Indiscusso
31 Luglio 2023

Insegnerò al nuovo parco urbano?

di Marzia Marchi | 4 min

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Se mi avessero predetto che da insegnante statale avrei dovuto lottare per avere un’aula dove poter insegnare l’avrei definita fantascienza, quando vinsi il concorso pubblico per diventare maestra. Sono una maestra ormai a fine carriera ma senza scuola!

Vero è che il Covid, tra tante brutture, ci ha insegnato ad insegnare “a la qualunque”, vero è che sono anche un’ambientalista e la lezione al Parco urbano rinnovato potrebbe riservare notevoli risvolti scientifici solo con l’analisi del conglomerato bituminoso a posto dell’erba; vero è che lo stadio perfettamente ristrutturato potrebbe essere utilizzato dal lunedì al venerdi per le lezioni e poi fare anche il suo dovere nel weekend per la serie C, vero è che…ma resta sempre il fatto che ci manca un indirizzo da scrivere sulla carta intestata, una via alla quale poter indirizzare i nostri studenti, adulti, prevalentemente stranieri, spesso neoarrivati che magari parlano benissimo l’inglese ma non capiscono un H di italiano e si perdono nella città. Resta il fatto che dalla nostra istituzione come ordine di scuola pubblica statale abbiamo goduto anche noi di finanziamenti e abbiamo comprato materiale didattico, dai libri alle LIM, ai banchi, no quelli a rotelle noi no! E che tutta questa roba pagata con soldi pubblici, cioè anche i vostri cari lettori, non sappiamo al momento dove utilizzarla, nemmeno dove accatastarla se dovessimo fare lezione in fantasia, che poi la lingua, quella che noi insegniamo o le scienze e la matematica, noi bravi insegnanti sappiamo farlo dovunque e comunque!

C’è tuttavia un piccolo trascurato articolo nella Costituzione, dal numero emblematico, il 33, secondo il quale:” La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.” Ecco il nostro ordine, di cui si dimentica a volte perfino il MIM (l’ultima M sta per merito!) è stato istituito con il decreto del Presidente della Repubblica 263 del 29 ottobre 2012. “Costituiscono una tipologia di istituzione scolastica autonoma dotata di un proprio organico e di uno specifico assetto didattico e organizzativo. I CPIA sono articolati in “reti territoriali di servizio” strutturate su tre livelli: Livello A: Unità amministrativa; Livello B: Unità didattica; Livello C: Unità Formativa.”

Questi tre livelli ora, secondo il Comune di Ferrara dovrebbero starsene in tre posti diversi. Come se l’Ufficio del Sindaco stesse in Palazzo municipale, la sua segreteria in Via Madama e l’ufficio stampa in Viale Marconi. E in più il Sindaco non avesse un indirizzo da scrivere sulla carta intestata. Comodo no?

Perché dopo otto anni, anche un po’ travagliati tra furti e alluvioni, siamo stati sfrattati dalla nostra sede di Via Ravera 11, in condivisione – povera – con l’Istituto Aleotti-Dosso per lasciare il posto alle aule di un ‘altra scuola che ha lavori in corso. Bel disagio anche per loro ma si tratta di un trasloco temporaneo e comunque in presenza di una sede ufficiale che rimane. Sì perché gli insegnanti non è che lavorano solo in classe… hanno drammaticamente bisogno di un luogo nel quel riunirsi, di luoghi in cui conservare i propri materiali didattici e di segreterie con le quali interfacciarsi, senza contare i bidelli che devono garantire la sicurezza e la pulizia degli ambienti per lavoratori ed utenti.

Siamo a fine luglio, tra un mese esatto dovrò prendere servizio e non so dove! Ma io mi arrangio, sono una vecchia insegnante di ruolo con stipendio garantito che se ne è stata due mesi in vacanza – penserà qualcuno – il problema infatti non sono io ma tutto il personale precario, circa il 50 % del nostro organico che non potrà scegliere il Cpia perché non è proprio indifferente la sede nella quale lavorerai o se devi pulire tre posti diversi distanti da loro o se ci daranno un luogo difficile da raggiungere coi mezzi pubblici e perfino in bicicletta, specialmente se hai il turno serale e finisci alle 10 di sera! Finirà che arriverà chi non ha potuto scegliere, mandato d’ufficio, demotivato e di conseguenza lavorerà male. Perfino il Dirigente sarà nuovo quest’anno e immaginiamo quanta spinta avrà chiunque a scegliere una sede con personale demotivato in una serie di allocazioni precarie, perché non è che siamo il Vergani al quale è stata attribuita la prestigiosa Palazzina Giglioli e allora intanto un sacrificio si può anche fare per un anno! NO! Per noi nessuna identificazione di sede al momento e il momento è tardo! Sballottati di qua e di là per un tempo indefinito.

Zitti non siamo stati: ci siamo appellati alle amministrazioni comunali e provinciali con una lettera aperta, abbiamo lanciato una petizione anche molto firmata su Change .org, abbiamo chiesto aiuto ai sindacati che hanno chiesto un tavolo istituzionale, che pareva convocato – con calma – il 2 agosto e che è stato però già rimandato perché evidentemente l’assessora all’istruzione ha cose più importanti da fare che trovare una sede a una scuola statale che il 1^ settembre non sa dove convocare il proprio personale!

Non resta che l’ironia!

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