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7 Novembre 2012

Adolescenza, l’orientamento vacilla

di Francesca Boari | 2 min

“A uno infatti il dio dà la forza guerriera,
a un altro la danza, a un altro il canto e la cetra,
a un altro Zeus vasta voce ispira in cuore consiglio
eletto, e da questo molti uomini colgono frutto”

(Omero, Illiade, Libro XIII, vv 730-734, Einaudi, Torino 1982)
Non ho ancora visto l’ultimo film di Bertolucci tratto dal romanzo di Ammaniti “Io e te”, che lessi molti anni fa restandone affascinata. Ammaniti ha una grande capacità di dipingere gli adolescenti e non lo fa mai con superficialità e luoghi comuni. Entra in quel mondo terribile e devastante di trasformazioni radicali che si è costretti ad affrontare in una delle età più difficili della vita e ritrae quelle battaglie feroci, poi fortunatamente dimentiche, che ognuno di noi ha attraversato. Tanti cercano infatti di parlare di adolescenti, attraverso film, romanzi, saggi, talk show. Pochi riescono a restituire a quella fase la sua dimensione tragica.

E’ il momento in cui ci si trova da soli con se stessi, in cui il corpo subisce trasformazioni incredibili davanti ad occhi ancora bambini, in cui il mondo ti incomincia a svelare la sua crudeltà, la realtà incomincia a svelarsi per quello che è. E tu sei solo, perché oramai sei grande… Sei solo nel tuo infinito spavento, a cercare te stesso, il tuo daimon che non sai cos’é, il tuo posto sulla terra, con la differenza che non puoi più chiedere perché. Non hai adulti di riferimento, non hai compagni che non stiano vivendo il tuo stesso momento e i nonni che ti raccontavano la loro vita davanti al focolaio non esistono più.

La scuola? Il maestro che ti guida in questo percorso pieno di inciampi?
Il cortile? Luogo dove tante generazioni si sono sbucciate le ginocchia e hanno imparato a ri-alzarsi da sole? Niente più.
Basta pensare all’incredibile successo che hanno iniziative come “Scuola per genitori” o simili anche nella nostra città per renderci conto che il disagio c’é, e l’orientamento vacilla.
“Questo non è il momento di svelare il segreto, ma occorre tenerlo nascosto il più possibile”
(Eschilo, Prometeo incatenato, vv 522-524)

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