La cicala e la formica: fenomenologia di una “meteora”
E’ un classico esempio di evoluzionismo sociale mancato: chi non sa adattarsi al cambiamento crepa; punto e basta.
Perché il dio Crono divora voracemente tutto ciò che è nuovo, incessantemente.
Perchè la società, la massa, il telespettatore, fa altrettanto, anzi, peggio; alla voracità aggiunge una dose di crudeltà consapevole e voluta, dettata da quell’invidia che nasce contro colui che in qualche modo è riuscito a “distinguersi”, anche solo per una stagione.
Ti sorridono e ti adorano ma in fondo al cuore sperano che ti capiti qualcosa, “anche a te cazzo”, che sei troppo felice e troppo in fretta hai svoltato, con una cazzata, invece noi qui, a farci il culo da formica tutti i giorni, anche d’estate.
E devi vedere quanto godono quando succede; il commento che si spreca è “ è proprio uno sfigato perché con tutti i soldi e la fama che ha fatto guarda te che fine ha fatto”
Ma torniamo indietro un momento.
E’ estate e la cicala è il nuovo fenomeno del momento, è il “tormentone dell’estate”.
Non c’è un posto nella campagna dove non si senta; stagni, rive di fossi e siepi, rovi, ovunque.
Anche nelle città la Cicala ha fatto breccia, basta trovare un albero, un cespuglio e lì te la ritrovi, che strimpella.
Si sa però che la luce dei riflettori invecchia due volte più in fretta e che il “fan” è il più stronzo tra le forme di vita presenti sul pianeta; fino al giorno prima ti porta in trionfo e il giorno dopo ti getta in un cassonetto del pattume.
Inutile investigare sulle ragioni: non c’è una ragione, la natura è ignorante e il fan ancora di più.
Così capita anche alla Cicala e di punto in bianco nessuno se la fila più.
E qui scomodiamo C. Darwin; non c’è nulla da fare, se una cosa non è adatta a sopravvivere ad un cambiamento è inutile che ti spertichi a farla resistere, puoi solo aumentare l’agonia ma non puoi evitare l’estinzione.
Il nuovo domani è già vecchio e non sei tu che lo decidi.
Ma la cicala è cocciuta e non capisce questa regola aurea, continua a proporsi uguale e tedia il formicaio sempre con lo stesso repertorio dell’estate: “Ci sono due metri di neve fuori e fa un freddo della madonna, viva l’estate cosa???, che cazzo ti viene in mente!” si sente rispondere.
Così va il mondo cari i miei bambini, se il sistema non vi accetta avete di fronte a voi due possibilità: la prima è la più difficile; si tratta di cambiare il sistema adattandolo a voi ma, a meno che non facciate Berlusconi di cognome, la vedo dura.
La seconda è di adattarvi al sistema come insegna il buon Darwin; se poi fate di cognome “Vespa” vi risulterà tutto molto più facile.
Ma la Cicala fa di cognome Cicala e non Vespa e così scompare dalla scena, te la ritrovi improvvisamente, cinque anni dopo, mentre te ne stai lì stravaccato sul divano a fare zapping alla tele, beccata da quelli di “METEORE” ; lei insieme ai Righeira, Matteo Cambi di GURU, e la Cicala.
“Cazzo tesoro, corri, dài vieni a vedere!, te la ricordi la cicala?” “Viene a vedere che cazzo di rottame è diventata”
Invecchiata improvvisamente e imbolsita, sempre vestita uguale, che canta alla sagra della castagna di Aulla, in mezzo a un branco di teppistelli di paese che la prendono per il culo e gli tirano le lattine vuote.
Lei non ci fa troppo caso e sfodera sorrisi per tutti e buon umore di circostanza, ormai è solo questione di arrivare alla prossima estate, che poi ha un pezzo nuovo in testa che “sarà un successone”.
Quanto siamo cattivi….ma anche Darwin ad inventarsi una regola del genere