Economia e Lavoro
5 Dicembre 2013
I sindacati dialogano ma l'azienda non si scopre sulle ipotesi per ripianare il buco di 4,5 milioni. Coordinamento il 16 dicembre

Conserve Italia, crisi e incertezze

di Mauro Alvoni | 2 min

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conserve-italia-stabilimento-420x138Le difficoltà economiche di Conserve Italia, già prospettate ai sindacati nell’informativa dello scorso 11 novembre, potrebbero comportare ulteriori sacrifici oltre a quelli dei tagli a quadri e dirigenti che rientravano nei primi propositi manifestati dall’azienda. La cooperativa, infatti, è alla ricerca di soluzioni per coprire un buco di alcuni milioni, 4,5 per l’esattezza, che si è registrato quest’anno a causa di una concomitanza sfavorevole di circostanze, fra le quali il mancato trasferimento di contributi europei che hanno aggravato la situazione. Fra gli otto stabilimenti del gruppo, quello di Pomposa dovrebbe subire i contraccolpi minori, se non altro in forza del fatto che rappresenta per Conserve Italia il sito più importante in termini produttivi, una sorta di portaerei da mantenere intatta e possibilmente inaffondabile.

Certo è che la preoccupazione serpeggia e non poco fra i lavoratori, dato che le voci relative ai tagli da operare hanno già fatto tremare i dipendenti dello stabilimento di Massa Lombarda, in provincia di Ravenna, sul quale penderebbe un’ipotesi di chiusura dell’azienda che i sindacati hanno chiesto con forza di sgomberare dal campo, determinati a portare i vertici aziendali verso un percorso che preveda il mantenimento pieno dell’occupazione. Di questo e di altri particolari proprio i sindacati di categoria del settore agroalimentare discuteranno nel prossimo coordinamento con i massimi esponenti di Conserve Italia, previsto per il prossimo 16 dicembre, durante il quale si cercherà di capire quali siano le reali intenzioni della cooperativa e quali provvedimenti intenda mettere in campo per superare la crisi.

Al momento, infatti, il vero problema è che la situazione di Conserve Italia è, per così dire, in sospeso, non essendo note le intenzioni dell’azienda ai sindacati e viceversa. Le parti, insomma, è come se in questi giorni si stessero studiando in una sorta di partita a scacchi in cui non si è ancora deciso quale mossa compiere. Le stesse notizie apparse sulla stampa, come quelle relative all’ipotesi di chiusura dello stabilimento di Ravenna, rischiano di lasciare cicatrici profonde nel dialogo in corso. Ad ogni modo le ipotesi avanzate dall’azienda sono diverse (fra cui anche quella di mettere mano al contratto, anche questa subito respinta dai sindacati), ma i rappresentanti dei lavoratori si aspettano la definizione di un piano industriale che oltre a mettere fra le priorità la salvaguardi dell’occupazione, preveda una ristrutturazione con tagli agli sprechi a partire dall’alto e zero chiusure. Solo in quel momento si potrebbero avere certezze anche per il futuro dello stabilimento di Pomposa e potrebbe partire una vera e propria trattativa.

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