Sciopero giornalisti, alla protesta Aser anche l’Associazione Stampa Ferrara
Anche l’Associazione Stampa Ferrara ha preso parte, il 28 novembre, alla manifestazione organizzata dall’Aser a Bologna nel giorno dello sciopero nazionale dei giornalisti
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La Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni con cui dichiara inammissibile il ricorso presentato dalla Procura della Repubblica di Ferrara – firmato dal pm Andrea Maggioni – contro il mancato sequestro dei macachi detenuti nei laboratori dell’Università di Ferrara. Le motivazioni della Terza Sezione penale, successivamente all’udienza del 15 ottobre scorso, chiudono di fatto il contenzioso legato alla vicenda giudiziaria.
Gli indagati – Luciano Fadiga, Laura Ramaciotti e Ludovico Scenna, docenti e ricercatori dell’ateneo (Ramaciotti è l’attuale rettrice di Unife) – erano accusati di maltrattamento di animali e della soppressione di un macaco nel giugno 2022. Secondo la Procura, cinque primati sarebbero stati detenuti in condizioni “incompatibili con la loro natura” e non sarebbero stati rispettati i protocolli ministeriali per l’abbattimento di uno di essi.
Il Gip prima e il Tribunale del Riesame poi avevano però respinto la richiesta di sequestro preventivo degli animali, giudicando insussistenti sia il fumus commissi delicti sia il periculum in mora. Da qui il ricorso del procuratore in Cassazione.
La Suprema Corte ha respinto punto per punto le motivazioni del ricorso, ritenendole “prive di specificità”.
Sul presunto profilo di uccisione di animali, i giudici sottolineano che il ricorso non chiarisce il nesso tra la morte del singolo macaco e la richiesta di sequestro degli altri cinque. Inoltre ricordano che il Gip aveva già evidenziato “l’assenza di dolo degli indagati”, circostanza sulla quale la Procura non ha fornito elementi nuovi né ha affrontato in modo adeguato le osservazioni già formulate.
Quanto ai presunti maltrattamenti, la Cassazione dà atto che il Tribunale aveva escluso la configurabilità del reato anche a prescindere dalla complessa questione normativa sulle autorizzazioni alla sperimentazione. E richiama un passaggio chiave dell’ordinanza ferrarese: “la risposta del Ministero della Salute riteneva che i requisiti di stabulazione e mantenimento non fossero violati”, condizioni ritenute sufficienti a garantire il benessere degli animali.
Non solo: per i giudici, anche sul piano soggettivo non emergono elementi di dolo. L’ordinanza ricorda che gli indagati avevano mantenuto “condotte finalizzate a garantire il benessere degli animali (nutriti con regolarità, puliti, sottoposti a visite)”.
Quanto al pericolo di reiterazione del reato, la Cassazione conferma che non esiste più: i cinque macachi sono stati trasferiti in uno zoo in Spagna il 14 aprile 2025, “sotto la supervisione dell’Ausl”. Una circostanza che rende impossibile, osservano i giudici, che gli animali restino nella disponibilità degli indagati o dell’università.
La Corte conclude dichiarando “inammissibile il ricorso” e, trattandosi di impugnazione proposta da una parte pubblica, non addebita spese.
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