Cronaca
17 Giugno 2013
Ci fu una scossa in via Conchetta. Lo dice l’Ingv. Ma per la rete sismica locale è un errore di rilevazione

Il terremoto ‘fantasma’ di Malborghetto

di Michele Fabbri | 3 min

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adminOre 14.55 del 26 maggio 2012. Un terremoto di magnitudo 1,8 con epicentro alla profondità di 10 km è avvenuto nel Parco urbano, vicino a Via Conchetta.

È la zona di Malborghetto, in cui dovrebbe sorgere il nuovo impianto di teleriscaldamento.

Si tratta di un sisma di intensità ridotta, ma proprio le possibili interferenze con i terremoti – in una zona che i geologi affermano essere ancora “carica come una molla” – è una delle preoccupazioni espresse dai comitati di cittadini che vogliono avere dettagliate informazioni sull’impianto e sulle sue conseguenze per la sicurezza.

Il dato è stato rilevato dall’Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia, facilmente consultabile con la cartografia interattiva fornita sul blog nello speciale Un anno dopo il terremoto”:

conchetta

 

 

 

 

 

 

 

 

Ricordiamo che l’Ingv è la massima autorità scientifica del Paese in questo campo e l’unica, insieme a Ogs di Trieste (Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale), a essere considerata fonte ufficiale. E questo ruolo di fonte ufficiale è stato fortemente rivendicato recentemente proprio dall’Ingv per evitare pericolose confusioni di responsabilità e comunicazione, in particolare dopo i fatti connessi al terremoto dell’Aquila.

Ma proprio sui dati rilevati dall’Ingv per il  terremoto in zona Malborghetto i conti non quadrano: lì il terremoto non ci sarebbe addirittura mai stato, secondo la rete sismica locale realizzata per “controllare l’ eventuale attività sismica connessa all’attività di sfruttamento del serbatoi di geotermia di Casaglia” . Si apre così una controversia gravida di conseguenze.

“Effettivamente in quel periodo c’è stato Il terremoto, con quelle caratteristiche, segnalato dall’Ingv – afferma Abu Zeid Nasser, docente presso il nostro ateneo e collaboratore alla rete microsismica locale, di proprietà del Comune di Ferrara – ma non è avvenuto nel Parco urbano, nella zona di Malborghetto. Quell’evento sismico va collocato molto più a ovest, a  ovest dell’autostrada, in località Fondoreno”.

Come è possibile che lo stesso terremoto sia stato segnalato in luoghi diversi, oggi che siamo in grado di sapere con estrema precisione dove avvengono i terremoti anche nelle zone più remote del Pianeta? “Dipende dalla rete che rileva i segnali, afferma Nasser, e forse dal fatto che in quei giorni, in cui avvenivano tanti terremoti, Ingv non ha ricontrollato questo dato. Noi invece lo abbiamo collocato con precisione”. Insomma: la rete nazionale Ingv rileva i dati in automatico e per magnitudini basse non ricontrolla i dati, mentre quella locale, affidata all’Università di Ferrara sotto la direzione di Giovanni Santarato, sarebbe  più precisa per i fenomeni locali.

Tutto a posto dunque? Nient’affatto. Delle due l’una: o ha ragione l’Ingv e il terremoto a Malborghetto c’è stato, e allora è mancata trasparenza (l’ormai annoso problema che fa salire alle stelle la tensione con i comitati e logora la fiducia dei cittadini), oppure è giusto il dato della rete locale e il sisma non è stato lì, ma da un’altra parte.

La seconda ipotesi, se può confortare gli abitanti di Malborghetto, apre però, paradossalmente, prospettive più inquietanti della prima. Come è possibile che a un anno di distanza non si sappia qual è il dato giusto? A chi si devono affidare le autorità locali per avere un quadro del rischio il più possibile corretto, quadro necessario per prendere decisioni efficaci e comunicare correttamente con i cittadini? Qui non si tratta di fare previsioni sui terremoti, ma di verificare dati strumentali. Lo abbiamo già detto: le autorità locali non possono essere messe in questa situazione. Se è vero che siamo arrivati “impreparati al terremoto per colpa dei politici”, è chiaro che anche le istituzioni scientifiche devono fare la loro parte.

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