Ebbe tutto inizio da qui… Ed incomincia un viaggio nel dolore di Alessandra Santandrea, paraplegica a causa di un incidente stradale dal settembre 2002. Un dolore che si rimargina nel tempo e nel desiderio di passare dalla semplice condizione di sopravvivenza alla vita vera e propria, seppure diversa. Una tragedia personale che si riscatta soprattutto nell’incontro, dapprima casuale, di un cane di nome Lulù, meticcio, che restituisce alla sua padrona anche il sorriso e la forza di farsi raccontare nel bel romanzo “La sedia di Lulù” da Marina Casciani e Alessandra Santandrea (Itaca edizione). Il rapporto che si instaura tra Alessandra e Lulù è al centro di questa singolare esperienza di vita, un rapporto di reciprocità, di amore, rispetto, devozione, aiuto, complicità. Marina e Alessandra stanno portando questa esperienza in giro per l’Italia, soprattutto nelle scuole.
Credo che potrebbe iniziare o, nel migliore dei casi, contribuire a potenziare una educazione sentimentale nelle nuove generazioni.
Credo che anche il cinico Arthur Schopenhauer abbia detto che chi non ha mai avuto un cane non può conoscere che cosa significhi essere veramente amati….