Cronaca
13 Febbraio 2013
Caso Mazzoni. Gli ispettori di Banca Mediolanum lasciano intravedere poche speranze

La rabbia dei risparmiatori: “Era come un fratello”

di Ruggero Veronese | 4 min

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Ispettori di Mediobanca a colloquio con i carabinieri presenti

Ispettori di Banca Mediolanum a colloquio con i carabinieri presenti all’Hotel Unaway

Occhiobello. C’è solo una certezza dopo l’incontro organizzato all’hotel Unaway da Banca Mediolanum coi risparmiatori che si ritengono truffati da Raffaele Mazzoni, scomparso una settimana fa assieme ai risparmi dei suoi clienti: il broker ha sfruttato i rapporti di fiducia personale costruiti durante gli anni con i suoi clienti. Sul come lo ha fatto, qui fioccano le accuse più feroci: oltre che per farsi consegnare denaro da investire, anche per ottenere l’accesso a singoli dati bancari, che altrimenti gli sarebbero stati preclusi. Tutto il resto, dal movente alle prossime mosse di Mazzoni, ma soprattutto per quanto riguarda le speranze dei clienti di riavere i propri risparmi, restano avvolti nel mistero. Lo dicono i carabinieri presenti sul posto, provenienti da Jolanda di Savoia, Ambrogio e Occhiobello, e gli ispettori di Banca Mediolanum, che non azzardano ipotesi o previsioni su quanto è accaduto o accadrà. Ma soprattutto lo dicono gli stessi risparmiatori, con qualcuno che fuori dall’albergo aspetta l’incontro individuale dicendo di essere venuto “per parlare con questi signori, e capire in che modo mi devo impiccare”. Nessuno, da una parte e dall’altra, lascia intravedere molta speranza.

“Era riuscito a entrare in un rapporto di fiducia con tutti noi – raccontano alcuni dei presenti, che pregano di non divulgare le proprie generalità –. Veniva a casa nostra e gli lasciavamo guardare tutte le carte e i documenti. Per me era come un fratello minore. Una settimana prima di scomparire è venuto e ha stracciato tutti i titoli in scadenza”. Un racconto quasi assurdo, ma che si ripete quattro, cinque volte nel giro di pochi minuti. “Nel suo lavoro era un mostro, un fenomeno – è la versione di un altro risparmiatore -.  Entrava in contatto con le persone e si ricordava di ogni dettaglio o particolare, costruendo un rapporto unico. Io gli ho fatto anche assegni da migliaia di euro. Doveva venire da me la settimana scorsa per portarmi gli interessi dei titoli, poi ha detto di non riuscire perché aveva la febbre. Pochi giorni dopo ho saputo che era scomparso”.

Frammenti della storia di un broker che per costruire le sue relazioni, come raccontano i presenti, forniva servizi che andavano ben al di là del suo ruolo di agente finanziario. “Quando avevi bisogno di soldi ti bastava chiamarlo perché arrivasse da te con la cifra di cui avevi bisogno. A quelli più preparati dava solo contanti, ai meno svegli addirittura assegni girati da altri”. Una specie di piccola finanziaria insomma, con cifre che per molti “non superavano mai i mille euro”, ma che per qualcuno avrebbero toccato anche i cinquemila. E potrebbe essere stata proprio questa attività “collaterale” ad averlo spinto a far perdere le proprie tracce. “Secondo me non riusciva più a far fronte a tutti questi impegni, dopo che alcuni titoli sono andati in perdita, ed è scappato per non andare incontro alle conseguenze”.

Tutte testimonianze che riportiamo per dovere di cronaca ma che andrebbero ovviamente confrontate con la controparte. Che purtroppo al momento non è possibile avere per i ben noti motivi. Testimonianze come quella di chi collega i guai di Mazzoni addirittura con la vicenda Monte Paschi, per via dei derivati tossici rilevati nel portafoglio dell’istituto toscano. O come l’ipotesi di un signore di Jolanda di Savoia, secondo cui il broker avrebbe utilizzato “una distinta della Mediolanum sopra al plico di fogli, poi la girava per farti fare la firma ma i fogli sotto erano quelli del suo conto in Carisbo”. Affermazioni che andrebbero approfondite e verificate ben oltre l’incontro odierno.

“Ha rovinato l’immagine della banca – è il commento di uno degli ispettori Mediolanum -, sfruttando l’ingenuità delle persone. L’errore dei clienti è stato quello di rivelare i codici privati basandosi sulla fiducia. Come è prassi per molte banche, quando si apre un conto corrente vengono inviati due codici separatamente. Da soli non servono a niente, ma messi insieme possono diventare una bomba”. Un modo per dire che, molto probabilmente, le responsabilità delle banche si fermano dove cominciano quelle dei clienti.

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