Ferrara torna al centro della cronaca giudiziaria con l’operazione “Black Hole”, l’inchiesta antidroga condotta dalla Squadra Mobile di Bologna che ha portato a 19 indagati e quattro misure cautelari. Se il cuore dell’attività criminale si muoveva tra le zone di San Donato e Bolognina di Bologna, gli investigatori hanno accertato come la parte essenziale del traffico di stupefacenti si svolgesse anche nella città estense e in provincia.
Secondo quanto ricostruito, infatti, la rete di spacciatori di origine pachistana e tunisina utilizzava alcuni alloggi come vere e proprie basi logistiche per la lavorazione e il confezionamento delle sostanze. Tra questi figurano un appartamento in corso Porta Po a Ferrara e un immobile in via Nazionale a Consandolo, frazione del comune di Argenta. Luoghi considerati cruciali non solo per la preparazione delle dosi, ma anche per lo stoccaggio e la custodia della droga prima della distribuzione nelle piazze bolognesi.
Il blitz dell 12 settembre, ordinato dal gip di Bologna, rappresenta l’ultimo atto di un’indagine avviata nel giugno 2022 e culminata in queste ore con nuovi arresti. Nel corso delle attività, gli agenti hanno già sequestrato complessivamente 10 chili di eroina bianca, 300 grammi di cocaina, un chilo di hashish e oltre 63mila euro in contanti, oltre ai 700 grammi di eroina trovati in un appartamento bolognese in via della Cooperazione.
Il presunto capo del gruppo, un 41enne pakikstano con precedenti specifici, avrebbe coordinato le operazioni dal Portogallo, mantenendo contatti con fornitori e clienti. Intanto, il territorio ferrarese si scopre ancora una volta crocevia strategico nelle dinamiche criminali legate al narcotraffico, con insediamenti scelti per la loro discrezione e funzionalità logistica.