A quasi 12 anni dall’inizio della vicenda, la corte di appello di Firenze ha condannato i responsabili dello stoccaggio di rifiuti pericolosi a Codigoro, dando ragione a Provincia di Ferrara e Comune di Codigoro costituiti parte civile attraverso l’avvocato Riccardo Venturi. Era il 13 agosto del 2002 quando gli ufficiali Arpa, durante un controllo alla discarica di Codigoro gestita dalla ditta Gatti Gabriele di Mesola – omonima del suo titolare e fondatore -, trovarono una serie di rifiuti non bonificati il cui stoccaggio sul posto non era autorizzato. Fanghi nocivi, residui di perforazioni, oli di scarto: una serie di scorie provenienti dal Consorzio Cavet di Pianoro dietro al quale c’è Impregilo (impegnato nei lavori per il tratto ferroviario della Tav del Mugello, tra Bologna e Firenze), destinate in discarica dalla società di Gatti.
Una vicenda che diede luogo a un’intensa battaglia giudiziaria tra la procura del capoluogo toscano, supportata dagli enti pubblici che si costituirono parti civili, e i 30 imputati (responsabili legali delle società legate al consorzio, tra cui anche la ditta di Gatti) accusati a vario titolo di traffico illecito di rifiuti, truffa e omessa bonifica. Nel 2009 arrivarono le prime condanne, con pene fino a 5 anni per reati ambientali per 27 persone, tra le quali anche l’imprenditore di Mesola. Una sentenza che fu però capovolta due anni dopo, nel giugno 2011: tutti assolti a livello penale, con Gatti che vedeva cadere ‘perchè il fatto non costituisce reato’ le accuse di traffico di rifiuti e omessa bonifica, mentre il sopraggiungere della prescrizione rimandava in sede civile i risarcimenti agli enti pubblici relativi alla truffa per non aver pagato i circa 174 mila euro di ecotassa alla Regione. Una sentenza che scatenò subito i ricorsi al terzo grado di giudizio da parte di procura e parti civili. Il nuovo capitolo del travagliato processo si concluse nel marzo 2013, quando la Corte di Cassazione annullò le sentenze di assoluzione e rimandò tutto alla corte di appello di Firenze.
Si arriva ai giorni nostri. Il tribunale fiorentino è tornato sui propri passi emettendo 19 condanne, tra cui figura anche quella di Gatti, che dovrà scontare 11 mesi per mancata bonifica, oltre che pagare provvisionali immediatamente esecutive di 30 mila euro sia alla Provincia che al Comune di Codigoro. Ma i rimborsi maggiori potrebbero essere quelli derivanti dal processo civile.
Chi festeggia ora sono proprio quegli enti pubblici costituiti parte civile, che nel 2009 si videro assegnare le provvisionali poi revocate con l’assoluzione in appello. “Possiamo aspettarci un nuovo ricorso in Cassazione da parte degli imputati – afferma l’avvocato Riccardo Venturi, che rappresenta Provincia e Comune di Codigoro -, ma dovrebbe cambiare poco o nulla rispetto a quest’ultima decisione, in quanto la Cassazione aveva fissato precisi limiti giuridici al nuovo giudizio d’appello. Ora dovremo valutare la situazione e studiare le prossime mosse, anche per cominciare a ricevere i rimborsi che spettano agli enti danneggiati nel corso della vicenda”.
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