Blog
23 Marzo 2015

Corrado, Mondaini e Vianello

di Gianni Fantoni | 4 min

Ci sono personaggi televisivi che diventano persone della tua cerchia familiare. Anzi, c’erano, perché ora in tv ci sono certi tipi che se ti si presentassero davanti alla porta chiameresti volentieri la polizia. Come ebbe a dire Sandra Mondaini, «Siamo di quella generazione in cui l’attore sapeva di entrare nelle case senza suonare il campanello, e quindi ci entrava con la cravatta e con garbo.»

Oggi ti entrano in casa praticamente forzandoti la serratura, urlando, come un attacco terroristico, lasciandoti dentro spesso l’angoscia che poi ti porti a letto prima di coricarti, mentre prima facilmente era un sorriso ad accompagnarti nelle braccia di Morfeo.

Un po’ di zapping qua e là sulla tv generalista e trovi: infiniti ed inconcludenti talk show con le solite brutte facce da consumati politici da palco, quiz preserali colorati di luccicante volgarità, comicità a basso costo e bassissimo gusto. Ma nei canali a pagamento non c’è di meglio: trasmissioni su fintissimi tradimenti spacciati per veri, sequenza di raccapriccianti malattie misteriose, tutto su orribili lifting, erotismo d’accatto, iper-reality show su qualsiasi cosa. Mi aspetto presto un talent per andare a spurgare i pozzi neri, e siccome la realtà supera sempre la fantasia mi aspetto di vederlo nella prossima stagione!

Sono cresciuto nel tempo giusto per vedermi il meglio della tv italiana. Quell’intrattenimento mai volgare in cui uno degli alfieri assoluti era Corrado. Con la sua sottile ironia romano-inglese era in grado di presentare ore di Domenica In (format di sua invenzione) o di rimanere impassibile al fianco del concorrente di turno della Corrida, suscitando ilarità termonucleare, senza alcun bisogno di spingere un pulsante o di mettersi su di un antipatico piedistallo a dire “Sì o no.” Lo incrociai una volta sola, nei corridoi di Cinecittà, attorno al 1994. Mi ricorderò sempre cosa mi disse: «No, grazie!» Gli avevo appena offerto una delle paste da un cabaret che portavo in giro il giorno del mio compleanno; ero nel corridoio sovrastante lo studio televisivo in cui stavo lavorando, adiacente l’ufficio di Corrado. Chiuse la porta sorridendomi gentile. E pensare che ero stato anche in predicato di lavorare con lui… Avrebbe dovuto essere un commissario in una fiction tutta sua, e io il suo aiutante. Il Destino non volle.

Sandra Mondaini, un pomeriggio d’estate del 1991, camminava verso di me, appena entrata nella hall del palazzo di Canale 5. Era la prima volta che la vedevo, e non sarebbe stata l’ultima. Diceva cose tipo «Bravo! Ti vediamo io e Raimondo da Costanzo, ci fai ridere!» Siccome, pur essendo in traiettoria, parlava da lontano e portava gli occhiali da sole, mi girai perché pensavo ce l’avesse con qualcun altro. «No! Ce l’ho con te!» aggiunse. Le baciai la mano e sparì, come una visione. Una vampata di calore mi salì in viso. Un’emozione forte, che si replicò in un altro paio di occasioni, l’ultima delle quali risale al 2001, nel programma “La Notte Vola” per Canale 5. In uno sketch scritto da me, impersonavo Costanzo e per dovere di copione avrei dovuto darle del “tu”. Le chiesi il permesso. «Ma certo! Detto da te mi va bene tutto. Dimmi tutto quello che vuoi!» Le ribaciai la mano.

Durante le feste natalizie era usanza che “il Dottore” arrivasse a salutare tutte le maestranze negli studi di produzione televisiva. “Il Dottore”, naturalmente, era Silvio Berlusconi, ancora lontano dalla politica e quindi ben visto un po’ da tutti, simbolo di successo e rinnovamento della tv. Era il 1992. Molte star attendevano l’avvento del patron in religioso silenzio, schierati nella studio di Dribbling, aderenti alle pareti dei corridoi, in sospensione temporale. Io ero lì, e davanti avevo Raimondo Vianello. Non avevo ancora avuto il coraggio di parlargli, pur avendolo incrociato diverse volte nei corridoi, ma questa volta vinsi la mia timidezza. Gli allungai la mano: «Raimondo, che piacere. Posso stringerle la mano? Scusi l’impaccio, sono un po’ timido…» Lui: «Un po’ timido?! Con quella faccia?…». Aggiunsi: «Senta, mi piacerebbe tantissimo lavorare con voi a Casa Vianello, anche una volta sola, anche per fare una cosa piccola…» «Tipo cosa?» «Anche uno che suona il campanello!…» «Uno che suona il campanello…» «Sì!» Pausa di 3 secondi. Lui: «…così io non apro, e nessuno saprà mai chi è stato!»

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com