Indiscusso
5 Gennaio 2024

Femmine e maschi

di Marzia Marchi | 3 min

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Ma è molto difficile arrivare a questo perché anche in politica esiste il femminicidio.

Ha le stesse dinamiche: ci sono sempre segni premonitori, che in questo caso spesso vengono ignorati dalla stessa vittima. Chiaro, non ci sono i sistemi di protezione e di informazione che esistono fuori dalla sfera politica e se qualcuno li nota e li denuncia è preso per visionario o invidioso.

Ho letto, apprezzandoli, diversi interventi maschili, anche su Estense.com, sulla complessità relazionale che porta il maschio a sopprimere la femmina che gli è stata compagna, troppo pochi invece gli interventi femminili. Si sa parlare di sé stesse è già molto difficile. Le donne poi hanno molti, troppi fronti aperti di battaglia, il tempo delle riflessioni richiede spazio mentale, quello spazio che le donne faticano a trovare, assorbite dalla complicata gestione della quotidianità.

I prodromi del femminicidio politico comunque non sono difficili da identificare a volersi mettere in ascolto: cominciano con un maschio o più maschi che improvvisamente si rendono conto della necessità di avere una femmina nel cerchio del potere, vuoi perché sono essi stessi impresentabili, vuoi perché si sono stancati di agire in prima persona. Comincia allora la pantomima delle quote rosa o della parità di genere negli incarichi o dell’importanza di avere una donna in una carica apicale, per esempio una segretaria di partito o una sindaca!

È cominciato quello che nelle relazioni maschio-femmina viene riconosciuto come corteggiamento, durante il quale i futuri assassini sono sempre stati, guarda caso, normali se non addirittura dolci.

La vittima predestinata, fino a quel momento, non si era mai sentita così beneamata, così al centro dell’attenzione, in molti casi non aveva nemmeno mai ipotizzato di poter essere “candidata” a tanta attenzione o a un tale successo e ovviamente si immedesima nel ruolo. Va tutto bene per un certo periodo fino a che cominciano ad apparire i segni premonitori del femminicidio ma per la femmina politica non ci sono i centri antiviolenza, i numeri dedicati e linee guida di comportamento. La femmina politica è sola, di solito blandita dal suo futuro assassino, che può assumere anche più volti maschili. La femmina politica viene di volta in volta guidata, indirizzata, lusingata, magnificata, assisa su un piedistallo e pubblicamente strenuamente difesa quando è politicamente attaccata, per poi essere privatamente esautorata di fatto di ogni autonomia decisionale.

Insomma la donna politica che è troppo circondata da maschi politici ha tutte le caratteristiche per rischiare di essere l’ennesimo numero nei femminicidi politici. La storia lo dimostra, anche di recente a livello locale, perché non esiste, purtroppo, un maschile che agisca contro il proprio genere. Non è ancora nato, perlomeno in Italia.

La donna che voglia raggiungere vette, soprattutto in politica, il potere deve conquistarselo diffidando dal sostegno maschile, lottando con le unghie e con i denti per ottenerlo, affrontando la sfida anche a mani rotte, come Sofia Goggia nella sua mitica gara di sci. Non c’è nessuna scorciatoia, purtroppo!

In questa città ci sono troppi grandi vecchi maschi i quali, ormai impresentabili politicamente, cercano la nuova vittima sacrificale, semplicemente per potere ancora agire – seppure un briciolo – di potere, ma come i maschi che commettono femminicidio delle loro compagne, alla fine saranno sconfitti loro stessi.

Per cui, donne, facciamo da sole per favore!

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