Sport
26 Agosto 2014
Presentato il rinforzo del centrocampo biancazzurro: «Sono brasiliano ma il mio punto forte sono corsa e grinta»

Spal, ecco Togni il “tedesco”

di Federico Pansini | 4 min

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Togni: primo giorno alla Spal per il centrocampista brasiliano, qui con il digì Vagnati e il Presidente Mattioli

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«Mi chiamo Romulo Eugenio Togni, sono brasiliano, ma i miei compagni mi chiamano “il tedesco». Si presenta con una battuta il neo acquisto della Spal, ex centrocampista dell’Avellino: a lui la società biancazzurra affida le chiavi della mediana, orfana di Crocefisso Miglietta che, accompagnato da polemiche roventi, ha deciso di chiudere la sua avventura a Ferrara dopo appena due mesi.

L’arrivo di Togni chiude, attraverso le parole di Mattioli, anche la parentesi “avvelenata” con l’ex ‘Criss’: «Non fatemi troppe foto che poi non portano bene – scherza il “Pres” – era successo così anche con Miglietta. Battute a parte, se solo avessimo pensato a Togni come acquisto all’inizio del mercato lo avremmo messo tra i “sogni impossibili”. E invece oggi, ad una settimana dall’inizio del campionato, possiamo presentare questo grande centrocampista. Probabilmente quanto accaduto con chi lo ha preceduto (il riferimento è sempre a Miglietta; ndr) ci ha permesso di portare a Ferrara un giocatore ancora più bravo e più valido, sia tecnicamente che umanamente. E con questo desidererei non affrontare più quell’argomento. Il campionato che ci attende sarà impegnativo, abbiamo visto quanto questa squadra avesse bisogno di un giocatore così: lui è venuto di corsa, senza richieste o scrupoli, e in 10 minuti ci siamo capiti al volo. Eros Schiavon (ex centrocampista della Spal ed ex compagno di Togni all’Avellino; ndr) gli ha parlato alla grande della nostra squadra e di questa città».

La parola passa al neo regista della mediana estense, brasiliano di Sao Leopoldo, classe 1982, un curriculum sontuoso: nei 12 anni di calcio italiano, esperienze ad Arezzo, Sorrento, Pescara (in serie A con Zeman allenatore; ndr) e, con 13 presenze nel corso dell’ultima stagione in B, Avellino. Dai campani arriva con la formula del prestito secco per i prossimi 12 mesi.

«Tutti pensano che essendo brasiliano sia un giocatore esclusivamente spettacolare, ma io bado al sodo, alla concretezza. Nei miei anni italiani ho imparato a correre in maniera intelligente e non a vuoto come si vede fare nel calcio di oggi, ad essere concreto tanto che ad Avellino i miei compagni per prendermi in giro mi chiamavano “il tedesco“. Di carioca ho le punizioni? Si è vero, mi piace batterle e me la cavo abbastanza bene. E’ una caratteristica di noi brasiliani perchè ci alleniamo sin da bimbi  per strada e poi nelle scuole calcio. Nel mio paese ho un fuoriclasse in questa categoria che ho sempre ammirato tanto, Juninho Pernambucano. Anche se il mio centrocampista preferito di sempre è Redondo, un argentino».

E se anche le caratteristiche tecniche sono più europee, Togni ha il sorriso facile, la battuta pronta e la parlata tipicamente sudamericana: «Ho fatto tutte le giovanili del Gremio in Brasile fino a 18 anni, gli ultimi due mesi l’allenatore era Scolari (fresco ex cittì del Brasile; ndr). Poi il mio procuratore mi ha fatto rifiutare un biennale con loro e mi ha convinto ad andare in Italia: quando sono arrivato qui pensavo di andare a Venezia che all’epoca era nei professionisti e invece mi sono trovato in Interregionale. All’inizio ci sono rimasto un po’ male, ma poi fare tutto il percorso fino al professionismo mi ha fatto diventare uomo, vivere tante esperienze e crescere soprattutto dal punto di vista umano. Poi certo, ci sono anche le esperienze importanti come quella di Pescara in A: lavorare con Zeman è stato straordinario, mi ha insegnato tantissimo. Trovarsi su un campo da calcio con lui ti fa capire perchè certe persone sono arrivate così in alto. Avellino? Stagione sfortunata, e purtroppo ci si è messa la pubalgia. Ricordo che ho giocato tre partite praticamente da zoppo, e poi ho cominciato a curarmi a mie spese a Bologna. E’ andata così, purtroppo, ma oggi sono pronto ad una nuova avventura».

Che si chiama Spal: «E sono felice di essere qui, in una società seria, in una città così bella. Non vorrei mai che i miei compagni mi guardino strano solo perchè arrivo da due campionati tra serie A e B. Io sono esattamente come loro, pronto a lottare con loro in questo campionato dove ci sarà da lottare ogni domenica. I tifosi? So che a Ferrara c’è una Curva caldissima, speriamo di poterla vedere gioire tante volte. Schiavon? Io ed Eros siamo diventati come fratelli, ad Avellino eravamo sempre l’uno a casa dell’altro, e un paio di volte lui e sua moglie Caterina mi hanno ospitato qui a Ferrara, quindi non sono nuovo del posto ed ho già avuto modo di vedere quanto è bella questa città. Eros parla meravigliosamente della Spal, e sono sicuro che tornerebbe di corsa». Mattioli e Vagnati raccolgono l’assist e sorridono, compiaciuti: chissà che in un futuro prossimo le strade di Schiavon e della Spal non possano ricongiungersi. Oggi però il centrocampo è nelle mani di Togni, e il nuovo centrocampista si mette già a disposizione di mister Brevi per il debutto di domenica (ore 18) al “Paolo Mazza” contro il Pontedera: «Sto bene, ho fatto la preparazione con l’Avellino e sono pronto a giocare: sono a disposizione del mister, già per la prima gara di campionato».

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