15 Gennaio 2013
Gasparini: "Non è logico mettere i bambini dentro all’asilo e intanto condurre ricerche sulla pericolosità della zona"

Asilo del Salice, “i dubbi restano”

di Ruggero Veronese | 4 min
marchi gasparini

Marzia Marchi e Luigi Gasparini

“Dal primo marzo l’asilo sarà operativo”. Con la visita di ieri mattina, 14 gennaio, al cantiere di via del salice, il sindaco Tiziano Tagliani ha voluto chiudere la lunga questione relativa alla scuola per l’infanzia i cui lavori, partiti nel novembre del 2006, hanno trovato nelle questioni ambientali l’ostacolo maggiore: quali sono i rischi per la salute nel quadrante est? Un dubbio nato dalla presenza di una vecchia discarica industriale nei pressi della zona interessata, e dopo che le indagini ambientali realizzate tra il 2005 e il 2007 dall’Arpa segnalavano concentrazioni di cvm superiori fino al 60% del limite di legge (0,80 anziché 0,5mg/l) ai fini dell’uso residenziale. Nella falda inquinata si parlava addirittura di punte di 6.198,00 mg/l. In corrispondenza del luogo dove sorgeva la discarica i dati parlano di oltre 17mila mg/l. I livelli consentiti venivano superati anche per quanto riguarda idrocarburi come dicloroetano, dicloroetilene, benzene.

A dissipare i timori, almeno dal punto di vista normativo, ci aveva pensato l’indagine compiuta tra aprile 2010 e giugno 2012 dall’Istituto Superiore di Sanità (leggi il testo completo e il riepilogo dell’Iss), in seguito alla quale la dottoressa Loredana Musmeci, direttore del dipartimento ambiente dell’Iss, spiegava che “è stata evidenziata la completa assenza di Cvm nei campioni analizzati”, per poi concludere che “lo studio non ha evidenziato una esposizione della popolazione a dette sostanze tale da far ritenere che possa sussistere un rischio e nell’insieme non ha evidenziato particolari criticità sanitarie”. Un messaggio ripreso in questi giorni dall’amministrazione comunale per spiegare l’iter che ha permesso di continuare e completare i lavori in via del Salice.

Ma ciò che tranquillizza il Comune non è ancora sufficiente per chi ha seguito la questione nel corso degli ultimi anni. “Si tratta di indagini incomplete”, spiega Marzia Marchi del movimento Eco-Civici di Ferrara, mentre Luigi Gasparini, medico igienista e attivista ambientale, mette in dubbio anche le procedure di monitoraggio utilizzate: “non erano idonee al caso esaminato”.

“Quindi oggi hanno annunciato l’apertura – è la constatazione della Marchi –. Eppure sostanzialmente non è cambiato molto: la bonifica non è stata fatta per tutta l’area. L’amministrazione apre l’asilo sulla base delle conclusioni dell’Iss, ma noi abbiamo letto la relazione e questa non toglie i dubbi, anzi lascia spazio a una certa ambiguità. Anche se allo stato attuale non ci sono elementi per poter rilevare la pericolosità, nell’indagine stessa si parla di dati mancanti e che dovranno essere rilevati col tempo. È una certa responsabilità che l’amministrazione si prende, sapendo di poter fondare le sue decisioni sulla relazione dell’Iss. Non voglio di certo creare allarmismi, ma sembra un po’ una foglia di fico”.

Nella relazione dell’Iss, a pagina 18, si possono trovare le parti a cui fa riferimento la Marchi. “Pur tenendo ben presente – si legge nelle conclusioni – che si è trattato di campagne che non è stato possibile ripetere in periodi stagionali diversi da quelli effettuati, si può ipotizzare che non ci siano particolari problematiche nella esposizione inalatoria della popolazione. […] Sarà quindi opportuno che si mantenga una sorveglianza ambientale ripetendo campagne nelle differenti condizioni stagionali nell’arco dell’anno; questo al fine di poter avere elementi che consentano di valutare l’esposizione inalatoria con un numero maggiori di dati e nell’arco dell’intero anno solare”. Un messaggio che secondo Gasparini va in controtendenza rispetto alle decisioni dell’amministrazione: “le incertezze ci sono ancora, e bisognerebbe applicare il principio di precauzione: non è logico mettere i bambini dentro all’asilo e intanto condurre ricerche sulla pericolosità della zona“.

La seconda parte della relazione, che mirava a rilevare la presenza di gas Cvm nella zona, viene invece criticata dal medico per il suo svolgimento tecnico: “Il monitoraggio all’esterno delle abitazioni è stato fatto col radiello, che la stessa azienda produttrice riconosce come non idoneo a rilevare il Cvm. Per validarlo ci sono procedure, e richiedo come cittadino che vengano rispettate. Il 9 luglio ho inoltrato richieste ben precise al responsabile del procedimento, al sindaco, alla Regione e all’Iss, senza mai ricevere risposta. È fondamentale avere i dati sulle condizioni meteorologiche in cui sono stati rilevati i dati e il tempo intercorso tra la raccolta e l’analisi, per poter dimostrare, come sospetto, che le indagini fatte non sono significative. Adesso mi sto rivolgendo all’Europa, ma nel frattempo continuerò a dire che quell’asilo dovrebbe essere aperto solo dopo una bonifica integrale, e che comunque è impensabile aprirlo ora, senza aver seguito le direttive delle normative vigenti secondo cui i servizi educativi devono essere ubicati lontani da fonti di inquinamento da ogni tipo. Non solo questo asilo non è lontano, ma è anche all’interno di un sito che è contaminato a tutti gli effetti e va bonificato”.

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