Un brusco risveglio dopo sei mesi di ‘congelamento’ di prestiti, mutui e rate di vario tipo. Dopo il decreto che ha sospeso per le aree colpite dal terremoto i pagamenti dei prestiti contratti a vario titolo con banche e compagnie di finanziamento, dal 30 novembre, salvo ulteriori proroghe dell’ultim’ora da parte del governo, si dovrà riprendere a versare.
Ma cosa succederà alle rate dei nostri mutui? Il “difetto” del decreto consiste proprio nell’aver sospeso i pagamenti, senza altro specificare. Non ha cancellato le rate di quei sei mesi, né gli interessi che nel frattempo sono maturati. In altre situazioni e con provvedimenti simili, la sospensione era riferita alla sola quota capitale, così da permettere al cliente della banca di continuare a pagare la parte relativa agli interessi senza correre il rischio di vederseli ‘caricare’ sulle prime rate alla ripresa dei pagamenti. In questo caso gli interessi maturati dalla banca nei sei mesi di sospensione, dal 1° giugno al 30 novembre, verranno recuperati in forme diverse a seconda del sistema adottato da ciascun istituto di credito, fermo restando che la durata di mutui e prestiti verrà allungata per un periodo pari alla durata della sospensione.
La soluzione adottata dalla Cassa di Risparmio di Ferrara, ad esempio, è quella di spalmare gli interessi delle sei rate sospese sull’intera durata residua del debito contratto con loro. Se gli interessi maturati fossero pari a 1000 euro e le rate residue 100, la quota da spalmare sarebbe quindi di 10 euro per ciascuna rata. Si badi che l’allungamento della durata del prestito di sei mesi comporta che fino alla nuova scadenza continueranno comunque a maturare interessi a favore della banca anche nel periodo aggiuntivo.
Per quanto riguarda un eventuale ulteriore proroga di sei mesi, indipendentemente da quanto potrebbe decidere il governo, la Carife sembra intenzionata a concederla a quelle imprese che ne facciano esplicita richiesta, così da portare la sospensione a dodici mesi complessivi. Una decisione, questa, che dovrebbe essere assunta ufficialmente dalla banca nell’arco di qualche giorno.
Unicredit invece ha adottato una soluzione diversa, dando la possibilità a tutti i clienti di prorogare il ‘congelamento’ di altri sei mesi oltre il 30 novembre. Per quanto riguarda gli interessi maturati nel periodo di sospensione, invece, gli stessi clienti hanno la facoltà di scegliere se spalmarli sulla durata residua del debito oppure se versarli in unica soluzione alla scadenza. Il tasso d’interesse calcolato, in ogni caso, sarà quello definito dal contratto.
A ben guardare, dunque, non si tratta di un vero e proprio aiuto del governo con questo decreto emanato d’urgenza, ma di uno spostamento in avanti del “problema” per chi è stato colpito direttamente o ondirettamente dal terremoto. Un sollievo lo si è comunque avuto nel momento dell’emergenza, ma il non aver contemplato tutte le eventualità future finirà per creare comunque disagi. Sarebbe forse bastato ‘congelare’ i pagamenti specificando che nel periodo di sospensione non avrebbero dovuto maturare interessi. Provvedimento ‘duro’ per le banche, ma che sarebbe andato a favore di gran parte dei terremotati, anche a rischio di incorrere in una vibrante protesta degli istituti di credito.
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