Blog
9 Marzo 2015

“Le faremo sapere”

di Gianni Fantoni | 4 min

Ogni volta che un attore partecipa ad un colloquio per un lavoro deve mettere in conto che l’esito, quale che sia, non è sempre dato all’istante, anzi. Persino la formula “Le faremo sapere” è caduta in disuso: nel caso negativo non stanno più nemmeno ad avvertirti, lo devi capire da solo che non ti hanno preso. Gli attori vivono in un limbo perpetuo, sempre in attesa, probabilmente per non perdere la priorità acquisita. I più fortunati, con una serie di collaudati giochi di sponda, telefonate fintamente disinteressate, interpolazioni di dati degne di un detective privato, riescono a sapere le motivazioni della bocciatura. Come sicuramente è capitato a molti, a me è successo di essere troppo vecchio per fare il giovane, troppo giovane per fare il vecchio, troppo… sbagliato per quel ruolo anche quando anagraficamente corrispondevo: ho perso una puntata come special guest del Maresciallo Rocca quando avevo quarant’anni perché non ero esteticamente quarantenne! Parole del regista! A un programma comico trasmesso su Canale 5 non sono andato bene perché ero… troppo televisivo! Gli episodi si sprecano.

Ma non sempre l’impressione della propria performance che si ha dall’interno corrisponde con ciò che percepisce la gente. Il mio primo provino per Fininvest, oggi Mediaset, risale al 1989. Cercavano volti nuovi per un programma che si chiamava “Star 90”, il provino si svolse a Bologna, alla discoteca Vertigo adiacente la basilica di San Luca. Sotto lo sguardo attonito e silenzioso della famosa selezionatrice Gianna Tani imitai il termosifone, il pomodoro classico e quello fiaschetto. Credevo di avere ispirato poco meno della pietà tra gli astanti, invece quel provino mi fruttò un primo passaggio televisivo a “La lunga notte dei provini” su Italia 1 con ripetizione a Blob. Per quanto non si capisse bene il motivo del ripescaggio su Rai Tre, se per esaltarmi o per prendersi gioco di quelle cose strane che facevo, a me fece molto piacere. A “Star 90” però non mi presero: venni a sapere da uno degli autori che fu solo per sovraffollamento, visto che avevano più personaggi nuovi che ore di trasmissione a disposizione.

Il secondo, ma ben più importante provino, fu per “Stasera mi butto”, trasmissione per imitatori debuttanti condotta da Gigi Sabani per Rai Due. A Roma dovetti confrontarmi con non meno di 200 aspiranti Banfi-Corrado-Bongiorno. Mentre si attendeva in mezzo alla strada davanti alla Rai per la chiamata, una signora uscì dal cancello per dare a tutti dei numeri da un blocchetto tipo lotteria, per l’ordine di entrata. Fu presa d’assalto. Io mi spostai per non partecipare alla ressa; si spostò lei verso di me e senza che io glielo chiedessi mi diede il 47: “morto che parla”! Quando mi toccò ad essere davanti alle telecamere l’emozione mi prese, mi sembrò di farfugliare troppo e credevo di non aver passato il provino. Mi chiamarono invece per la seconda puntata. Fui quindi eliminato in diretta televisiva e pensavo quindi non cominciasse proprio bene la mia carriera televisiva. Invece dopo soli 2 anni conducevo “Striscia la Notizia” in coppia con Claudio Bisio!

Nel 1999 la mia agente di allora riceve un fax per una richiesta di casting per il video musicale di Alex Britti, “Mi piaci”. Purtroppo non l’ho conservato perché era esemplare. La regia, all’inizio affidata sulla carta a Carlo Verdone finì per essere eseguita dai Manetti Bros. Un video molto divertente per una canzone che all’epoca fece sfracelli. Nella descrizione del protagonista che cercavano era indicato uno “tipo Gianni Fantoni.” La mia agente gongolò: “Io ho Gianni Fantoni!” Macché. Le risposero che non andavo bene. Cercavano uno tipo me, ma non me. Il massimo! La parte andò al bravo e simpatico Luciano Gubinelli, mio coetaneo e anche un po’ più corpulento di me, purtroppo prematuramente scomparso l’anno scorso.

Comunque, pare che io sia in buona, anzi ottima, compagnia. Gira da quasi 100 anni un aneddoto che pur non essendo stato confermato nella sua veridicità non è nemmeno stato smentito.

Attorno al 1915 Charlie Chaplin era all’apice del successo mondiale. Il suo personaggio, Charlot, era popolarissimo, il cinema era in piena espansione e le comiche erano il genere preferito dal pubblico. I concorsi per sosia di Charlot erano innumerevoli e, una volta, per diletto e sotto mentite spoglie, volle cimentarsi anche lui. Arrivò terzo!

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com