Davanti alla cattedrale la stratificata colonna di Borso d’Este contiene nelle sue midolla lapidi spezzate provenienti dall’antico cimitero ebraico. Quando fu restaurata l’ultima volta, Paolo Ravenna le fotografò. In seguito curò una specifica pubblicazione sull’argomento. Da allora questo particolare segreto e inquietante, è menzionato nelle guide turistiche che parlano della Ferrara ebraica. Tuttavia, senza il sussidio di un libretto, nessuno se ne accorge. Perché non mettere, in loco, una targa, di giusta dimensione e grafia, che indichi a passanti e visitatori cos’è nascosto sotto la superficie?
Nella primavera scorsa scrissi in tal senso all’assessore alla cultura (che è anche membro del consiglio di amministrazione del Meis). Non ottenni risposta. Poche settimane prima della sua scomparsa, ebbi occasione di parlarne con Paolo Ravenna. Mi disse che aveva elaborato un progetto in tal senso e ne aveva parlato con le autorità. Può darsi che si stia già lavorando in tal senso; per adesso, però, non si vede nulla. È un piccola cosa, ma è segno di civiltà prendersi cura dei dettagli. Inoltre sarebbe un modo per evidenziare un’altra traccia del lavoro compiuto dall’avv. Ravenna a favore della propria città.