Cronaca
11 Novembre 2022
La testimonianza del dirigente medico nel processo a carico a carico dell'ex primario del Sant'Anna Roberto Ferrari e del suo successore Gabriele Guardigli

Pressioni per rinunciare al posto in Cardiologia. Il teste: “A noi serviva un esperto in elettrofisiologia”

di Daniele Oppo | 3 min

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“L’obiettivo era avere un operatore esperto in elettrofisiologia”. Per questo la ricerca nello scorrimento di una precedente graduatoria fu relativa a quello specifico profilo, necessario perché quel settore nella Cardiologia di Cona era ormai “al limite della sostenibilità umana”.

A spiegarlo è stato il medico Gianluca Campo, nel 2016 dirigente di Cardiologia al Sant’Anna, sentito come testimone nel processo che vede imputati per tentata concussione il professor Roberto Ferrari, cardiologo di fama internazionale e all’epoca dei fatti (gennaio 2016) primario e il medico Gabriele Guardigli, suo successore.

Campo, rispondendo alle domande della pm Isabella Cavallari, ha spiegato che in quel periodo rimasero due posti scoperti in Cardiologia e che uno in particolare metteva a rischio le procedure di elettrofisiologia, essendoci un solo medico specializzato in servizio. Per questo nelle riunioni dell’Unità operativa, compiute con, tra gli altri, proprio Ferrari e Guardigli, si parlava “ogni giorno” di come rimpinguare i posti e di quali figure vi fosse bisogno.

Il testimone ha spiegato dall’ufficio personale arrivò l’indicazione di una graduatoria ancora in vigore, quella del 2011, e che quindi prioritariamente le figure necessarie andavano trovate lì. I dirigenti si accorsero che nessuno dei profili presenti aveva le competenze da loro richieste, “ma abbiamo deciso d’interpellarli comunque”. Tra loro vi era anche Chiara Carrescia, cardiologa, oggi in forze all’ospedale del Delta, che accusa i due imputati di averla minacciata per non accettare il posto. Oggi è parte civile, assistita dall’avvocato Fabio Anselmo.

Alla fine, ha spiegato Campo, non venne selezionato nessuno, anche perché in quella situazione uno degli scopi, pare di capire, fosse “esaurire” la graduatoria, ma si procedette grazie all’assunzione da parte dell’Università di una figura di ricercatore che aveva molta esperienza proprio in elettrofisiologia, per cui la selezione per il posto ancora vacante venne effettuata ricercando un esperto in emodinamica, altro settore che era in crisi.

La prossima udienza è in calendario il 19 gennaio, quando verrà ascoltato come testimone assistito l’ex imputato – definitivamente assolto – Umberto Giavaresco, al tempo a capo del Servizio personale del Sant’Anna. Verrà sentita anche la registrazione del colloquio registrato da Carrescia.

“Sono soddisfatto di come è andata l’istruttoria: che bisogno c’era di tentare di costringere la Carrescia a lasciare il posto se è vero che c’era bisogno di una specializzazione così elevata che lei no aveva? Secondo noi era una foglia di fico per mantenere un posto libero e assegnarlo successivamente, come avvenne, a un altro medico esperto in emodinamica”, commenta a margine dell’udienza l’avvocato Anselmo.

“Soddisfatto delle deposizioni di oggi – è il commento dell’avvocato Marco Linguerri, difensore insieme a Marcello Elia di Ferrari e Guardigli – credo che oggi sia emerso finalmente  il quadro che noi sostenevamo fin dall’inizio”.

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