Cronaca
25 Marzo 2013
Guasto interno e malore successivo del fumatore. Ferrarese chiede i danni all'azienda produttrice

La sigaretta elettronica gli scoppia in faccia

di Ruggero Veronese | 2 min

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fumoAveva deciso di passare alla sigaretta elettronica per smettere di fumare, ma il rimedio è stato peggiore del male. Un quarantunenne ferrarese ha chiesto il risarcimento dei danni a un’azienda specializzata, dopo essere finito all’ospedale a causa di un malfunzionamento di un apparecchio acquistato appena tre giorni prima. “C’è stato uno scoppio interno – spiega l’avvocato Enrico Zambardi, che assiste il protagonista della vicenda -, nella parte finale della sigaretta, la fialetta che contiene la miscela di acqua, aromi e nicotina da vaporizzare. In un attimo il mio cliente si è ritrovato ad ingerirne tutto il contenuto”.

Il ferrarese stava infatti trascorrendo la notte del 16 gennaio in compagnia di un’amica, quando si è verificato l’incidente. “Ha acceso la sigaretta elettronica – racconta Zambardi – e ha udito chiaramente il suono di un piccolo scoppio mentre aspirava, ma non ha fatto in tempo a staccare il filtro dalle labbra e ha mandato giù tutto il liquido della fialetta. Pochi minuti dopo ha accusato un malore, e si è recato al pronto soccorso più vicino, nella casa di cura di Santa Maria Maddalena”. I medici presenti sul posto hanno ascoltato il racconto dell’uomo e dell’amica e, non essendosi mai ritrovati di fronte a un caso simile, hanno contattato il centro antiveleni del Policlinico Gemelli di Roma per chiedere informazioni sulla sostanza con cui si erano trovati a che fare. “Gli specialisti del policlinico – continua Zambardi – hanno informato gli operatori che la miscela, che contiene un potente tranquillante come la nicotina, può causare una forte brachicardia, e hanno consigliato i medici di tenere sotto osservazione il paziente per almeno 24 ore”.

Passata la paura immediata però lo sfortunato fumatore ha trascorso i giorni successivi in uno stato di forte stress e preoccupazione, con la costante paura di un aggravamento delle proprie condizioni, tanto da rivolgersi al legale per chiedere all’azienda produttrice dell’apparecchio il risarcimento dei danni fisici e morali. “È un procedimento da risolvere con un accordo tra le parti – spiega Zambardi -, e solo se non riusciremo a trovarlo si passerà per le aule del tribunale”. Se per concludere vogliamo trovare una nota positiva è che, dopo aver vissuto sulla propria pelle un’esperienza del genere, il protagonista della vicenda ha finalmente smesso di fumare. “Non tocca più sigarette né normali né elettroniche – conferma Zambardi -. È rimasto terrorizzato”.

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