Cronaca
13 Settembre 2012
Mariusz Chowaniak frequentava la casa e ha indicato ai due compari il nascondiglio dei soldi. E' stato visto in loro compagnia dopo il colpo

Omicidio Avanzi, super testimone incastra un polacco

di Mauro Alvoni | 5 min

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Hanno portato via solo alcuni gioielli e 100 euro, ma stavano cercando qualcosa di ben preciso i due malviventi che in seguito alla rapina del 7 settembre di via Bologna hanno cagionato la morte della 94enne Leda Avanzi. Qualcosa che il giovane Mariusz Janusz Chowaniak, il 25enne polacco arrestato dalla polizia, avrebbe riferito loro. E’ lui, Mariusz, l’uomo che avrebbe architettato il colpo assieme ai due complici, tuttora ricercati. Lui conosceva l’anziana e la sua abitazione, così come la badante polacca che l’assisteva, e sapeva che la 94enne teneva in salotto del denaro, il denaro della sua pensione. Lo sapeva per aver frequentato la casa in passato, dato che sua madre aveva sostituito saltuariamente la badante, che lo stesso Mariusz aveva anche aiutato a utilizzare il computer e a connetterlo alla rete. L’ipotesi è che il ragazzo avesse riferito ai rapinatori dove si trovavano i soldi, ma non fosse però a conoscenza del fatto che l’anziana da qualche tempo aveva cambiato nascondiglio alla sua pensione, che è stata infatti ritrovata intatta (circa 1.500 euro) nell’armadio della stanza da letto. E’ una delle circostanze che hanno scagionato da qualsiasi accusa la stessa badante.

Il giovane – come spiegato in questura nel corso di una conferenza stampa durante la quale sono stati illustrati numerosi particolari della complessa indagine – si trovava quel giorno nella casa della signora Avanzi poco prima dell’irruzione dei due malviventi. Si trovava lì con una scusa. Il giorno prima alle 13 avrebbe perso il proprio cellulare dimenticandolo su una panchina di via Garibaldi nei pressi dell’hotel Carlton, così ha chiesto di poter utilizzare il computer per collegarsi e informare i suoi amici, attraverso Facebook, di aver cambiato numero di telefono. Una volta eseguita l’operazione, l’attuale badante della 94enne, la 58enne Teresa H., anche lei polacca, l’ha riaccompagnato alla porta, dove erano già in agguato i due rapinatori che hanno afferrato la donna piegandole il collo verso il basso e trascinandola all’interno. E qui le versioni fornite dai testimoni, la badante e Mariusz, hanno fatto cadere i sospetti sul giovane polacco. Mentre quest’ultimo ha riferito di non aver visto nessuno e di essersi quindi allontanato senza notato nulla dui strano, la badante polacca ha ricordato bene, dopo essere stata afferrata, di aver visto le scarpe del ragazzo, che quindi si trovava ancora lì al momento dell’irruzione (non era tuttavia presente nel corso della rapina sfociata in omicidio).

Come spiegato dal dirigente della Squadra Mobile, Andrea Crucianelli, presente alla conferenza stampa assieme al questore Luigi Mauriello e alla pm titolare dell’indagine Barbara Cavallo, i due rapinatori si sono trattenuti nell’abitazione per più di 30 minuti. La badante polacca è stata portata da uno dei malviventi in una stanza, legata con un filo elettrico e imbavagliata, mentre l’altro rapinatore ha bloccato in salotto la 94enne, il cui unico ‘errore’ è stato quello di essersi spaventata al punto di urlare e provocare la reazione disumana del suo carnefice, che le ha rotto in testa un vaso di fiori per zittirla. In salotto gli inquirenti hanno poi trovato tutto a soqquadro, mentre la stanza con i soldi non è stata nemmeno toccata. A scagionare ulteriormente la 58enne Teresa H., secondo quanto accertato dalle indagini, è stato l’atteggiamento della stessa donna che, pur di non rivelare ai malviventi il nascondiglio del denaro, si è fatta rubare anche gioielli di sua proprietà; inoltre, altro elemento a suo favore, una volta fuggiti i rapinatori ed essersi liberata, si è portata subito al balcone gridando aiuto.

Mariusz Chowaniak

I due malviventi sembra si siano dati alla fuga senza farsi notare da nessuno uscendo da una porta sul retro che dà su via Fabbri, probabilmente su indicazione del giovane arrestato. Ma la svolta nelle indagini l’ha fornita una testimone, sulla cui identità viene mantenuto ovviamente uno stretto riserbo, che sabato 8 settembre alle 23.30 si è rivolta alla questura. La signora, di cui si sa solo che non è italiana e che conosce Mariusz Chowaniak, ha riferito di aver visto il ragazzo dopo la rapina, alle 13 circa, entrare con passo svelto nella sua abitazione in via Porta Romana con altri due giovani, per poi uscirne altrettanto velocemente con loro, ed aver notato che i due avevano degli zaini. Quello dei tre era uno stato d’animo molto particolare, di particolare agitazione. Si tratterebbe di due giovani dell’est Europa, la cui nazionalità non è stata ancora definita, che la polizia sta accertando se siano ancora in Italia o siano invece tornati nel loro Paese d’origine. Le ricerche sono in corso e i responsabili del fatto di sangue dovranno rispondere di rapina pluriaggravata, lesioni personali aggravate e omicidio con dolo diretto eventuale: “Dopo i risultati dell’autopsia – ha riferito Barbara Cavallo – vedremo se l’accusa si trasformerà in omicidio preterintenzionale”.

Mariusz Chowaniak a quel punto è stato sottoposto a un lungo interrogatorio di circa due ore, terminato domenica alle due del mattino con il fermo del polacco. Le discrepanze tra la sua versione e quella della ‘super testimone’ erano troppo evidenti. Il polacco, che abita da tempo a Ferrara, di mestiere faceva il muratore e da poco tempo aveva perso il lavoro.

“Un omicidio efferato. Purtroppo si registrano anche in altre province episodi in cui vi è un uso eccessivo, disumano, della violenza”, ha commentato il questore Mauriello, che ha avuto parole di elogio per gli uomini della squadra mobile che sono riusciti in breve tempo a ottenere tale risultato e che proporrà per un encomio.

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