Cronaca
17 Ottobre 2013
Erano stati informati della vicenda anche monsignor Negri e il predecessore Rabitti

Caso Erik Zattoni, anche Ratzinger doveva sapere

di Mauro Alvoni | 2 min

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prete pedofilo screenshotAnche papa Ratzinger avrebbe dovuto sapere. Così come sapeva il predecessore di monsignor Luigi Negri, l’allora vescovo di Ferrara, Paolo Rabitti. Lo stesso Negri, nonostante affermi di essersi “responsabilmente e debitamente informato a seguito dell’incursione subita da “Le iene””, in realtà era stato già informato il 13 aprile tramite lettera della Congregazione della dottrina per la fede, a firma dell’arcivescovo Luis F. Ladaria. Informati, insomma, di quella storia emersa ora grazie al racconto del figlio di una madre stuprata a 14 anni e messa incinta dal prete del paese.

E’ una storia sbagliata, di quelle, per dirla con le parole di De Andrè, “da dimenticare”. Ma Erik Zattoni e sua madre, violentata nel 1980 da un prete all’epoca 54enne, non ce l’hanno proprio fatta a dimenticare. Erik cerca giustizia per lei, per se stesso, per quel padre vestito di nero che ha riconosciuto la paternità solo dopo essere stato messo con le spalle al muro dal test del dna. Una storia che Erik ha svelato alle telecamere de Le Iene decidendo di renderla pubblica, raccontandola anche alla Rete Nazionale L’Abuso, una onlus nata dall’idea di un gruppo di vittime di preti pedofili che hanno formato una rete di supporto alla quale le stesse vittime possono rivolgersi.

Il caso di Erik e di sua madre ha ovviamente preso posto sulla home page della onlus, con tanto di documentazione che rivelerebbe come la chiesa e le sue alte sfere fossero a conoscenza di quanto avvenuto.  Quando negli anni ’80 accadde tutto questo, infatti, Ratzinger era prefetto e avrebbe dovuto sapere della vicenda (e in ogni caso Erik gli scrisse, senza ottenere risposta), in quanto i vescovi sono obbligati a informare la Congregazione della dottrina per la fede, come ha effettivamente fatto il precedente arcivescovo di Ferrara, Paolo Rabitti, con una lettera datata 26 novembre 2012. Lo si evince dalla missiva che la stessa congregazione invia a monsignor Negri con data 13 aprile, in cui, riscontrando la lettera di Rabitti, si invita il vescovo ad “ammonire formalmente il chierico […] e ad accompagnare lo stesso nell’intrapreso cammino penitenziale”, ma anche “a sollecitare il reo, nei limiti del possibile, ad assumersi, sia pur tardivamente, le proprie responsabilità di padre nei confronti del sig. Erik Zattoni, quantomeno sotto l’aspetto affettivo e morale” e “a comunicare quanto sopra al denunciante, prodigando al medesimo le dovute attenzioni pastorali e caritative”.

E’ una storia sbagliata, certo, sulla quale il silenzio che si è abbattuto come un macigno ha pesato per troppo tempo sulla vita di una famiglia normale.

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