Politica
20 Maggio 2014
"Gravissimo pubblicare questi errori a cinque giorni dalle elezioni". Svelato l'errore del sindacato: non ha applicato le medie ponderate

Tasi, Marattin contro Uil: “Smentisca, siamo pronti ad azioni legali”

di Ruggero Veronese | 4 min

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unnamed“Se perdo la calma fermatemi in tempo, prima che prenda delle querele”: non cerca nemmeno di nascondere la propria rabbia l’assessore alle finanze Luigi Marattin, dopo aver convocato una conferenza stampa a tempo record per “smascherare il grave errore commesso dalla Uil sui dati della Tasi”. Il motivo? Basta osservare le prime pagine dei quotidiani nazionali di oggi, dove compaiono i risultati della studio sulle imposte comunali redatto dal sindacato, secondo il quale gli abitanti di diversi comuni italiani dovranno pagare costi più salati per la Tasi 2014 rispetto a quanto versato per l’Imu 2012. A rientrare in questa lista sarebbero sia grandi città come Roma, Torino e Bologna, ma anche piccoli capoluoghi come La Spezia, Savona e, appunto, Ferrara, i cui costi salirebbero dai 248 euro dell’Imu 2012 ai 308 della nuova Tasi.

Uno studio completamente errato, secondo Marattin, che non le manda certo a dire ai suoi curatori e ribadisce che a Ferrara, tramite il sistema di detrazioni ‘ad hoc’ approvato dalla giunta, i costi pro capite saranno addirittura inferiori alla media nazionale. “È inaccettabile che a cinque giorni dalle elezioni un grande sindacato nazionale pubblichi uno studio con errori di questo genere”, attacca Marattin nel lanciare il proprio ‘ultimatum’ alla Uil: “Ho detto all’autore della ricerca che se non giungerà una smentita ufficiale ci riserveremo di procedere con ogni azione legale necessaria, destinando i soldi del risarcimento a un ulteriore abbattimento dell’aliquota Tasi”.

E dopo lo sfogo iniziale, l’assessore scende nel tecnico per spiegare l’errore commesso dal sindacato. Per calcolare i due valori da comparare (Imu 2012 e Tasi 2014), il sindacato ha utilizzato – e già questo solleva le prime critiche di Marattin – due diversi metodi. Nel primo caso ha diviso il gettito totale per il numero di contribuenti, ottenendo i 247 di spesa media, mentre per la Tasi è stata presa la rendita catastale media degli immobili in classe A, applicandovi l’aliquota del 3,3 per mille stabilita dal Comune, e si è diviso il tutto per il numero dei contribuenti. Una metodologia totalmente errata secondo Marattin, secondo cui le cifre del gettito previste sarebbero potute essere ricavate dalle delibere già approvate dalla giunta e, soprattutto, la Uil non ha tenuto conto delle detrazioni alla Tasi previste a Ferrara. Ne esistono di due tipi: la prima ‘alleggerisce’ l’imposta’ di 50 euro per ogni figlio a carico a partire dal terzo (una analoga norma nazionale, ora scomparsa, era prevista fino agli anni scorsi per l’Imu anche per le famiglie con uno o due figli), mentre la seconda consiste in uno ‘sconto’ medio di 5 euro calcolato attraverso il valore della rendita catastale.

Con questi presupposti il gettito complessivo per la Tasi sulla prima casa sarebbe di circa 14 milioni, contro i 17,4 calcolati dalla Uil. Una discrepanza non giustificabile, secondo Marattin, solamente dall’aver trascurato la detrazione relativa alle famiglie numerose.

“Non stiamo parlando di due opinioni contrapposte – afferma Marattin -, ma di dati matematici. Quando ho telefonato al curatore dello studio, di cui non farò il nome, mi ha confessato di non aver tenuto contro della prima detrazione, mentre per la seconda ha detto semplicemente di aver ‘fatto una media’, senza essere in grado di spiegare come. Mi ha detto che potrebbe aver fatto un errore e che, in tal caso, farà una rettifica. Ma sarà difficile spiegare lo sbaglio ai ferraresi che oggi hanno letto la notizia sui quotidiani nazionali”. Per l’assessore insomma la frittata è ormai fatta e le elezioni alle porte rischiano di trasformare lo studio della Uil in un durissimo colpo per l’amministrazione. E anche la notizia della proroga ai pagamenti stabilita dal governo nei Comuni che non hanno ancora stabilito le aliquote (ben l’87% dei comuni italiani) non sembra affatto rallegrarlo: “Probabilmente Renzi non poteva fare diversamente, se quasi la totalità delle amministrazioni non ha ancora approvato le proprie tariffe. Ma ancora una volta è una beffa per quei Comuni, come Ferrara, che si sono mossi nei tempi previsti e hanno rispettato le scadenze”. Gli abitanti della città estense e degli altri capoluoghi in linea con le tabelle di marcia saranno infatti obbligati a versare il primo acconto nella data prevista inizialmente dal governo Letta: il 16 giugno.

L’errore svelato: Nel corso del pomeriggio giunge la telefonata chiarificatrice tra Marattin e i vertici Uil che fa luce sulla realtà dei fatti. Il sindacato ha effettivamente commesso un errore non di poco conto che non riguarda solo Ferrara, ma l’intero territorio nazionale. Il sindacato ha infatti estratto una media semplice delle rendite catastali tra le quattro categorie sotto esame (A2, A3, A4, A7), come se ognuna di queste contenesse lo stesso numero di immobili.

Per ottenere il dato esatto sulle tariffe medie Tasi, occorre invece applicare una media ponderata, in cui ogni categoria ‘pesa’ sul conteggio finale a seconda della sua ‘capienza’. Questo errore di impostazione ha portato al calcolo del costo medio della Tasi scritto dalla Uil: 308 euro. Rifacendo i calcoli correttamente la cifra che si ottiene è di 247 euro, 61 in meno rispetto a quanto dichiarato dal sindacato.

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