Attualità
10 Gennaio 2013

pARTEcipazione

di Elena Bertelli | 4 min

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25Aprile. “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni, e che auguro a voi di non sentire mai”. 

È con le parole di Piero Calamandrei – tra i padri fondatori della Costituzione – che il sindaco Alan Fabbri apre il suo intervento durante la celebrazione del 25 aprile, dopo l’alzabandiera e il picchetto d’onore. 

Ma cos’è «il mio problema della vita»? É principalmente uno sforzo per distaccarmi dalla vita e riuscire a dedicarmi completamente all’arte.

E qui io so perfettamente che tu risponderai «l’arte non può esistere senza la vita».

Tina Modotti, in una lettera scritta a Edward Weston, il 7 luglio 1925

 

ll dibattito artistico degli ultimi tempi è sempre più animato dagli interventi di addetti-ad-altri-lavori (economisti, architetti, urbanisti, espertidi politiche sociali, imprenditori illuminati…) a proposito del ruolo di creazione artistica, fruizione e conservazione del patrimonio culturale, nella società e nell’economia contemporanea.

Quando ci si interroga sulla possibilità di far leva sulla cultura come sistema che si inserisca in un progetto produttivo di crescita economica di una comunità, si parla spesso di strumenti e metodi che facciano funzionare questo processo.

Si discute di modelli di governance, di costituzione di reti, di rapporti tra pubblico e privato, di piattaforme tecnologiche votate allo scambio immediato tra elementi, interni a uno stesso sistema, per favorirne lo sviluppo congiunto. Ma, se si va oltre ai convenevoli, si può scoprire senza perdersi in estenuanti ricerche che alcune di queste piattaforme esistono già (ho da poco scoperto – e mi sono immediatamente iscritta gratuitamente – ‘Romagna Creative District’, un network per creativi che “crede nella creatività e nel talento, nelle competenze, nella ricerca, nell’innovazione degli individui e delle piccole imprese: sono questi i motori di crescita economica e di sviluppo locale, regionale e nazionale…”*

È ormai chiaro come  la costituzione di network, per l’appunto,tra diversi enti e istituzioni culturali di un territorio e l’utilizzo di tecnologie ‘smart’ sono ingranaggi fondamentali del meccanismo contemporaneo. Imprescindibili perchè utili al micro sostentamento economico del sistema cultura che, a sua volta, si inserisce nel sistema città.

Ampliando quindi il discorso alla città, già da qualche anno l’Unione Europea sta promuovendo, attraverso l’erogazione di 11 miliardi di euro di finanziamenti, un processo di trasformazione delle metropoli in organismi intelligenti, più sostenibili, meno impattanti sull’ambiente e più produttivi. In estrema sintesi, si chiede alle amministrazioni di coinvolgere le comunità nell’ideazione di progetti mirati a “produrre alta tecnologia, ridurre i consumi, promuovere trasporti puliti e migliorare la qualità della vita riducendo del 40% – entro il 2020 – le emissioni di gas serra”. **

La Vision dell’iniziativa Smart city exhibition, tenutasi a Bologna a ottobre 2012, recita: “le molteplici modalità di comunicazione locale e globale, l’innesto di moderne tecnologie nell’agire quotidiano, la presenza di una strategia condivisa e partecipata, determinano la capacità del territorio di trasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a smart community efficiente e socialmente innovativa, dove ogni euro investito in tecnologie è in grado di incidere direttamente sulla qualità della vita dei cittadini.”*** Qui non c’è scritto, ma è evidente che la cultura e la creatività sono contenuti imprescindibili di questa trasformazione, non potrebbe essere altrimenti, non in un Paese stracolmo di monumenti e tradizioni come il nostro, nella cui storia le arti si inserivano pienamente in ogni fase di costruzione dei luoghi del vivere civile – pensiamo solo a tutti gli artisti e letterati, veri protagonisti della sfavillante gloria della Corte Estense.

E, se le parole d’ordine della città intelligente sono partecipazione | reti | comunicazione | co-working, co-housing, co-funding e co-nnecting…, potrebbe essere utile servirsene per ripensare anche il sistema culturale.

Mi immagino un coinvolgimento totale, che faccia convogliare, sotto un coordinamento orizzontale – affidato a un organo istituzionale o a una fondazione costituita appositamente, come nel caso di Torino Smart City – tutti gli enti, le organizzazioni, le associazioni non profit e di promozione e valorizzazione senza dimenticare le tante cicaliche suburbane che operano nel silenzio fitto fitto delle nebbie padane. L’idea è dar vita a un sistema completo che si nutre di ogni diversità crea-attiva, in un piano a lungo termine che assicuri, da un lato un’offerta culturale che accontenti pubblico ferrarese e non, dall’altro che crei un indotto per la città e dia la possibilità di espressione e magari di occupazione soprattutto ai più giovani. Niente di troppo originale o straordinario, nemmeno impossibile.

Ma non finisce qui… il seguito tra qualche giorno.

photo by Tina Modotti

 

*http://www.romagnacreativedistrict.com/

**dal sito web di Torino Smart City: www.torinosmartcity.csi.it

***iniziativa tenutasi a Bologna a ottobre 2012, organizzata in partnership tra Forum PA e Bologna Fiere, come “momento “fondativo” di riflessione e di incontro tra i protagonisti [della scena politica, istituzionale e tecnici di settore] per utilizzare al meglio la questa grande occasione di innovazione [costituita dalle opportunità date dai fondi comunitari e dai bandi nazionali sulle smart city], costruendo politiche sostenibili, lungimiranti ed effettivamente utili a rispondere ai crescenti e multiformi bisogni che, in questo momento di crisi, esprimono i cittadini.” www.smartcityexhibition.it

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