Più virtuosi lo sono senz’altro nei comuni del Basso ferrarese, poiché l’acqua se la sono conservata di proprietà al 100% pubblica pur dovendo sottostare alla schizofrenica normativa che ha imposto al servizio gestore di diventare, nel 2004, una Spa. Tuttavia i 15 comuni da Copparo a Comacchio hanno pienanemente il controllo della loro acqua e tra poco, con l’incorporazione di Delta reti nella società di capitali CADF, riunificheranno appunto reti e gestione.
Un’occasione questa che potrebbe diventare la messa in atto –finalmente – del risultato referendario, ormai di due anni fa, che esprimeva la volontà popolare di ripubblicizzare la gestione del servizio idrico, in una forma protetta dai rischi di mercato, attraverso la creazione di aziende di diritto pubblico, dato che le Spa, pur partecipate al 100 % dai comuni, rientrano nella normativa di diritto privato che regola il mercato.
In questo senso, è un prezioso passo avanti l’Ordine del giorno (che sarà presentato nel prossimo Consiglio comunale di Copparo, previsto il 16 luglio) a firma Rifondazione comunista e Pd nel quale si legge testualmente, dopo i vari considerata:
Si impegnano il Presidente e la Giunta
di acquisire il parere favorevole dei 15 Comuni associati a seguito di uno studio di fattibilità sulla trasformazione di CADF da Spa a Azienda speciale Consortile da realizzarsi entro il 31.12.2013, con la presenza all’ interno dei rappresentanti del Forum.
Ad introdurre una modifica dello Statuto dell’Unione Terre e Fiumi che riconosca il diritto umano all’acqua, ossia l’accesso all’acqua potabile come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune. Chiarendo che il servizio idrico integrato è ritenuto un servizio pubblico locale di interesse generale e che pertanto l’Unione si adoperi per garantire che la proprietà e la gestione della rete di acquedotto, distribuzione, fognatura e depurazione siano pubbliche e inalienabili [… ] pertanto si impegna a compiere e realizzare tale missione affidando la gestione del servizio idrico integrato ad un soggetto pubblico, che assicuri il diritto e la tutela dei cittadini meno abbienti di accesso universale del servizio.
Il Consiglio dell’Unione è un organismo politico ma non amministrativo e pertanto non ha poteri diversi da quelli di indirizzo ma è in corso un riconoscimento della necessità di procedere in tal senso un po’ in tutti i Comuni, a partire da Comacchio, il quale ha già deliberato in merito al proprio appoggio allo studio di fattibilità e alla revisione dello Statuto Comunale per riconoscere che il servizio idrico non deve essere soggetto alle regole della concorrenza, poiché gestisce un bene fondamentale alla vita.
A seguire, il Sindaco di Copparo ha rilasciato – sia pubblicamente che in dichiarazioni stampa – affermazioni che vanno nella direzione della ripubblicizzazione di Cadf, di cui il comune detiene una quota di azioni tra le più rilevanti. Il Comitato acqua pubblica sta premendo su tutti i Consigli comunali attraverso una serie di incontri con i sindaci, affinché il virtuosismo dichiarato in sede di Unione dei comuni si traduca in pratica politica, ovvero delibere specifiche, nelle sedi competenti.
Intanto a Ferrara e nell’alto ferrarese, i Sindaci inseguono la politica gestionale dettata da Hera, senza che si intraveda la minima azione per dar corso alla volontà popolare espressa dai referendum, né sulla questione della ripubblicizzazione né tantomento sul versante della riduzione della tariffa!