La capra sulla rupe
18 Agosto 2025

Celti, multe e sicurezza stradale

di Alessandro Chiarelli | 3 min

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Sì, ma qui da noi no”, è una frase che ogni ferrarese ha inciso a lettere di fuoco sulla sua anima. Le cose accadono ovunque, ma qui per qualche ragione, no. La vita sorvola la città in un evitamento secolare, di cui sarebbe interessante parlare, ma oggi parliamo di incidenti che calano in tutta l’Emilia Romagna.

Sì, ma qui da noi no.

A certificarlo sono i dati raccolti e validati dall’Istat, ed elaborati dall’Ufficio di Statistica della Regione Emilia-Romagna.

La nostra città si differenzia, come spesso accade, dalle altre città dell’Emilia Romagna, ma in peggio. Sembra di abitare una enclave straniera che con il resto della regione non c’entra granché (ed è così per molti aspetti della vita civile e culturale).

Eppure il nostro sindaco ha circondato la città di autovelox in ogni punto cardinale. Queste macchine sono diventate attive e implacabili dopo le elezioni, perché nei sei mesi prima pareva brutto fare vedere che la sicurezza stradale era più importante di essere rieletti.

Chiunque eccede di un km il limite di velocità viene colpito senza pietà. Gli apparecchi di via Canapa macinano vittime come cecchini: a Barco e Ponte (notoriamente i quartieri di lusso della città) i postini frullano cartoline verdi come se piovesse.

La lotta al crimine stradale è cosi spietata che se ti fermi al semaforo dove c’è il photored, ma con le ruote dell’automobile tocchi la striscia bianca, ti arriva la multa e ti fanno saltare due punti della patente.

Ma evidentemente questa forma di repressione non produce sicurezza né educa alla legalità della circolazione. Lascia invece il senso di una predazione casuale.

Immagino sia un’attività molto redditizia per le casse del Comune (mi piacerebbe conoscere i dati precisi di una repressione che mantiene comunque Ferrara all’ultimo posto della sicurezza stradale).

Certo ci si può nascondere dietro il fatto che la legge è legge, lo diceva anche Totò, ma preferisco citare gli antichi romani, “Summum ius, summa iniuria” che significa “estremo diritto, estrema ingiustizia”.

I detti dei Celti purtroppo non li conosco, ma credo che mettere due autovelox, tararli a 51 e sedersi in comune a contare i soldi non costituisca uno sforzo particolarmente creativo.

Magari darsi da fare per dissuadere i conducenti dall’uso degli smartphone alla guida? In scooter rischio la vita ogni giorno per evitare le traiettorie imprevedibili di gente che guida le automobili aggiornando instagram.

Dotare pattuglie di motociclisti della polizia municipale di telecamera sul casco e filmare questi pericoli pubblici per poi sanzionarli è un’idea per cui serve un genio?

Fare una campagna di dissuasione e poi lanciare una politica di sicurezza stradale che davvero tenda a modificare le abitudini dei conducenti è qualcosa che si può chiedere ad un amministratore pubblico?

Occuparsi della qualità della vita della città è qualcosa che è lecito aspettarsi?

Magari la campagna si può finanziare coi soldi dei delinquenti che si fermano con la ruota sulla riga bianca.

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