quantità di dolore e dispiacere che possono provare in queste ore. E’ una vicenda bruttissima che ferisce chi è innamorato di questo sport e di questo mondo, e purtroppo ci sono delle cose fatte di nascosto che è davvero difficile andare a scoprire, fermare, bloccare sul nascere. E sono proprio quelle che danneggiano le persone per bene, le società e i tifosi».
«Io sono fatto a mio modo – prosegue il ‘Pres’ biancazzurro – lo sapete. Voglio sempre vincere, ma sul campo, e perchè la mia squadra si dimostra più forte degli altri. E al tempo stesso, se devo perdere, succede perchè gli altri sono stati più bravi di noi. Non riesco ad immaginare altri modi per farlo. Quanto accaduto è un altro mondo rispetto al modo di pensare della nostra dirigenza, della famiglia Colombarini, della Spal e di tutto il mondo biancazzurro. Per quanto riguarda la nostra società, posso dire che nel corso delle ultime stagioni ho fatto incontrare degli esperti del settore con i nostri giocatori, per fare capire loro quali possono essere le conseguenze di condotte simili. E’ stato un modo di fare prevenzione, perchè posso garantire che la Spal e questa dirigenza faranno sempre di tutto per tenere lontano dal blasone e dalla propria storia gloriosa situazioni gravi come quelle che stanno emergendo in questi ultimi giorni».
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