Indiscusso
1 Giugno 2013

Hera, monopolio privato con soldi pubblici

di Marzia Marchi | 3 min

Hera si allontana definitivamente dai cittadini! Non che sia particolarmente apprezzata come azienda pseudo pubblica ma una parvenza di controllo delle istituzioni c’era, seppur attraverso una misera partecipazione azionaria. Ora però: “Il Comune di Ferrara alienerà le proprie quote di partecipazione in Hera libere dal patto di sindacato”. L’annuncio, completamente a sorpresa, arriva direttamente dal sindaco Tiziano Tagliani, lo stesso che da vice sindaco, ai tempi della fusione,  spergiurava che l’azienda sarebbe rimasta pubblica, poichè controllata al 51 % dai comuni e che il 3% di peso del comune ferrarese in consiglio d’amministrazione sarebbe stato compensato dalla presenza di  rappresentanti di fiducia, infatti fu eletto Maurizio Chiarini ad amministratore delegato, “Uno dei nostri” come ebbe a dire l’allora sindaco Sateriale!

La giustificazione della vendita di metà azienda e poi della fusione per incorporazione di Acosea- Agea in Hera fu legittimata con una serie di ragioni:

1) abbiamo bisogno di soldi per costruire asili e per estinguere i mutui. Stessa litania a dieci anni di distanza anche perché gli asili li hanno costruiti nei posti sbagliati!

2) la nostra azienda non reggerebbe la concorrenza di fronte all’avanzare di holding sempre più grandi che contribuiamo ad formare e ingrandire, vedi la recente fusione di Hera con Acegas, vedi i processi  di unificazione di Enia–Iren in Iren Spa e il processo verso la creazione della grande Multiutility del nord  (mio articolo precedente nel Blog)

3) aumenteranno i servizi grazie alle potenzialità di Hera che ha i soldi necessari a fare gli investimenti sulla rete, la quale allora  dichiarava un 30% di perdite,con Hera le perdite oggi sono state ridotte dal 45 al 36%!

5) l’ATO (agenzia d’ambito territoriale pubblica), vigilerà sulla coerenza tra tariffe e servizio. L’Ato, oggi Atesir regionale, è il principale avversario dei cittadini che hanno vinto il referendum del giugno 2011, perché sta tergiversando sulla definizione di una tariffa che tenga conto non solo del referendum ma  di ben due sentenze giuridiche che lo confortano, in merito all’ abolizione della la quota di remunerazione del profitto. Atesir si trincera oggi dietro le spalle di AEEG, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, cui sono state indebitamente attribuite anche le competenze sull’acqua, la quale sta tentando di sostituire la remunerazione del profitto con una non meglio precisata  quota di copertura degli oneri finanziari.

Come associazioni ambientaliste, come Rete Lilliput, come Comitato acqua ci siamo sempre opposti alle fusioni, alla gestione delle azioni in capo alla Holding Ferrara servizi paventando quello che ora viene candidamente ammesso: il percorso, iniziato nel 2003, porta all’alienazione dalla cittadinanza del controllo dei propri servizi pubblici e procede nella direzione di creare il monopolio di Hera sui principali servizi, acqua compresa.

In cambio potremo avere asili sulle discariche e ospedali nelle paludi!

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