Attualità
28 Novembre 2012

Il calciatore diffidato

di Federico Pansini | 3 min

‘ CATANZARO – Tre anni lontano dai campi di calcio. Arriva dal questore di Catanzaro Guido Marino, sotto forma di Daspo, il primo provvedimento nei confronti di Pietro Arcidiacono, il ventiquattrenne attaccante catanese del Cosenza calcio che sabato scorso ha pensato di festeggiare un gol esibendo una maglietta con la scritta ‘Speziale innocente’.

Un provvedimento accolto dal plauso della vedova dell’ispettore capo della polizia di Stato, Filippo Raciti, ucciso durante gli scontri fra i tifosi del Catania e del Palermo, il 2 febbraio 2007, e per la cui morte Antonino Speziale e’ stato condannato a otto anni di reclusione per omicidio preterintenzionale con sentenza passata in giudicato.

Ha usato parole dure la vedova, Marisa Grasso, per commentare quanto successo. ”Arcidiacono – ha detto, a Radio 24 – e’ uno stupido e un presuntuoso. Sono contenta per il Daspo emesso dalla Questura di Catanzaro. Con quella maglietta ha offeso i miei figli. Chieda loro scusa, perche’ non prova a solidarizzare con loro, che da quasi sei anni non possono piu’ pronunciare la parola papa’? E dire che, in questi anni, non l’ho mai visto in Tribunale a chiedere verita’ e giustizia”.

Per Arcidiacono, i problemi potrebbero non finire con l’allontanamento dagli stadi. Il procuratore federale della Figc, Stefano Palazzi, aprira’ a sua volta un fascicolo sulla vicenda, ma soprattutto, gli uomini della polizia di Stato, che nelle prossime ore notificheranno il Daspo al calciatore, hanno anche inviato un rapporto alla procura della Repubblica di Lamezia Terme per valutare se sussistano reati penalmente perseguibili a carico del calciatore.

COSENZA – “Voglio chiedere scusa a tutti ma quel gesto era soltanto per la famiglia di Speziale che sta vivendo ore drammatiche dopo l’arresto del figlio. Chiedo scusa alla vedova Raciti, chiedo scusa alla polizia, ma io non volevo offendere nessuno”.

Capelli arruffati, volto teso, Pietro Arcidiacono si e’ presentato ai giornalisti accompagnato dall’avvocato Aristide Leonetti, in una saletta dell’Hotel Royal di Cosenza gremita di telecamere. Il calciatore del Cosenza ha voluto cosi’ chiedere scusa a tutti per il suo gesto di sabato scorso quando, dopo un gol, ha esibito una maglia con la scritta “Speziale innocente” per solidarieta’ al tifoso del Catania condannato ad otto anni di reclusione per la morte dell’ispettore Filippo Raciti.

“Nessuno – ha aggiunto Arcidiacono – sapeva niente, la societa’, i miei compagni, lo staff tecnico. Nessuno sapeva niente e mi prendo tutte le mie responsabilita”. “Il mio gesto – ha concluso singhiozzando – voleva essere un gesto di conforto per la famiglia Speziale. Io conosco il ragazzo perche’ e’ un ragazzo del mio quartiere”. ‘

 

Cosa pensate della vicenda? Una mancanza grave di attenzione? Una provocazione? Un gesto di solidarietà male interpretato?

Trovate la punizione infiitta ad Arcidiacono giusta? La trovate eccessiva?

A voi la parola.

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