Il senso del limite, della civiltà nel senso etimologico e morale della parola è stato abbondantemente superato in un Paese in cui un sindacato si permette di indire una manifestazione a sostegno di quattro condannati per omicidio, confermati in tutti i gradi dell’ordinamento giudiziario. Di cosa si è reso colpevole Federico per aver pagato con la morte??? Con che coraggio si invocano le attenuanti per avere i domiciliari, con che coraggio si parla di accanimenti verso quattro ex poliziotti che non si sono certo trattenuti dall’accanimento nel raffronto: quattro armati contro uno disarmato? Perché le attenuanti che non sono state valutate per Federico dovrebbero valere ora per questi tutori dell’ordine? Federico ha pagato con la vita qualcosa di cui ancora non abbiamo cognizione e i responsabili sono indubitabilmente coloro, i quattro, gli unici, che erano con lui quella notte. Lo ha verificato per ben tre volte il nostro ordinamento di giustizia, quello in nome del quale i quattro lavoravano o dovevano lavorare. E ora in spregio alla divisa che portano, e alla parola, sindacato, che utilizzano, insieme a politici che agiscono in spregio alla Costituzione che rappresentano, si permettono di disturbare un’intera città che si è raccolta intorno alla famiglia travolta da questa enorme disgrazia.
La manifestazione di mercoledì 27 non è soltanto uno sfregio, intollerabile, alla forza e al coraggio di una madre che ha lottato per la verità dopo aver perso un figlio, ma all’intera collettività di un Paese civile che si è dato leggi e che le rispetta.
Non permettiamo a nessuno di mettere in discussione questo principio! Indignamoci!