
Da sinistra Mattia Rimessi, Tobia De Marco e Nicola Bilardo
Tre biciclette, due macchine fotografiche, una tenda. Sono questi gli oggetti che bastano al ferrarese Mattia Rimessi e ai bellunesi Tobia De Marco e Nicola Bilardo per essere cittadini del mondo. I tre giovani si stanno preparando per il nuovo progetto di cicloturismo outdoor che li porterà dall’Italia all’India macinando la bellezza di oltre 9mila chilometri su due ruote, e se necessario in traghetto. Un viaggio in bicicletta estremo con un’unica mission: vivere a stretto contatto con i territori che incontreranno, documentando il tutto per poter realizzare un reportage.
Il nuovo progetto è denominato “Si sedes non is”, la frase ermetica incisa sulla soglia della celeberrima Porta Alchemica, che fu fatta costruire dall’esoterista ed alchimista Marchese di Palombara nella seconda metà del XVII secolo. Si tratta di un palindromo improprio, nel senso che il suo significato varia e si completa nei due sensi: da sinistra a destra “si sedes non is”, ovvero “se siedi non vai”, e da destra a sinistra “si non sedes is”, tradotto in “se non siedi vai”.
Un significato profondo che ha spinto i tre giovani a voler risalire in sella alle proprie biciclette dopo il viaggio dello scorso anno attraverso 5 diversi stati europei denominato “Dai Fiordi a Feltre”. Il trio di ciclo-viaggiatori, partito il 2 agosto da Haugesund nel cuore della regione dei fiordi norvegesi, ha macinato 2500 chilometri tra Norvegia, Svezia, Danimarca, Germania, Austria per ritornare a Feltre il 26 agosto. L’itinerario è stato documentato attraverso scatti analogici e riprese video ed il tutto è stato esposto in una mostra curata da Tommaso Calabro, in concomitanza con il festival Fuochi Fatui 2013 a Feltre.
La partenza per questa nuova avventura è fissata a febbraio/gennaio 2015. “Vorremmo partire dall’Italia diretti verso oriente, ponendoci come meta l’India del Nord e il Nepal – dichiarano i tre giovani. Il percorso si snoderà attraverso Italia, Croazia, Bosnia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Iran, Pakistan e India, anche se ovviamente non è possibile prevedere perfettamente l’itinerario. È difficile calcolare anche la durata totale del viaggio, approssimativamente sui 5 mesi con ritorno previsto alla fine di giugno”.
Questa esperienza, che porta su di sé molti valori tra cui il contatto col territorio, lo slow tourism e la mobilità sostenibile, ha bisogno di sponsor per diventare realtà. “Un’esperienza di questo tipo – secondo i tre intrepidi viaggiatori – può offrire al marketing degli spunti molto interessanti e fuori dal coro dato il carattere di vivacità, completezza e modernità su cui essa si basa. Ad esempio usare la bicicletta non solo come mezzo ma come casa per vivere questo allontanamento verso culture molto differenti dalla nostra direttamente sulla nostra pelle, e soprattutto in maniera graduale”.
Mattia Rimessi è nato a Ferrara in un giorno nebbioso di novembre del 1990. Segue una dottrina liceale scientifica (sperimentale sportiva), che lo porta a maturare la sua voglia di conoscenza e passione verso sport e natura. Dopo il diploma, sceglie di avventurarsi verso un sentiero di natura economica, spinto dalla curiosità di comprendere i meccanismi e le leggi di un mondo globalizzato, al quale scoprirà col tempo di non appartenere. Nonostante ciò è costantemente attratto dalle esperienze che il viaggio può offrire, e in quest’ottica la bicicletta risulterà in connubio perfetto tra esplorazione e attività sportiva. Durante la sua carriera intellettuale, ha sempre lavorato a contatto con le persone, e in particolare con bambini (istruttore di nuoto) insegnando e imparando allo stesso tempo.
Tobia De Marco nasce a Pieve di Cadore (BL) nel 1990. Dopo gli studi classici compiuti a Feltre si iscrive per un anno al corso di Lingue e Civiltà Moderne e Contemporanee all’università Cà Foscari, spinto dal suo forte interesse per il giornalismo, le lingue e le culture straniere. Successivamente, giunge alla Facoltà di Design & Arti nella trilingue Libera Università di Bolzano, dove si è recentemente laureato. Qui sviluppa un nutrito interesse per il graphic-design e l’editoria ma, in particolare, la fotografia rimane il suo mezzo di espressione preferito. Il suo approccio si evolve e si apre alle sue più svariate declinazioni: videomaking, reportage, studio-photography.
Nicola Bilardo nasce a Feltre (BL) nel 1990. Una volta ottenuto il diploma di tipo scientifico, si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia a Ferrara, presso la quale sta affrontando il quarto anno. L’interesse in campo medico si traduce inoltre nella ricerca di metodologie curative naturali e omeopatiche alternative a quelle chimico-farmaceutiche. Oltre a questa passione ci sono la chitarra e la bicicletta, due fedeli ed inseparabili compagne. La bicicletta ha instillato in lui un sogno utopico: girare il mondo con essa, e in caso di necessità estrarre la cassetta del pronto soccorso e mettere in pratica le conoscenze medico-erboristiche per curare i suoi compagni di viaggio.
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