Attualità
18 Gennaio 2013

Mugugni spallini

di Federico Pansini | 4 min

Dopo la pausa per le festività natalizie, e con il mondo pallonaro Nazionale purtroppo sempre contraddistinto da episodi deprecabili (le scommesse,  i buu razzisti nei confronti di Boateng con il Milan che giustamente ha scelto di lasciare il campo, alla faccia di chi vive all’insegna dell’inciviltà) per una volta vorrei trattare nel blog un argomento probabilmente più leggero ma, al tempo stesso, appassionante.

E arrivo immediatamente al punto, senza dilungarmi in troppe premesse:  leggo quotidianamente e con estremo interesse i commenti scritti dai lettori degli articoli pubblicati sul nostro quotidiano on line. Lo considero un modo per informarsi, prima di tutto, e conoscere poi i diversi punti di vista di chi legge e alimenta con spunti interessanti la discussione.

Allo stesso modo, non perdo occasione per seguire le discussioni che si sviluppano a margine degli articoli riguardanti la Spal sul nostro quotidiano on line.

Li leggo con piacere, e non per una sorta di autocelebrazione o perchè si tratta di un articolo prodotto dalle mie mani (il giornalismo è una passione, prima ancora di un lavoro e sono certo che in molti lo sanno e sapranno fare meglio di me), ma perchè anche in questo caso leggere il pensiero di persone diverse allarga gli orizzonti della conoscenza delle cose.

 

Certi passaggi però, e mi perdoneranno quelli che si sentono tirati in causa, proprio fatico a capirli.

Il ragionamento, in questo senso, credo sia molto semplice e provo a proporvelo per punti e con qualche domanda a cui spero arrivino delle risposte da parte Vostra.

E magari, perchè no, ci si possa confrontare (in maniera civile, of course).

1) Tutti sappiamo che la Spal è una passione, per tanti quasi sacra, per alcuni una tradizione che si trasmette in famiglia da oltre cento anni.

Tutti sappiamo che andare allo stadio è un piacere, a volte un hobby, a volte un vero e proprio appuntamento irrinunciabile.

Tutti, allo stesso modo, sappiamo dei problemi del nostro paese e nello specifico della nostra città, delle condizioni di crisi mondiale e nazionale che attanagliano il paese.

Posto che andare allo stadio o avere una passione nulla ha a che vedere con i problemi che ci attanagliano nella vita di tutti i giorni (anzi forse è un modo semplice per non pensarci, almeno per 90 minuti..) perchè non li aumenta, non è una mancanza di rispetto alla crisi la domanda è: perchè connettere e commentare ogni qual si voglia episodio legato alla squadra di calcio di Ferrara con frasi del tipo: “Con tutti i problemi che ci sono, ancora della Spal stiamo a parlare e scrivere?”.

2) Tutti sappiamo i motivi per cui la Spal è in serie D oggi.

Tutti sappiamo cosa è accaduto nella gestione Pagliuso.

Tutti sappiamo che Tomasi non avrebbe voluto lasciare la Presidenza, e tornando indietro, a posteriori tutti sappiamo che sarebbe stato meglio non lo avesse fatto. Tutti sappiamo che a spingere per questo “divorzio forzato” è stata larga parte (se non tutta) dell’opinione pubblica, argomento trito e ritrito. Tutti sappiamo e però forse ci dimentichiamo che c’erano anche diverse fratture con la parte più calda del tifo.

Tutti sappiamo, o abbiamo scoperto tardi, quello che ha fatto, o meglio, non ha fatto Butelli.

Tutti sappiamo che Benasciutti ha restituito il marchio alla Spal quest’anno, e tutti sappiamo e forse ci dimentichiamo che senza Benasciutti, oggi, nella stagione 2012-2013, Ferrara non avrebbe una Spal da seguire.

Tutti sappiamo che per fare sopravvivere una squadra di calcio oggi servono risorse importanti e tutti sappiamo che il Consorzio “Spal nel Cuore” è un progetto bello ma che dovrà continuare a consolidarsi a crescere nel tempo.

Posto che i punti appena citati non possono essere smentiti perchè si tratta di cose accadute ed appurate, la domanda è: perchè continuo a leggere commenti mirati a rimarcare gli errori, gli scivoloni, gli episodi, le scelte sbagliate, gli scandali e le inadempienze del passato quando oggi l’obiettivo comune dovrebbe essere quello di rinascere e tornare in una categoria più consona ai 100 anni di storia spallina, piantando radici solide a livello societario? Perchè forzarsi a guardare indietro e non sforzarsi a guardare avanti? Perchè non proporre idee, iniziative, critiche costruttive? – Sia ben chiaro, la fiducia il tifoso spallino l’ha esaurita giustamente negli anni, e non è quello a cui faccio riferimento. Qui si parla di un modo di ragionare mirato al FUTURO –

3) Tutti sappiamo che la Spal è gloria, nella sua storia, nei suoi campioni, nei suoi trascorsi di 100 anni di storia.

Tutti sappiamo che gli ultimi 20 anni sono stati contraddistinti da delusioni, in serie e atroci.

Tutti sappiamo che la serie D è forse e senza forse il punto più basso di una storia centenaria che ha toccato ben altre vette.

Posto che la storia non si cancella e rimane davanti agli occhi di tutti, perchè continuo a leggere di persone che scrivono: “Tenetevi la vostra serie D, e la vostra squadra dilettantistica” ? In certi casi non è forse meglio esprimere disinteresse e disamoramento con il silenzio?

Probabilmente, la replica naturale a tanti punti di domanda potrebbe essere: “Perchè il pensiero è libero, e lo esercitiamo a piacere”.

Mi trovate in pieno accordo, ma io vorrei andare un po’ più in profondità.

A voi!

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