Cronaca
22 Gennaio 2015
Alcune medie iniziano ad avvicinarsi a quelle regionali, ma rimane la criticità dei tempi d'attesa

Per i direttori sanitari la sanità sta migliorando

di Daniele Oppo | 4 min

rinaldi saltariUn bilancio di fine anno, quello 2014, tutto sommato positivo per le due aziende sanitarie ferrarese, anche se rimangono criticità rilevanti come quella dei tempi d’attesa.

È quello che i due direttori – Gabriele Rinaldi (Azienda ospedaliero-universitaria) e Paolo Saltari (Ausl) – hanno presentato ai sindaci durante la Conferenza territoriale socio-sanitaria tenutasi ieri.

I numeri presentati mostrano – anche a fronte di un calo demografico, delle provenienze straniere nel territorio e della natalità (aumenta invece la mortalità) – un generale calo della produzione ospedaliera nel 2013 (posti letto, ricoveri, pronto soccorso) rispetto ai dati del 2010, anno di riferimento nel quale non si era neppure riusciti a chiudere il bilancio. In particolare i ricoveri Ausl sono diminuiti di quasi il 20%, quelli dell’azienda ospedaliera del 15% e gli altri del 5,5. In totale si sono avuti 11.015 ricoveri in meno nel 2013 (57.205) rispetto a tre anni prima (68.220) che valgono un -16,1% globale.

Anche il rapporto personale/abitanti si sta adeguando alle medie regionali con 14,6 impiegati ogni mille abitanti contro i 13,77 della media regionale.

Tra 2010 e 2014 si è registrato anche un calo delle risorse provenienti dalla Regione, passate da oltre 614 milioni di euro a 600 milioni (il picco si ebbe nel 2011 con quasi 624 milioni).

Andamento positivo, ma sempre molto oltre la media regionale, per il costo pro-capite delle due aziende (al netto dell’integrazione dei costi), passato da 1791 euro a 1746 euro (in regione è 1721). La tendenza è sempre in calo ma dopo una brusca caduta tra 2011 e 2012 si registra una certo appiattimento tra 2012 e 2013, mentre in regione la curva continua a scendere in maniera più netta.

In calo anche i costi di gestione – che includono beni di consumo, servizi sanitari e non sanitari, costo del lavoro, servizi amministrativi, oneri straordinari, accantonamenti oneri finanziari e imposte – passati da oltre 480mila euro nel 2010 a poco più di 430mila euro nel 2014. Da rilevare però che in questo calcolo non viene conteggiata la mobilità passiva, uno dei principali punti di contestazione verso la gestione delle due aziende negli anni dell’ospedale “hub” di Cona.

Il 2014 è stato l’anno dell’avvio del “patto di Fornitura” dell’Azienda Usl, dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e del Privato Accreditato, che per l’anno scorso (ma mantenuto anche come base 2015) prevede un incremento dell’offerta di 34.963 prestazioni nelle branche critiche soggette al monitoraggio del tempo di attesa regionale e ministeriale, per un totale di 512.537 prestazioni. “Queste prestazioni aggiuntive – si legge nel documento illustrato dai direttori – sono state ricavate potenziando le fasce orarie di attività negli otto poliambulatori dell’Azienda Usl, nel poliambulatorio dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e del Privato Accreditato”.

Le note negative arrivano però dai tempi di attesa che richiedono lo sviluppo di un “piano straordinario” per il loro abbattimento che prevede – come si legge nel documento illustrato – una prima fase sperimentale di 13 fine-settimana (sabato e domenica) in cui prevedere un incremento di 7.880 prestazioni nelle tipologie maggiormente critiche. Una seconda fase con incremento mirato complessivo di 17.352 prestazioni partito dal novembre 2014 in ambulatori organizzati nei fine settimana in tutti e tre gli ambiti di garanzia (i tre Distretti Sanitari) per 27 settimane. A maggio 2015 si prevede l’abbattimento costante dei tempi di attesa nella prestazioni critiche e la trasformazione graduale di queste nuove agende in “percorsi di garanzia” attivabili solo in caso di criticità, aumentando la flessibilità del piano. La terza fase prevede l’estensione ulteriore della programmazione a 40 settimane/anno che incrementa fino a 26.992 prestazioni/anno nelle branche critiche e non: questa terza fase verrà attivata se i tempi di attesa non dovessero mantenersi costantemente negli standard e nelle medie regionali, trasformando tutte le agende di nuova apertura in “percorsi di garanzia”.

“Ci è stato mostrato un sostanziale lieve miglioramento – commenta il sindaco e presidente della Provincia di Ferrara Tiziano Tagliani -. Abbiamo recuperato in parte il gap sul costo dei posti letto, sulla distribuzione pro capite del personale. Anche le liste d’attesa stanno migliorando e si è parlato di un lavoro da fare con i medici di medicina generale in tal senso. Durante la conferenza – racconta ancora Tagliani – è intervenuto anche il preside della Scuola di Medicina, ed è stata proposta una maggiore collaborazione con l’azienda ospedeliero universitaria e per lavorare insieme anche agli altri ospedali del territorio”.

Ciò di cui non si è parlato è la lettera anonima che suggeriva ipotesi di “ingranaggi oliati” per smantellare l’ospedale di Lagosanto e che il sindaco di Comacchi Marco Fabbri aveva proposto di inserire all’ordine del giorno: “Non ne abbiamo parlato – afferma secco Tagliani – perché non esiste che ci facciamo dettare l’ordine del giorno dalle lettere anonime: chi vuole dire qualcosa ci metta la faccia, nome e cognome e poi ne parliamo”.

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