Blog
4 Dicembre 2014

La cicala e la formica ‘reloaded’

di Francesca Boari | 4 min
Non so se sarò in grado di presentare questo intento, a mio avviso, geniale, di Federico Carlini, di tradurre in chiave “moderna” le favole della tradizione. I lettori possono sempre scegliere di saltare direttamente alla lettura della storia.Le fiabe sono narrazioni di origine popolare, prendono spunto da fatti di cronaca tramandati oralmente di generazione in generazione. Per questo, al di là della storia narrata, c’é sempre una volontà, nemmeno tanto celata, di spiegare, declinare la complessità della vita umana. Federico Carlini, di professione avvocato, si e ci diverte moltissimo nella traduzione di fiabe classiche in una versione che tutti ci comprende e include. 
Per questo ho deciso di condividere con voi “La formica e la cicala” prima di iniziare un percorso più complesso con Federico che porti al felice esito di una pubblicazione. Perciò cari lettori a voi il giudizio e siate come sempre spietati.

La cicala e la formica: fenomenologia di una “meteora”

E’ un classico esempio di evoluzionismo sociale mancato: chi non sa adattarsi al cambiamento crepa; punto e basta.

Perché il dio Crono divora voracemente tutto ciò che è nuovo, incessantemente.

Perchè la società, la massa, il telespettatore, fa altrettanto, anzi, peggio; alla voracità aggiunge una dose di crudeltà consapevole e voluta, dettata da quell’invidia che nasce contro colui che in qualche modo è riuscito a “distinguersi”, anche solo per una stagione.

Ti sorridono e ti adorano ma in fondo al cuore sperano che ti capiti qualcosa, “anche a te cazzo”, che sei troppo felice e troppo in fretta hai svoltato, con una cazzata, invece noi qui, a farci il culo da formica tutti i giorni, anche d’estate.

E devi vedere quanto godono quando succede; il commento che si spreca è “ è proprio uno sfigato perché con tutti i soldi e la fama che ha fatto guarda te che fine ha fatto”

Ma torniamo indietro un momento.

E’ estate e la cicala è il nuovo fenomeno del momento, è il “tormentone dell’estate”.

Non c’è un posto nella campagna dove non si senta; stagni, rive di fossi e siepi, rovi, ovunque.

Anche nelle città la Cicala ha fatto breccia, basta trovare un albero, un cespuglio e lì te la ritrovi, che strimpella.

Si sa però che la luce dei riflettori invecchia due volte più in fretta e che il “fan” è il più stronzo tra le forme di vita presenti sul pianeta; fino al giorno prima ti porta in trionfo e il giorno dopo ti getta in un cassonetto del pattume.

Inutile investigare sulle ragioni: non c’è una ragione, la natura è ignorante e il fan ancora di più.

Così capita anche alla Cicala e di punto in bianco nessuno se la fila più.

E qui scomodiamo C. Darwin; non c’è nulla da fare, se una cosa non è adatta a sopravvivere ad un cambiamento è inutile che ti spertichi a farla resistere, puoi solo aumentare l’agonia ma non puoi evitare l’estinzione.

Il nuovo domani è già vecchio e non sei tu che lo decidi.

Ma la cicala è cocciuta e non capisce questa regola aurea, continua a proporsi uguale e tedia il formicaio sempre con lo stesso repertorio dell’estate: “Ci sono due metri di neve fuori e fa un freddo della madonna, viva l’estate cosa???, che cazzo ti viene in mente!” si sente rispondere.

Così va il mondo cari i miei bambini, se il sistema non vi accetta avete di fronte a voi due possibilità: la prima è la più difficile; si tratta di cambiare il sistema adattandolo a voi ma, a meno che non facciate Berlusconi di cognome, la vedo dura.

La seconda è di adattarvi al sistema come insegna il buon Darwin; se poi fate di cognome “Vespa” vi risulterà tutto molto più facile.

Ma la Cicala fa di cognome Cicala e non Vespa e così scompare dalla scena, te la ritrovi improvvisamente, cinque anni dopo, mentre te ne stai lì stravaccato sul divano a fare zapping alla tele, beccata da quelli di “METEORE” ; lei insieme ai Righeira, Matteo Cambi di GURU, e la Cicala.

“Cazzo tesoro, corri, dài vieni a vedere!, te la ricordi la cicala?” “Viene a vedere che cazzo di rottame è diventata”

Invecchiata improvvisamente e imbolsita, sempre vestita uguale, che canta alla sagra della castagna di Aulla, in mezzo a un branco di teppistelli di paese che la prendono per il culo e gli tirano le lattine vuote.

Lei non ci fa troppo caso e sfodera sorrisi per tutti e buon umore di circostanza, ormai è solo questione di arrivare alla prossima estate, che poi ha un pezzo nuovo in testa che “sarà un successone”.

Quanto siamo cattivi….ma anche Darwin ad inventarsi una regola del genere

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com