Che la chiesa cattolica consideri il diavolo qualcosa di molto più serio e reale di una semplice metafora sul male lo testimoniano anche le parole di Papa Francesco, che nel corso di una recente omelia ha affermato che “a questa generazione, e a tante altre, hanno fatto credere che il diavolo fosse un mito, una figura, un’idea, l’idea del male. Ma il diavolo esiste e noi dobbiamo lottare contro di lui”. Non stupirà quindi la notizia della partecipazione dell’arcivescovo di Ferrara e Comacchio, Luigi Negri, al corso di esorcismo a Roma organizzato dall’Istituto Sacerdos, supportato dal Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa di Bologna e dalla Congregazione per il Clero, che si terrà nel corso della prossima settimana all’Università Europea di Roma.
A Negri sarà affidata la lettura della lectio magistralis dal titolo “Esorcismo e nuova evangelizzazione”, durante la mattinata di apertura del corso a pagamento (250 euro, che salgono a 500 con traduzione simultanea), lunedì 13 aprile. Lezioni rivolte sia al clero che al mondo laico, in particolare alle nuove generazioni al fine – come dichiarano gli organizzatori – “di evitare i pericoli dell’occultismo e del satanismo tra i giovani”. Oltre al vescovo di Ferrara non mancheranno alcuni nomi assai rinomati negli ambienti clericali: dal cardinale Mauro Piacenza al teologo Helmut Moll, passando per gli esorcisti François Dermine, Francesco Bamonte, Baningno Palilla e Cesar Truqui. Ma non mancheranno neanche personalità di spicco del mondo della psicologia (come il docente della Sapienza Anna Maria Giannini) o della giustizia, come il sostituto procuratore di Roma Michele Nardi.
Tra gli obiettivi principali del corso vi è infatti quello di insegnare a distinguere con precisione le situazioni di disagio psichico dai casi di possessione diabolica riconosciuti dalla Chiesa Cattolica. Un discorso su cui Negri si è già espresso in passato, affermando come a suo avviso l’influenza di Satana sul mondo si manifesti sia attraverso possessioni da sradicare attraverso gli esorcismi, sia soprattutto attraverso quel degrado morale e quella crisi dei valori ricorrenti nelle sue omelie. Un concetto che l’arcivescovo ha sottolineato anche due anni fa, quando partecipando a un analogo corso organizzato dall’Ateneo Regina Apostolorum spiegò che “la maggior parte [della popolazione, ndr] obiettivamente e per fortuna non è posseduta nel corpo, ma nella testa. Ecco perchè in questi anni mi sono sforzato di dimostrare che la questione dell’esorcismo, che ha una sua assoluta specificità e per la quale occorrono conoscenze adeguate e anche una certa prudenza, è la punta dell’iceberg di una realtà molto più vasta, di carattere culturale. E la chiesa è chiamata ad affrontare questi problemi innanzitutto da un punto di vista culturale e antropologico, per poi arrivare là dove è necessario a esercitare quel potere sul male di cui il Signore la ha dotata”.
Due diverse manifestazioni di Satana – almeno secondo il pensiero cattolico – che implicano nella visione di Negri i due diversi ruoli di sacerdoti ed esorcisti: “Noi abbiamo una funzione specifica e loro hanno una funzione specifica – è il pensiero del vescovo – all’interno di un cammino di cultura e carità che è la grande responsabilità della Chiesa da sempre”.