Attualità
31 Dicembre 2012

Niente pop corn, siamo al cineforum

di Elena Bertelli | 5 min

C’è un vivace microcosmo culturale che se ne sta nell’ombra della suburbanità. Io vorrei rischiararlo appena appena, aprendo solo un po’ il sipario su una realtà, il cui racconto potrebbe essere la sceneggiatura di un film dentro al film. Lo chiamerei  ‘Il film più bello di sempre’. Racconterebbe una storia che si ripete ogni martedì sera qui in centro città: un ragazzo, rivolgendosi in prima persona plurale a un pubblico non pagante, presenta quello che, per “noi del cineforum”, è il film più bello di sempre…le luci si spengono, le sedie scricchiolano e inizia lo spettacolo.

Uno storyboard disegnato sulla figura del protagonista, un personaggio di 30 anni, su per giù, una vita a occuparsi di riprese, tagli e montaggi video e una vera passione per il cinema, con la predilezione per la pop culture e la birra rossa. Appena uscito dal liceo l’iniziativa, insieme al compagno di studi, di occupare, con un progetto culturale, una serata del Centro Giovani in viale Krasnodar, sul quale, se fosse un film, arriveremmo percorrendo la strada malfamata, con un lungo piano sequenza, alla Orson Welles. Si parla del 1999 e, allora, la sfida era doppia: addentrarsi nella zona più oscura e temuta della città e proporre un appuntamento settimanale con un cinema tutto diverso da quello proposto nelle sale, a chi il naso fuori dalle inferriate, il martedì sera, lo mette malvolentieri e con diffidenza.

Un’impresa degna di Miss Scorpion* colta a suon di volantinaggio spietato e sperimentazioni informatiche, dai risultati nient’affatto scontati per la fine del XX secolo. Raccolta di una mailing list, invio settimanale di newsletter digitali che, più passavano i mesi, più richiamavano partecipanti, in trepidante attesa del titolo della prossima proiezione.

Le adesioni crescevano tra chi tornava e chi no, tra chi scopriva che uscire la sera in zona K non faceva poi così paura e chi, grazie al cineforum, realizzava che guardare i film in lingua originale può essere divertente e si corre il rischio di imparare pure qualcosa, ad esempio che, in giapponese, la differenza tra le parole ‘sì’ e ‘amore’ sta in una impercettibile ‘H’ davanti.

Oggi il cineforum è ospitato dal circolo arci Zuni. Sempre facendo finta di essere nel making of del nostro film, spostiamo la macchina da presa all’interno del locale, per fare una breve carrellata di primi piani su alcuni membri del pubblico più affezionato. A questi campioni, scelti tra una varia schiera di umanità, lo sceneggiatore chiede di descrivere in due parole cos’è per loro questo cineforum sopravvissuto a 13 lunghi anni di proiezioni e traslochi in diverse sedi.

Il portavoce del clan degli amanti dei film brutti risponderebbe che le rassegne soddisfano il loro gusto per tutto ciò che è trash, concedendo, in alcune occasioni, delle perle rare e soprattutto inedite.

L’amante degli FDF**, che non ammetterà mai di appartenere a tale categoria, direbbe «sono un fan del cineforum, qui solo film carichi di azione, giusta dose di sangue e linguaggio sboccato, niente scene melense e musiche strappalacrime».

Altri direbbero che vengono per il piacere di poter bere una birra alla spina, per il gusto di vedere sdoppiarsi i sottotitoli e assicurarsi una scusa buona per non aver capito come va a finire il film. L’Irene direbbe «il pubblico è educato, alcuni rimettono persino in ordine le sedie prima di andarsene dal locale e poi, quando ci sono delle scene troppo violente, posso nascondermi in cucina con la giustificazione di dover preparare qualche hamburger».

La blogger di estense.com direbbe «c’è un interessante microcosmo da studiare e raccontare: passione, incontro spontaneo di tante cicaliche suburbane, un locale che si riempie, dando libertà di espressione e supporto organizzativo a un cineamatore desideroso di condividere un interesse culturale; capacità di promuovere a costo zero un appuntamento poi effettivamente molto seguito, partecipato, affezionato. Ancora una volta ho trovato qualcuno che crea cultura suburbana basandosi sulle proprie conoscenze e capacità, chiedendo un compenso non in denaro, bensì in kg di entusiasmo partecipativo e in litri di birre rosse offerte dalla casa».

Il nostro docu-film si chiuderebbe con un’intervista a tu per tu con il protagonista, oggi unico responsabile dell’organizzazione di questo divertente e caotico microcosmo:

« Matteo, perché usi sempre il plurale nel raccontare del cineforum che organizzi da più di dieci anni?» e lui risponderebbe che il cineforum è una pluralità di voci, di contributi, che vanno dal suggerimento del pubblico per la prossima rassegna, alla spontanea e massiccia condivisione dei post che, su facebook, anticipano il film della settimana successiva, fino all’infuocata lotta all’ultimo voto che si è combattuta quando abbiamo deciso di fare le ‘primarie del cineforum’. Una serata diversa, in cui, su 4 trailer proposti, il pubblico ha votato il film che si sarebbe proiettato. Un ballottaggio scontato, su 4 film tutt’altro che scontati. Siamo riusciti a tenere calmo il pubblico soltanto con la promessa che i film scartati sarebbero stati inseriti nella rassegna successiva, ma già c’era chi gridava al broglio…

Se, infine, gli chiedessimo quali sono i punti di forza di questo cineforum, direbbe, sempre parlando in prima persona plurale: «il motivo potrebbe essere che abbiamo deciso, fin dall’inizio, di proiettare film non distribuiti in Italia, selezionati dai maggiori festival indipendenti, sparsi in giro per il mondo, come quello di Sitges in Catalogna. Questo ci permette di essere al di fuori del circuito ordinario delle sale cinematografiche e di non avere nemici. Ma la verità è senz’alcun dubbio che noi proiettiamo ogni martedì il film più bello di sempre».

Il cineforum è indipendente e in qualche modo dovrà pur promuovere e informare sulle proprie attività. Ecco perché, dopo il nostro film sarebbe previsto un breve annuncio pubblicitario: da gennaio riparte il cineforum, come sempre di martedì e come sempre con una rassegna che sarà annunciata all’ultimo (si vocifera che questa volta sarà dedicata al cinema documentario) sulla pagina facebook del Cineforum: www.facebook.com/cineforum.dazuni. Buona visione!

 

*drag-eroina dell’ultimo film nipponico più bello di sempre, Love Exposure, diretto dal regista Sion Sono nel 2008

** ogni degno frequentatore di un cineforum dovrebbe sapere che questo acronimo significa in francese ‘Film Da Figa’, ad indicare un  genere romantico, strappalacrime, sentimentale che tendenzialmente è preferito da un pubblico femminile.

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