Politica
24 Novembre 2014
Vittoria di Pirro per Bonaccini. Lega Nord seconda forza in un'elezione dove trionfa l'astensione

Il Pd vince ma perde metà dei voti

di Ruggero Veronese | 5 min

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Al termine dello spoglio delle schede si è avuta la certezza della vittoria di Stefano Bonaccini, eletto presidente della Regione con il 49,05% dei voti, ma un dato è evidente fin dalla chiusura dei seggi. Il timore di tutti i partiti si è realizzato: il “partito dell’astensionismo” non ha solo vinto, ha letteralmente stracciato tutti gli avversari: Partito Democratico, Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, L’Altra Emilia-Romagna. Tutti in fila dietro a quel 62,62% di aventi diritto che ieri non si è presentato ai seggi. E anche il neogovernatore Bonaccini, dopo la vittoria sul sindaco di Bondeno Alan Fabbri, dovrà fare i conti con un’emorragia che ha letteralmente dimezzato gli elettori del Partito Democratico, che scendono a 535.109 contro gli 857.000 del 2010.

Sono lontani insomma i tempi dei ‘plebisciti’ che nel 2000, 2005 e 2010 portarono all’elezione di Vasco Errani. Il sostegno della ‘regione rossa’ al partito al governo sin dal Dopoguerra si fa sempre meno convinto: con oltre  500mila voti Bonaccini raccoglie meno della metà dei consensi di quanti ne avesse mai avuti Errani, mai eletto con meno di 1,2 milioni di voti (il ‘record’ nel 2005 con 1.579.989 voti). Lo specchio di questa vittoria di Pirro lo si evince anche dai toni poco trionfalistici in casa Pd a Ferrara. Zappaterra e Calvano non hanno ancora stappato le bottiglie e, salvo parole di circostanza, rimandano le dichiarazioni ufficiali a spoglio concluso.

Vediamo i numeri nel dettaglio in provincia. Il dato sull’astensione record è ormai noto: l’affluenza in regione si è fermata al 37,67%, con un calo del 30,37% rispetto al 68,13% delle ultime regionali. Un crollo in linea con il dato del territorio ferrarese, dove ha votato solo il 37,38% (109.656 in totale) degli aventi diritto contro il 68,20% del 2010 (204.909). Per quanto riguarda i singoli partiti, prevedibile ma comunque da sottolineare la crescita della Lega Nord, che grazie alla candidatura del sindaco di Bondeno Alan Fabbri è riuscito a chiamare alle urne 26.116 elettori (25,91% dei voti) contro i 25.049 del 2010 (13,73%). Il Carroccio stacca quindi i partiti alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, che raccolgono rispettivamente il 9,44% (9.006 voti) e il 2,63 (2.508 voti) dei voti  (come Pdl nel 2010 arrivarono al 28,51%).

La Lega Nord si conferma così l’unico partito in crescita – se si esclude il Movimento 5 Stelle – sia a livello di percentuali che nel numero assoluto di elettori. Chi perde voti ma resta stabile nelle proporzioni è invece il Pd: nel 2010 la coalizione guidata da Vasco Errani trionfò con il 52,07% delle preferenze, con il Partito Democratico al 38,81% e il resto della lista (Italia dei Valori, Federazione della Sinistra, Sel e Partito Pensionati) a portare un decisivo 11,42%  dei voti. Diversa la situazione attuale, con il 49,69% raccolto della coalizione (597.185 voti) dominato dal 44,52 del Pd (535.109 voti), che lascia a Sel, Emilia-Romagna Civica e Centro Democratico fermi rispettivamente a 3,23%, 1,49% e 0,43%. Nella circoscrizione  di Ferrara la coalizione che  sosteneva il candidato presidente Stefano Bonaccini  ha ottenuto il 44,91% con 44022 voti. Il Pd ha raggiunto il 40,35% i voto sono stati 39.548; Sinistra ecologia e libertà 2,72% (2667 voti), Emilia Romagna civica 1,01% (990 voti); il Centro democratico-Democrazia solidale  0,83% con 817 voti.

La Lega Nord ha totalizzato in regione il 19,42% con 233.439 voti, Forza Italia l’8,36% con 100.478 voti, Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale 1,91% con 23052 voti. La coalizione che ha sostenuto il candidato presidente Alan Fabbri ha raggiunto complessivamente il 29,70% con 11.864 voti. Nella circoscrizione di Ferrara la coalizione che sosteneva il candidato presidente Alan Fabbri ha ottenuto il 38,28% con 37.526 voti. La Lega Nord 26,21% con 25.693 voti; Forza Italia 9,45% con 9266 voti; Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale 2,61% con 2.567 voti.

Veniamo alla forza emergente degli ultimi anni, il Movimento 5 Stelle, che con il suo 11,80% in provincia (11.570 elettori) supera largamente – sia in percentuale che in numeri assoluti – il 4,42% (8.062 elettori) del 2010. Si ferma invece al 3,46% la lista L’Altra Emilia-Romagna di Cristiana Quintavalla, seguita dal Nuovo Centrodestra di Alessandro Rondoni che raccoglie solo il 1,52% delle preferenze. In Regione il Movimento 5 stelle, che sosteneva la candidata alla presidenza Giulia Gibertoni, ha ottenuto il 13,26% con 159.456 voti. L’Altra Emilia-Romagna con la candidata presidente Maria Cristina Qintavalla ha raggiunto il 3,71% con 44676 voti. La lista Ncd – Udc Emilia Romagna popolare che sosteneva il candidato Alessandro Rondoni ha ottenuto il 2,63% con 31.635 voti. Infine la lista Liberi cittadini che appoggiava il candidato presidente Maurizio Mazzanti ha totalizzato lo 0,98% con 118.64voti.

Tra i dati comunali colpisce quello di Comacchio, dove l’ente regionale non gode di molta popolarità anche a causa delle vicende legate alla chiusura dell’ospedale San Camillo. L’affluenza della città lagunare è la più bassa della provincia: solo il 24,98% degli aventi diritto si è recata a votare. Nel 2010 l’affluenza fu tra le più alte della provincia: 70,28%.  Uno scenario simile è quello che si profila in un altro Comune del basso ferrarese, Codigoro, che si ferma al 29,24%. “L’effetto Fabbri” si nota parecchio dal punto di vista geografico, visto che sul capo opposto della provincia, nell’alto ferrarese, troviamo i Comuni che risollevano in parte i dati sull’affluenza: Bondeno al 54,23%, Mirabello al 45,35%, Cento al 43,32%, Sant’Agostino al 44,22%, Vigarano Mainarda al 43,99%. Nel resto della provincia tiene il passo solo Voghiera con il 40,02 degli aventi diritto alle urne, mentre Ferrara resta in linea con la media provinciale con un 38,33% (nel 2010 si toccò il 67,80%) di affluenza al voto.

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