In termini di tradizione e dimensione è il più grande festival internazionale dei musicisti di strada. Il Ferrara Buskers Festival che in questi giorni invade con i sui musicisti il centro storico della città estense occupa un ruolo chiave nella storia recente dell’arte di strada italiana, non solo per essere stata la prima manifestazione – assieme a “Mercantia” a Certaldo (Fi), nata lo stesso anno – a dedicare a questa tipologia di artisti un’ampia rassegna dal carattere internazionale e dalla cadenza regolare. Col suo successo, il Ferrara Buskers Festival ha dimostrato che i “buskers” (termine anglosassone con cui vengono definiti i musicisti di strada), al pari, o meglio, di rockstar e divi televisivi, potevano e possono essere degni protagonisti di manifestazioni di grande seguito, capaci di muovere pubblico da tutta Italia e anche dall’estero.
Ne sono testimonianza la crescita esponenziale della manifestazione e i numeri record ottenuti nelle ultime edizioni. Dal 1988 ad oggi il Ferrara Buskers Festival è riuscito infatti a trasformare la città estense, per una settimana all’anno (l’ultima settimana di agosto), in una capitale mondiale della musica, in una città per suonare “en plein air”, in grado di mettere a disposizione i suoi 200mila metri quadrati di centro storico, medievale e rinascimentale, ad artisti di strada provenienti da tutto il mondo. Ogni anno l’organizzazione invita a proprie spese 20 gruppi, ma a questi se ne aggiungono molti altri, dai 250 ai 300 “accreditati”, per un totale di centinaia di artisti provenienti dai cinque continenti, capaci di dare vita a centinaia di rappresentazioni in pochi giorni di rassegna. Nelle edizioni “d’oro” del festival si stima che a seguire gli spettacoli siano state 800.000 persone, in prevalenza spettatori e turisti italiani, ma con una significativa presenza di stranieri.
In questo modo il Ferrara Buskers Festival ha anche contribuito, in maniera decisiva, a modificare la percezione dell’artista di strada da parte della gente, facendo sì che certe considerazioni poco benevole (epiteti come “straccioni” o “vagabondi” negli anni ‘80 erano all’ordine del giorno) lasciassero gradualmente il posto a sentimenti di simpatia e ammirazione, ma anche a una nuova concezione della figura del busker, visto oggi come portatore di una cultura che può essere autenticamente creativa, moderna, oppure fedele riproposizione di antiche tradizioni spesso dimenticate o appartenenti, in ogni angolo del pianeta, ad ambiti territoriali ristretti.
Ferrara e Certaldo hanno inoltre operato per la promozione dell’arte di strada, seguendo percorsi diversi e complementari. Più attenta Certaldo ai rapporti con le istituzioni e per questo desiderosa di dare agli artisti di strada italiani una forte rappresentanza. Alla cittadina toscana, infatti, va certamente riconosciuto il merito di aver dato vita ad un vero e proprio movimento artistico, sfociato nel ’97 nel Coordinamento nazionale degli artisti di strada che, dopo una serie di lotte e iniziative, ha prodotto risultati concreti: la nascita della Fnas, la Federazione nazionale degli artisti di strada (costituitasi a Roma il 5 maggio 1999 nella sede dell’Agis, l’Associazione generale italiana dello spettacolo), nonché, nel 2001, l’abrogazione, grazie ad un Decreto del Presidente della Repubblica, dei commi primo e secondo dell’articolo 121 del Tulps (testo unico delle leggi sulla pubblica sicurezza), ben noto a chi lavora in strada in quanto sulla sua base andavano effettuate le richieste di iscrizione al Registro dei Mestieri Girovaghi e le richieste di permesso per le esibizioni. E’ una conquista, quest’ultima, che ha previsto un’ulteriore stagione di battaglie per la Fnas: noto l’obiettivo dichiarato nelle premesse che descrivono i contenuti del decreto, ovvero la semplificazione dei procedimenti relativi ad autorizzazioni per lo svolgimento delle attività disciplinate dal Tulps, si supponeva che i Comuni adottassero, quale conseguenza, regolamenti atti a semplificare le procedure di concessione degli spazi per lo spettacolo di strada. Pochi Comuni, già prima del decreto, si erano dotati di regolamenti in grado di superare i limiti della 121, rendendo più semplice la vita agli artisti; altre amministrazioni lo hanno fatto successivamente, ma restano ancora numerose a tutt’oggi le piazze da “liberare”.
Diversamente da Certaldo, il contributo di Ferrara alla promozione dell’arte di strada è maggiormente volto al mercato e alla comunicazione, riuscendo con ciò a conquistare alla causa del settore centinaia di migliaia di persone. E’ proprio l’enorme successo del Ferrara Buskers Festival ad aver scatenato, già dalle prime edizioni, un effetto di imitazione che ha moltiplicato il numero delle iniziative di questo genere in tutto lo stivale (e anche all’estero) avviando una vera e propria “stagione dei buskers festival”. In Italia attualmente se ne contano a decine, da Udine a Ragusa, alcuni organizzati direttamente da Ferrara da una società, la Gigi Russo Street & Stage srl, nata in seno alla rassegna internazionale estense con lo scopo di operare, appunto, sul mercato. In forza di esperienze come questa, nata senza alcun esempio alle spalle, la musica e il teatro di strada hanno conosciuto una nuova primavera, diffondendosi in modo eccezionalmente capillare nelle grandi come nelle piccole comunità, riportando le persone nei luoghi della socialità, coinvolgendo le masse e trasformando le città in palcoscenico, animando i centri storici e le periferie degradate. Sapendo anche evolversi nei linguaggi e dotarsi di strumenti e tecniche, senza però mai rinunciare a quell’immediatezza che è prerogativa dello scambio, dell’interazione tra artista e spettatore, del rapporto diretto con il pubblico.
La nascita di tutto questo ha richiesto un percorso pluridecennale. Un piccolo miracolo che ha preso origine dal lavoro, dalla passione e dall’ostinazione di un manipolo di irriducibili sognatori, a partire dall’ideatore e direttore artistico del Ferrara Buskers Festival StefanoBottoni, capace di porre le basi di quello che ora può chiamarsi a tutti gli effetti un “settore”.